Uno dei primi giornali online è stato lanciato un decennio fa, El faro, e rimane centrato sulle notizie meno battute di El Salvador, mentre il colombiano La Silla VacÃa, (grazie ai fondi della Open Society Foundation) segue la scena politica nazionale da circa quattro anni.
Canal-ar, lanciato dal giornalista argentino DarÃo Drucaroff, informa specificamente su tecnologie e comunicazione da quasi 10 anni, e sta per essere affiancato da Argenieros, portale dedicato a ingegneri di ogni ambito. E a La Plata, sempre in Argentina, è in preparazione Transeúntes, magazine digitale su imprenditoria, viaggi e questioni sociali.
Questi sono solo alcuni esempi che tentano di coprire le varie “nicchie d’utenza” create da Internet, pur se la realtà è che in America Latina chi vuole innovare in quest’ambito difficilmente trova sponsorship, sostegno economico e strutture adeguate (proprio come in Italia!). Eppure, ha ricordato said Florencia Bianco, manager di Google Latin America, «appena il 5 per cento dei contenuti web è in spagnolo, mentre nel mondo sono circa 500 milioni le persone che lo parlano».
Motivo per cui il corso online del Knight Center denominato Developing Journalistic Projects for the Web ha attirato oltre 5.000 partecipanti e 230 di questi hanno proposto iniziative proprie – e le dieci migliori sono state poi portate al meeting di Austin. Stessa a motivazione che ha portato al lancio di una nuova testata, Latin America Radar, centrata sull’ecosistema mediatico sud-americano: “cambiamento dirompente, attuale e costante”. Progetto che, pur parlando inglese, promette di informare al meglio sui e dai vari Paesi del continente, in particolare sulle delicate questioni economiche.