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To tweet or not to tweet? Velocità e accuratezza nel giornalismo digitale

Roberto Favini ha pubblicato sul suo blog – Myweb20 – una serie di interessanti riflessioni a proposito dell’ influenza sulla qualità del giornalismo di due parametri fondamentali come la velocità e l’ accuratezza. Due assi cartesiani, potremmo chiamarli, che creano uno spazio in cui, a ogni cambiamento dei loro valori corrisponde un diverso punto/livello di qualità.

 

Favini costruisce il quadrante qui sotto, ‘’entro il quale – spiega – ci si sposta a seconda di fattori come tempestività e approfondimento.

 

Il riquadro assolutamente da evitare è quello in basso a sinistra, quello dove io inserisco il poor journalism. In basso a destra colloco il cosiddetto churnalism, il giornalismo mordi-e-fuggi.

Long form journalism e precision journalism invece stanno nei riquadri superiori (prevalentemente in quello di destra, ma non necessariamente). Si tratta quindi di scegliere dove stare e mantenere coerentemente la posizione.

 

 

Lo spunto per queste riflessioni viene da un esperimento che Favini ha fatto qualche giorno fa.

 

L’altro giorno, per prova, ho ripreso una classica notizia da boxetto morboso – intercettata sabato – e ho provato a raccontarla a modo mio. Per avere maggiore visibilità ho aspettato lunedì prima di pubblicarla. Ne ho però approfittato per creare uno Storify, arricchirlo con altre informazioni rispetto alla fonte e stimolare riflessioni di carattere etico.

La storia in questione è quella di Claire, la donna che ha fatto live tweeting del proprio parto.

Lunedì pomeriggio, come immaginavo, la notizia è stata ripresa anche da varie testate e portali, ma osserviamo in che modo.

 

Ne esce un campionario molto interessante (come si può vedere direttamente sul suo sito) delle gradazioni di qualità con cui la stessa notizia può essere fornita e quindi del maggiore o minore valore aggiunto che il giornalista può darle.

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