“Milioni di poesie sono state pubblicate sui giornali. Analizzarle ci consentirebbe di capire ancora più a fondo la poesia negli Stati Uniti”, spiega Lorang.
Come nel caso del text-mining, dove parole e frasi specifiche vengono estratte da fonti digitali, l’ obiettivo del programma – spiega il blog Seattlepi.com – è individuare immagini o contorni grafici relativi alle poesie pubblicate. L’ idea riprende il taglio della tesi di dottorato di Lorang, che aveva dedicato 18 mesi alla ricerca di poesie pubblicate su vecchi giornali. Era stata in grado di catalogarne 3.000 e questo lavoro di scavo le consentì di intuire che le poesie spesso erano molto facilmente riconoscibili graficamente quando si guardavano le pagine intere dei giornali.
”Le enormi biblioteche digitali che stiamo creando vengono tradizionalmente utilizzate per scoprire dei contenuti, ma ci sono anche le immagini digitali. Se non le utilizziamo rischiamo di privarci di un sacco di potenzialità delle biblioteche digitali”.
Parallelamente, Andrew Hobbs e Claire Januszewski, della University of Central Lancashire, hanno creato un blog dedicato alla poesia pubblicata sui giornali dell’ 800. Il blog – il titolo è The local press as poetry publisher, 1800-1900 – è incentrato sull’ ipotesi che “nell’ Ottocento la rete nazionale dei quotidiani locali è stato il più grande editore di poesia e il mezzo che ha consentito la maggior parte degli incontri con la poesia”.