Ciò grazie all’impegno dei nuovi proprietari, IBT Media, piccola struttura digitale dalle grandi ambizioni che lo ha rilevato per una miseria dalla IAC di Barry Diller e Tina Brown.
Costoro lo avevano incorporato nel sito di The Daily Beast, dopo averlo acquisito a metà 2012 per la simbolica cifra di un dollaro, investendo però decine di milioni di dollari per saldare debiti e rilanciarlo (come aveva già provato a fare per pochi mesi il magnate 91enne del Washington Post, Sid Harman, prima dell’ arrivo di Jeff Bezos).
Pur “essendo un’azienda digitale al 100 per centoâ€, come sostiene il Ceo di IBT Media Etienne Uzac, sembra che non abbia saputo resistere all’opportunità (e al fascino) di un rilancio in grande stile della versione a stampa. La cui carta sarà di qualità superiore a quella del più quotato rivale Time, mentre è prevista una varietà di paywall a salire per abbonati al sito e alla rivista. Quest’ultima costerà 7,99 dollari a numero, cifra nettamente superiore alla media (5-6 dollari), come anche le altre opzioni (fino a un massimo di 149.99 dollari l’anno complessivi per il cartaceo, l’accesso online e i formati per device mobili).
Cifre esose e approccio rischioso, ma la promessa è quella di offire un settimanale con contenuti giornalistici a livello di un mensile e un progetto generale di alto profilo, grazie anche all’apporto di veterani del settore (Jim Impoco, Robert Priest e Grace Lee) – mirato cioè a creare una sorta di categoria ad hoc nell’ ecosistema dell’ informazione odierna: il NewsLuxe, le notizie di lusso. Puntando a un inedito miscuglio tra strategie tradizionali e soluzioni radicali: forte redazione e corrispondenti sparsi, sostegno convinto degli abbonati, potente piattaforma online e ampio ricorso ai dati analitici del web.
Sarà una scommessa vincente? Molto dipende dal ritorno dei vecchi abbonati, in questi giorni alacremente corteggiati. Obiettivo minimo è, nel primo anno, raccoglierne almeno 100.000in Usa e altrettanti combinati tra Europa, Medio Oriente e Asia. Previsti anche accordi con editori locali per edizioni internazionali, a fronte di una tiratura iniziale di 70.000 copie ( ben al di sotto di quella massima della vecchia rivista, 3,3 milioni). Staremo a vedere.