Il programma è stato battezzato ‘’Pheme’’, dal nome della dea greca della fama, ed è finanziato in parte dall’ Unione europea.
Oggi, spiega Kalina Bontcheva, ricercatrice a Sheffield, ‘’non si ha il tempo di separare il vero dal falso. E’ difficile soffocare una menzogna’’.
I creatori del progetto sostengono che, ad esempio, Pheme sarebbe stata utilissima in occasione dei moti di Londra dell’ agosto 2011, quando si poteva leggere sulle reti sociali che gli animali dello zoo erano scappati e vagavano per la citta oppure che  la grande Ruota di Londra, la London Eye, era in fiamme. Notizie che poi si rivelarono false.
L’ obbiettivo quindi è verificare in tempo reale le informazioni per permettere a governi, servizi di soccorso, media e aziende di rispondere più efficamente a delle voci infondate. Pheme deve identificare quattro tipi di indormazioni poco affidabili: quelle speculative, quelle controverse, le informazioni false e la vera e propria disinformazione.
Per stabilire la veridicità di una notizia, i ricercano pensano di procedere in gtre tempi: prima di tutto la notizia diffusa viene analizzata dal punto di vista sintattico, lessicale e semantico. Poi viene valutata attraverso delle fonti affidabili. Infine viene analizzato il modo con cui essa è stata diffusa. Il risultato di questa ricerca potrebbe apparire sllo schermo dell’ utente.
‘’Possiamo già analizzare un enorme volume di informazioni sulle reti sociali, la velocità con cui esse appaiono e le loro forme: tweet, foto, video, blog – spiega Kalina Bontcheva -. Ma non è ancora possibile fare questa analisi in tempo reale e automaticamente  per vedere se l’ informazione è vera o falsa ed è proprio a questo che noi puntiamo’’.
Secondo il Times , una prima versione di questo ‘’scopritore di menzogne’’ dovrebbe essere pronta in 18 mesi. In Francia, precisa il Figaro, ci sono due siti – Hoaxbuster e il motore di ricerca Hoaxkiller che permettono già di individuare le false informazioni che circolano su internet.