I mezzi di comunicazione sia analogici che digitali possono rivelarsi degli alleati su cui contare per la lotta all’hatespeech. Attraverso lavori giornalistici, mappe, infografiche, video e data journalism si possono proporre al pubblico analisi complesse, spiegate in maniera immediatamente comprensibile. Gettando un’occhiata a una mappa possiamo riuscire a smontare dei luoghi comuni e aggiungere degli elementi utili per ampliare il ragionamento sul fenomeno migratorio. Ricordiamo infatti che il discorso d’odio su base razziale è -stando ai dati HATEBASE- quello più diffuso.Â
Attraverso questi strumenti è possibile riuscire a proporre una copertura mediatica più diversificata: dando per esempio spazio a prospettive diverse, magari attraverso il coinvolgimento diretto di persone che solitamente sono oggetto delle notizie, ma delle quali, quasi mai, ci chiediamo quale sia il punto di vista. Quando lo facciamo rimaniamo stupiti dalle immense risorse fino ad ora sconosciute, in grado di arricchire culturalmente i media occidentali e soprattutto i nostri discorsi.
Ecco allora in questo storify una raccolta (a titolo di esempio) di buone pratiche di progetti che possono contribuire a migliorare la conoscenza di aspetti spesso trascurati dalla comunicazione di massa, ma estremamente utili per promuovere la comprensione reciproca in questo nuovo complesso scenario internazionale. In conclusione un Prezi riassuntivo del ragionamento.