I sondaggi taroccati in tv, un ‘’pirata’’ spiega come si fa
Si chiama IpFlood ed è un’ applicazione (un ‘’componente aggiuntivo’’ di Firefox) che consente fra l’ altro di automatizzare su larga scala la pratica di votare ripetutamente per una opzione nei sondaggi proposti dai programmi televisivi, falsando così i risultati o mostrando la presunta prevalenza di una determinata opinione rispetto a quella opposta.
Lo descrive un articolo segnalato dal bollettino mensile (diffuso ieri) di Acrimed, un sito francese dedicato all’ analisi e alla critica del sistema mediatico, che ci sembra interessante riprendere.
Soprattutto perché ripropone con forza la critica della ‘’funzione ideologica’’ che assume questa forma di manipolazione o di costruzione forzata di presunta ‘’opinione pubblica’’.
L’ articolo – Tartufferie des sondages web : la preuve par l’exemple sur France 3 , di Nils Solari – parte da un episodio accaduto nel novembre scorso sul canale francese: dopo aver preannunciato i risultati di un sondaggio lanciato la sera prima in una trasmissione dedicata alla vicenda di una insegnante in un asilo francese licenziata perché non aveva voluto togliersi il velo, il presentatore si era bloccato su indicazione della regia, perché i risultati sembravano falsati. Alla domanda, proposta via internet sul sito dell’ emittente, se si riteneva giusto quel licenziamento, risultavano l’ 83% di risposte a favore del sì e solo il 15,8% di no (l’ 1% non si era pronunciato).
Il giorno dopo, il ‘’pirata’’ spiegava – sul sito al-kanz – come aveva partecipato ‘’massicciamente’’ a quell’ ennesimo sondaggio sull’ Islam, confessando di essere stato lui a determinare quel risultato.
‘’Ho semplicemente votato un po’ più del normale. Quando sono andato sul sito di FranceTv, verso le 22,50 il voto per il sì era al 69%. Mezz’ ora dopo, senza ricorrere a nessuna tecnica illegale, ma nella maniera più semplice del mondo, ho votato un po’ più di 64.000 volte (…) Il sito non ha subito nessun danno e nessuna intrusione. Non si tratta di un atto di pirateria come hanno detto ieri i giornalisti di France3. L’ avrebbe potuto fare anche mia nonna’’.
Spiegando che chiunque può votare ripetutamente a quei sondaggi eliminando il cookie dei siti che li pubblicano, il ‘’pirata’’ spiegava di essersi limitato ad ‘’automatizzare questa pratica facendo su larga scala quello che l’ internauta che vota più volte fa manualmente, senza introdursi fraudolentemente nel sito’’.
E aggiungeva: ‘’Ho solo utilizzato una tecnica riproducibile da chiunque con un browser come Chrome o Firefox e una applicazione chiamata IpFlood’’.
Secondo Fabrice Epelboin, un ricercatore francese specialista in social media,  si trattarebbe di ‘’una pratica corrente, l’ Astroturfing [che] consiste nel far  credere a un ‘effetto folla’ dove non c’ è o a simulare un ‘coinvolgimento’ inesistente’’. Insomma, nel ‘’far credere all’ esistenza di un movimento di opinione che in realtà non c’ è’’.
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Quel ‘’pirata’’ in pratica ha fornito la prova della incongruità di questo tipo di dispositivo mediatico quando il sito all’ origine del sondaggio non si preoccupa di impedire la falsificazioni dei risultati.
Epelboin – continua Acrimed – non si accontenta di questa critica, evidentemente parziale, ma continua ad interrogarsi sull’ obbiettivo di questi sondaggi.
Ma davvero questo tipo di sondaggi ha come obbiettivo sapere realmente come la pensano i francesi? No, non lo credo. Si tratta di un ennesimo mezzo per fare buzz. Viene posta una questione, in preferenza la più polemica possibile, per suscitare la reazione e la divisione fra gli spettatori. Questi siti di informazione utilizzano il traffico e l’ audience creati come mezzi di monetizzazione. Su una emittente come BFMTV, che corre dietro all’ informazione trash, lo capisco. Ma su una rete di servizio pubblico come France 3 è inaccettabile.
Questi sondaggi – commenta Acrimed – non si caratterizzano solo per la loro mancanza di valore scientifico, cosa che si è potuto dimostrare in diretta, ma radicalizzano, rendendola quasi istantanea, la funzione ideologica dei sondaggi di opinione, come era stata messa in evidenza da Pierre Bourdieu sin dagli anni ’70: costruire e mettere in scena una ‘’opinione pubblica’’ per delegittimare questa o quella politica, e su qualsiasi tema.
Essendo i media dominanti largamente impermeabili alla critica delle loro pratiche, anche le più contestabili e contestate, questa dimostrazione non ha impedito ad esempio a un giornale come il Midi Libre di ricadere nella tentazione del sondaggio web, organizzando una nuova ‘’inchiesta’’ sul suo sito all’ indomani delle proposte del sindaco UMP di Roquebrune-sur-Argens (Var) sui Rom (che si era lasciato sfuggire una frase in cui sosteneva che i pompieri che avevano spento un incendio in un campo rom erano arrivati ‘’troppo presto’’).
Acrimed – conclude Solari – non ha mai smesso, sin dalla sua creazione, di criticare quel simulacro di democrazia rappresentato da un uso intensivo dei sondaggi di opinione, ma abbiamo tutte e ragioni per  temere che questo non sarà sufficiente. In effetti solo un intervento attivo e più ampio dei cittadini che contestano la monopolizzazione dello spazio pubblico da parte dei professionisti della politica e dei ‘’grandi’’ media potrebbe marginalizzare il sondaggio d’ opinione come dispositivo che punta a ‘’costruire l’ opinione’’.