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La filantropia può salvare il giornalismo americano?

FilantropiPhilanthropy Magazine, la rivista della Philanthropy Roundtable, l’ associazione americana che raggruppa i principali donatori del paese (sia individui che fondazioni), ha dedicato il suo ultimo numero a un problema molto dibattuto in questo periodo e che il NiemanLab riassume in questa domanda, che poi è il titolo di prima pagina della rivista: “La filantropia può salvare il giornalismo?”

 

Gli sconvolgimenti che hanno interessato il tradizionale modello economico dell’ editoria  giornalistica hanno comportato un rapido aumento delle testate giornalistiche senza fini di lucro. Cosa che, a sua volta, ha fatto nascere degli interrogativi su come questi nuovi soggetti potranno trovare una propria sostenibilità a lungo termine — oppure conquistare lo status di soggetti esenti dalle tasse proprio di alcune associazioni del settore (conosciute negli Usa come  ‘’501(c)(3)‘’).

 

La rivista ha cercato di fare il punto e ha posto alcune grosse questioni:

 

Filantropi e imprenditori con la passione per ” l’ investimento sociale” possono fare qualcosa in più rispetto alla semplice attenuazione delle perdite di testate il cui modello economico è crollato? Possono sovvenzionare alcuni tipi di inchieste e di pubblicazioni per servire il pubblico interesse? Possono aiutare a scoprire ed a diffondere nuovi format, nuovi giornalisti e nuovi soggetti che rafforzino il ruolo proprio del giornalismo, e cioè il sostegno dello stato di salute e della libertà della società americana?

 

Un punto di vista nettamente contrario a questa impostazione – precisa Justin Ellis su NiemnLab – viene dall’ ex direttore del New York Sun, Seth Lipsky, secondo cui le testate giornalistiche hanno bisogno del profitto per essere autosufficienti .
 

Lipsky scrive:
 

Dalla rivoluzione bolscevica all’ età dell’oro per i giornali, la lezione della storia è che il profitto assicura nello stesso tempo quella forza imprenditoriale e quell’ autonomia assoluta che rende possibile una stampa potente e indipendente. I filantropi che vogliono assicurare vigore al giornalismo potrebbero quindi spendere meno energia nel surrogare i giornali e più tempo nel costruire la redditività dei nostri mercati  e nel proteggere il diritto alla proprietà privata – che in ultima analisi è quello che la stampa è.

 

Tornando alla rivista, un altro aspetto del problema è relativo allo stato dei rapporti dietro le quinte fra le redazioni non profit e i loro finanziatori, tra cui ProPublica, Texas Tribune, First Look Media e MinnPost. Il giornale esamina anche come un gruppo di donatori, il Faith Angle Forum, interviene nel campo della formazione fornendo ai giornalisti conoscenze sulle tematiche religiose che essi possono incrociare nel loro lavoro.

 

Tutti gli articoli sono consultabili qui.