I nostri relatori affronteranno il tema declinandolo in svariate sfaccettature partendo dai dati (la prima ricerca ufficiale sulla consistenza degli uffici stampa nella pubblica amministrazione realizzata proprio in Toscana), scoprendo le diverse narrazioni, il foia, il diritto all’oblio, la gestione delle crisi aziendali e la preparazione e poi realizzazione delle conferenze stampa digitali, come si comunicano arte e turismo nel mondo digitale, la gestione delle campagne elettorali sul web e le tematiche dei dati aperti vera pietra angolare di tutta questa rivoluzione.
Proprio riflettendo sui dati aperti e le ultimissime evoluzioni intervenute nei giorni scorsi in questo campo vi invitiamo a condividere con noi questo breve ma incisivo contributo sul tema, e buona giornata:
“È notizia di pochi giorni fa: Google News segnalerà con un bollino “fact check”. Quanto questo possa incidere sul lettore italiano è difficile da valutare, ma su quanto inciderà sui produttori di notizie lo si può prevedere. Tantissimo. La predominanza dell’opinione ha schiacciato l’informazione e l’editoriale è più uno strumento di condizionamento che di indirizzo. I dati sono il perno. Senza dati espliciti un’opinione ha valore solo nella sua forma ma non nella sua sostanza, ma quanto costa aggregare, analizzare e tradurre i dati? E, ancora peggio, quanto costano i dati stessi qualora fossero proprietà e asset di un grosso detentore? I giornali, sui dati, vivono un paradosso: detengono negli archivi una mole di dati che non riescono a mettere a valore; contemporaneamente chi lavora per i giornali è pagato troppo poco per perdere anche solo un’ora per cercare un database o ripulire un foglio di calcolo.