(da www.primaonline.it)
Sebbene i media tradizionali rivestano ancora un ruolo prioritario per l’ informazione degli italiani, internet sta assumendo sempre maggiore rilievo. Secondo un’ indagine pubblicata oggi dall’Agcom sul settore dei servizi internet e sulla pubblicità online, il web viene utilizzato dal 40% dei cittadini e si colloca in terza posizione a una distanza di soli 4 punti percentuali dai quotidiani. La televisione resta comunque il mezzo principale per informarsi, utilizzata dall’80% delle persone.
L’informazione online si distingue rispetto a quella tradizionale per l’abbondanza, sia in termini di varietà e articolazione di contenuti, sia di numero e caratteristiche di operatori, e per l’ampia possibilità di personalizzazione dei contenuti. Il modello di offerta – si legge nella ricerca – non è più basato soltanto su un ‘’pacchetto’’ di articoli e servizi acquistati congiuntamente dal consumatore bensì sullo spacchettamento e sulla riaggregazione dei contenuti presenti nelle piattaforme informative (di editori tradizionali e nativi digitali) da parte di nuovi soggetti o di piattaforme che offrono servizi orizzontali (motori di ricerca, portali, social network).
L’affermazione di internet, il calo delle vendite e di audience dei prodotti informativi tradizionali e, al contempo, la concorrenza di molteplici operatori nell’ alveo dell’offerta informativa digitale starebbero creando problemi di finanziamento all’ intero sistema dell’informazione: “Se da un lato l’informazione online sta avendo ricadute positive sul benessere sociale, dall’altro lato – dice l’indagine Agcom – rischia di danneggiare durevolmente la qualità e la veridicità dell’informazioneâ€.
Per quanto riguarda la pubblicità online, in Italia tra il 2011 e il 2012 c’è stata una crescita del 7% superando di poco 1,5 miliardi di euro, un dato che ci consegna però alla periferia del mondo digitale con metà della raccolta della Francia (2,77 miliardi), un terzo della Germania (4,5) e lontana dal Regno Unito, dove supera i 6,6. Il mercato mondiale vale circa 8 miliardi, di cui 28 solo negli Usa.
Tra i paesi analizzati peggio di noi fa solo la Spagna, dove sono stati raccolti appena 920 milioni. L’esame della ripartizione dei ricavi tra i singoli operatori – si legge nell’indagine – ha rivelato una struttura del comparto piuttosto concentrata, con la presenza di un operatore leader (Google) e una moltitudine di soggetti con quote nettamente inferiori. Dai dati risulta infatti che Google detiene il 31,5% del mercato mondiale mentre colossi come Facebook, Yahoo! e Microsoft hanno quote dal 2 al 4%. Anche se il dato italiano non è pubblico, dall’Agcom spiegano che la struttura del mercato è analoga, con una forte presenza dell’azienda di Mountain View.
Qui il testo integrale del Rapporto.