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Minacce e censure ai media indipendenti in Serbia, allarme dell’ Osce

Libertà di stampa minacciata e censura da parte del governo serbo: negli scorsi giorni un incontro organizzato dal collettivo BlogOpen-Close a Belgrado ha portato all’ attenzione i seri problemi che attanagliano il mondo dell’ informazione del paese balcanico sul quale l’ Osce – Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, aveva già puntato l’attenzione nel novembre 2012 sottolineando come Belgrado non avesse fatto nessun progresso per la libertà dei media.

 

 

A rilanciare l’allarme è stato Michael Davenport, capo della delegazione UE a Belgrado, il quale, intervenendo all’ incontro, ha sottolineato tre fenomeni negativi attualmente in atto in Serbia: l’ autocensura dei media tradizionali, la rimozione dalla rete di siti sgraditi e l’ intimidazione attraverso procedimenti giudiziari. Procedimenti come quelli avviati nei confronti di tre persone accusate, secondo le autorità, di aver pubblicato su Facebook commenti atti a fomentare il panico durante la recente alluvione che ha messo in ginocchio il paese. Il fermo dei tre e la loro condanna a un mese di reclusione preventiva aveva immediatamente scatenato la reazione dell’ opinione pubblica e anche l’ Osce si è fatta sentire ottenendo il rilascio degli arrestati e scatenando l’ira del premier serbo Aleksandar Vučić che ha visto nella mossa dell’ organizzazione una “campagna sporchissima” nei suoi confronti.

 

 

Attacco informatico

 

L’ attacco di Vučić si è concentrato contro la rappresentante dell’ Osce per la libertà dei media Dunja Mijatović: un successivo incontro tra i due avrebbe riappacificato gli animi e spinto la Commissione Europea a rilasciare un comunicato nel quale si specifica che verrà prestata “molta attenzione alle questioni legate alla libertà dei media e alla libertà di espressione nel processo dei negoziati per l’adesione all’UE”.

 

Ma a fare notizia sono stati soprattutto gli attacchi informatici subiti dal portale di opposizione Peščanik sul quale era stato pubblicato un documento, firmato da un gruppo di studiosi, nel quale si affermava che la tesi di dottorato del ministro degli Interni serbo Nebojša Stefanović in alcune parti fosse frutto di plagio, coinvolgendo nella vicenda anche il rettore dell’ università privata Megatrend e relatore di tesi del ministro Stefanović, Mića Jovanović.

 

E mentre la vicenda della tesi copiata getta una pesante ombra sulla credibilità di una parte dei politici serbi ed evidenzia come i media indipendenti non godano di un’ ampia libertà di espressione, sulla piattaforma on-line Mediafreedom Ushahidi è possibile avere un’idea precisa dei numerosi atti di limitazione che il giornalismo serbo ha subito nell’ ultimo periodo. Una situazione che l’ Europa segue con attenzione anche in vista dell’ agognato iter di adesione serba all’Unione Europea.

 

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