Instagram, una miniera di contenuti per i giornalisti
Duecento milioni di utenti attivi; 60 milioni di foto scaricate al giorno; 1,6 milioni di ‘like’ ogni 24 ore.
Sono alcuni dei dati sul flusso di Instagram forniti da Sarah Marshall, social media editor e collaboratrice del Wall Street Journal, sul suo omonimo blog in un articolo dedicato al contributo che la piattaforma può dare al lavoro dei giornalisti, ‘’Instagram for journalists’’. Una serie di appunti raccolti dopo una conversazione con Will Guyatt, uno dei dirigenti di Instagram.
Instagram, osserva Marshall, viene usato sempre di più da figure pubbliche. Ad esempio Clarence House (che rappresenta la famiglia reale) ha diffuso un sacco di foto ufficiali durante il viaggio in Australia e Nuova Zelanda di William e Kate.
Instagram viene usato in maniera crescente dai giornalisti, continua la giornalista del WSJ, citando degli esempi.
- Il fotogiornalista australiana @danielberehulak ha condiviso molte scene dei 10 giorni di luto seguiti alla morte di Mandela.
- In Ukraina, un giornalisa aveva accumulato molte immagini su Instagram. Ma ha dovuto cancellarle quando i soldati russi lo hanno scoperto e gli hanno ordinato di distruggerle.
Esempi di vicende accompagnate da buone foto di Instagram:
- Alluvioni in UK
- Elicottero caduto a Glasgow
- Rivolte in Egitto
Instagram viene usato da persone che condividono momenti interessanti
- @drewkelly, ad esempio, un insegnante di Pyongyang, pubblica foto della vita quotidiana nella Corea del nord.
- @greggboydston, un vigile del fuoco dell’ Oregon, condivide molte immagini. Aveva deciso di andare su Instagram la settimana in cui 13 suoi colleghi erano morti combattendo contro il fuoco in una foresta.
Instagram viene sempre più utilizzato dalle redazioni
BBC News, ad esempio, ha realizzato una mappa segnando in tempo reale i punti da cui venivano scaricate dalla gente le immagini durante   i funerali della Thatcher ( qui ).
E, sempre BBC News, ha lanciato Instafax – storie in 15 secondi con immagini e testo – (qui)
Il Guardian – continua Marshall – ha sperimentato su Instagram   #Guardiancam e #Guardiancities .
Sulla piattaforma si può navigare e scoprire contenuti interessanti sia attraverso gli hashtag che via location.
Ad esempio: Gramfeed.com è un ottimo strumento: molte foto sono geolocate in modo da essere individuabili con la geolocalizzazione.
Will – racconta la giornalista – la sera prima dell’ incontro aveva fatto un test per vedere quante immagini erano state condivise dallo stadio di calcio del Bayern Monaco. Solo quella sera erano 5.000 immagini condivise su Instagram.
Si possono cercare immagini cercando con ‘Kiev’ ad esempio. Un giorno leggendo un articolo da Kiev aveva provato a fare una ricerca con i nomi di due piazze e aveva trovato dell’ ottimo materiale.
UGC (user-generated content)
Instagram è una miniera di risorse per le redazioni.
Le immagini possono essere incorporate nelle notizie senza la necessità di ottenere il permesso del proprietario (si esegue questa operazione nello stesso modo in cui si incorporano i video di YouTube). Però – osserva la giornalista – anche se questa è una pratica accettabile, bisogna pensare che gli utenti che condividono foto con la loro rete potrebbero non essere contenti di venir utilizzati da testate giornalistiche.
Se si desidera invece utilizzare l’ immagine caricandola, è necessario chiedere l’ autorizzazione alla persona che l’ ha pubblicata e che ne conserva i diritti. E pubblicarla citando l’ autore e la fonte Instagram.
Ci sono due modi per farlo, spiega:
1. Utilizzare la sezione commenti su Instagram e chiedere il permesso.
2. Messaggio diretto all’ utente. È possibile farlo anche se uno non è un follower dell’ autore dell’ immagine. La stranezza è che uno gli deve mandare una foto, che potrebbe essere un selfie.
Altre note e suggerimenti dell’ autrice  qui.
(via Scoop.it – Lelio Simi)