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‘’I giornalisti ci avvertono, ma noi non ascoltiamo’’

Dei giornalisti, certo, non c’ è tanto da fidarsi, ma anche i cittadini che non prestano attenzione agli allarmi della stampa hanno la loro responsabilità. Perché è vero che non c’ è da aver troppa fiducia nei giornali, ma è anche vero che la popolazione si rifiuta di capire e di affrontare i pericoli che vengono via via denunciati.
 
E’ curioso che questa difesa del ruolo dei giornalisti – che pure in generale la destra critica e detesta – arrivi da un sito americano di radici conservatrici, vicino alla cultura militare.
 

Si tratta di  Fabiusmaximus, che in un lungo articolo indica una serie di fonti e di servizi giornalistici che hanno appunto ‘’lanciato allarmi’’, inascoltati, sui pericoli incombenti.

 

‘’Abbiamo poca fiducia nei giornalisti, anche se ci hanno messo in guardia dai vari pericoli nel passato – ammette il sito -. Ora arriva una nuova sfida, la terza rivoluzione industriale. E noi ci rifiutiamo di prepararci ad affrontare i suoi, nuovi,  pericoli’’.

 

Ed ecco che il sito pubblica un lungo elenco di ‘’articoli su quello che sta accadendo’’, ‘’in modo che – spiega –  non potremo dire di non essere stati avvertiti’’.

 

L’ elenco si articola in 5, curiosi, capitoli:
 
1. I giornalisti raccontano, ma noi non ascoltiamo
2. I giornalisti spiegano: analisi di ampio respiro
3. La cronaca quotidiana racconta la storia
4. Ulteriori informazioni
5. La compagna-di-letto-robot è in arrivo

 

 I giornalisti raccontano, ma noi non ascoltiamo

La fiducia nei mezzi di informazione è scarsa (cfr. Confidence in Institutions Poll, un sondagghio della Gallupp), ma forse la colpa è tanto del pubblico quanto dei giornalisti. Nulla dimostra la rottura del nostro processo di Osservazione-orientamento-decisione-azione tanto vividamente come la nostra incapacità di vedere cosa ci dicono i giornalisti.
 
La nostra invasione e occupazione dell’ Iraq è cominciata fra le bugie; si è conclusa con il nostro ignominoso sfratto – senza aver compiuto nulla di rilevante per gli interessi degli Stati Uniti. I giornalisti hanno riferito ogni passo della nostra follia (in mezzo a tanta pula che veniva dai falchi). Eppure, tre anni dopo molti americani non si sono ancora resi conto di tutto questo – e spesso erano convinti delle loro menzogne ​​e dei loro miti.

 

E’ andata così anche per il cambiamento climatico. La pausa nel processo di riscaldamento dell’ atmosfera cominciata nel 2000  è stata segnalata dai giornalisti (a tratti, in mezzo a tanta pula che veniva dagli allarmisti), che ci hanno raccontato le considerazioni fatte dai climatologi sulle cause e la durata.
In entrambi i casi i giornalisti hanno riportato sia le informazioni chiave che il polverone sollevato dagli attivisti che cercavano di nascondere quelle informazioni. In quanto cittadini, consumatori di notizie, abbiamo la responsabilità di individuare le notizie e non possiamo solo piagnucolare che siamo stati ingannati.

 

Ora questo processo ricomincia di nuovo, all’ inizio della terza rivoluzione industriale, con la diffusione dell’ automazione dei lavori dei colletti bianchi.

 

I giornalisti spiegano: analisi di ampio respiro

 

Ecco qui una serie di articoli sui grandi cambiamenti che stanno per venire e per  rimodellare l’ America. Tutti saranno coinvolti, anche i professionisti che ora sorridono per la perdita di posti di lavoro nelle classi inferiori. Cambiamenti sorprendenti – spiega il sito -. Ma non così incredibili come la nostra cecità nei loro confronti, anche se l’ orologio corre via veloce.

 

 (a) “The Rise of the Machines“, Gavin Mueller, Jacobin, April 2013 — – ‘’L’ automazione non ci sta liberando dal lavoro, ma ci sta tenendo sotto il controllo del capitalismo “.

(b) “The Future of Employment: How Susceptible are Jobs to Computerisation?“, Carl Benedikt Frey and Michael A. Osborne, Oxford, 16 August 2013 —

(c) “Delusions of the Tech Bro Intelligentsia“, Peter Frase (Ph.D. student in sociology), Jacobin, October 2013 —  “La lotta durissima degli addetti ai trasporti pubblici di San Francisco non è tra innovazione o non innovazione – ma se l’ innovazione migliora il servizio senza degradare e impoverire i lavoratori.”

(d) “The Office of the Future“, Jay Monaco, Jacobin, January 2014 — Dentro i processo di sfruttamento dei clletti bianchi

(e) “Most of what your doctor does, a robot can do better“, Gina Siddiqui, Quartz, 1 April 2014 —  – “Gina Siddiqui è uno studentessa di medicina all’ Università della Pennsylvania. La sua società, Remedy, costruisce tecnologia indossabile per gli operatori sanitari”.

(f) La crescita dei MOOC  (i Corsi online aperti a tutti) renderà questo eccesso di offerta di gran lunga peggiore: “Report of the Task Force on Doctoral Study in Modern Language and Literature“, Modern Language Association (2014).  Per un riassunto e analisi dei  risultati vedi “Self-Delusion Spreads from Professional to Graduate Education; Consternation Curiously Absent“, Bernie Burk (Prof Law, U NC), The Faculty Lounge, 20 June 2014 — Più educazione non è una panacea.

 

 

Chi ne ha voglia può continuare sul sito.

 

L’ articolo si conclude con una immagine molto eloquente pubblicata nel 2012 da Wired

 

 

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