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2017 (pre)visioni dal mondo

Di podcast, della voce diffusa digitalmente, di community, di marketing, di conversazione, di migliore esperienza per l’utente grazie al design, del mobile reso semplice, di modello economico, dell’importanza dei commenti, di realtà virtuale e web, di AI  e di condividere esperienze per migliorare… di queste che dovrebbero essere le parole chiave del 2017, Vi Vorremmo parlare.

Fra le previsioni del NiemanLab e quelle di Amy Webb troviamo qualcosa di nuovo ma anche qualcosa che da un po’ di anni si presenta come il trend dell’anno successivo nel giornalismo. Alcuni temi  paiono  persino banali, a Voi la conferma. Di seguito riportiamo alcune segnalazioni che speriamo possano essere utile spunto di riflessione per iniziare il nuovo anno.

Gli utenti dei social media non vogliono cliccare su link e leggere contenuti ma vogliono conversare.

Da qui parte la breve analisi di Crowdbabble  che sottolinea l’apporto che l’intelligenza artificiale applicata ai social media può portare ad una strategia di marketing di conversazione.

Non si tratta di un concetto nuovo: la capacità degli utenti di interagire con le aziende è ciò che differenzia i social media dai media tradizionali. Social media, da sempre, significa conversazione, ma nel 2017 il marketing sui social media creerà processi reali ( tramite applicazioni come Siri, l’assistente di Facebook..) che renderanno la conversazione base fondante delle strategie di marketing delle aziende.

anche quelle editoriali, dovrebbero pensarci, aggiungiamo noi.

 

Sarà l’anno dell’utente afferma Andy Rossback, designer e sviluppatore del New York Times.:

Daremo agli utenti un percorso rivolto all’offerta editoriale e utilizzeremo il  design per migliorarla.

Amy O’Leary del Upworthy sottolinea l’importanza del raggiungere davvero le community.

“I giornalisti potranno finalmente scavare per capire come le loro storie viaggiano nel nostro ecosistema informativo.”

Rebekah Monson di WhereBy.Us titola il suo contributo inserito nelle previsioni del NiemanLab  Il giornalismo è al servizio della comunità, eccone un breve estratto:

“I giorni del “non leggere i commenti ” sono assolutamente passati. Se la comunità è il valore fondamentale… i giornalisti devono essere padroni responsabili, impegnandosi attivamente, ascoltando e parlando con la comunità per coltivarne il valore. I giornalisti devono cercare di elevare la comunità, che funge da piattaforma di idee piuttosto che di distribuzione, di verifica e controllo dei fatti.

“Renderlo semplice” è questo il suggerimento di Nathalie Malinarich redattore per l’edizione mobile di BBC News.

“non si tratta di buttare via o rinunciare al contesto— si tratta di imparare una nuova grammatica che funzioni su schermi piccoli in un mondo che distribuisce notizie”

A proposito di modello economico, quello che forse si è smesso di cercare:

I media passano così tanto tempo a raccontare storie e notizie altrui che si dimenticano di raccontare la propria. Qual è la nostra missione? Come ci finanziamo? I media hanno bisogno di parlare di se stessi e di chiedere alle persone con trasparenza un sostegno economico per il servizio cruciale che forniscono

ne sottolinea l’importanza Mary Walter-Brown, editore e CEO della Voice of San Diego.

La competenza nella capacità di lavorare alle notizie sui social media dovrà essere una priorità nelle assunzioni nelle redazioni del 2017

lo sottolinea Claire Wardle , ex direttore delle ricerche al Tow Center for Digital Journalism, ora al First Draft.

I commenti inizieranno – finalmente, aggiungiamo noi –  a far sentire il loro peso reale. La previsione è di Aja Bogdanoff di  Civil Comments.

… il pubblico ha fame di notizie di cui fidarsi e vuole parlarne al di fuori dei giardini murati di Facebook .. gli inserzionisti sono sempre più preoccupati per il monopolio della piattaforma…

Bisogna capire come migliorare le sezioni dedicate ai commenti senza sottrarre risorse dalla redazione, nuove opportunità si aprono. Il prossimo anno gli editori potranno finalmente trasformare le loro sezioni dedicate ai commenti in beni preziosi, nelle fondamenta della loro risposta al monopolio di  Facebook. 

Probabilmente l’anno prossimo, ci chiederemo come i siti siano sopravvissuti fino ad allora senza gestire e lavorare  i commenti del pubblico.

La realtà virtuale sul/nel web.

Ma cosa succederà se le esperienze di realtà virtuale potessero essere sperimentate direttamente sul web, una piattaforma in cui miliardi di persone creano e consumano contenuti ogni giorno? Una piattaforma dove le persone già sono. O, per dirlo in  un altro modo: se il web potesse essere sperimentato attraverso la Virtual Reality.

È già possibile farlo. Esiste di già. Si chiama WebVR e ce  lo racconta Sarah Wolozin direttrice del  MIT Open Documentary Lab.

Il 2017 si prospetta (non lo hanno/abbiamo già detto anche noi di altri anni ?)  per  essere l’anno del drone. L’anno in cui bisognerà davvero rendersi conto che siamo digitali a 360° e in ogni momento della nostra vita:

“In a dynamically changing environment, in which digital is a given, we can no longer support this lecturer-professor divide. Every hire a journalism program makes must be able to teach courses in the digital realm.” come sottolinea Cindy Royal .

Oggi siamo all’inizio di un nuovo cambiamento epocale nel mondo, siamo difronte ad una nuova rivoluzione nel mondo digitale, o meglio nel nostro mondo, – quella della voce. Applicazioni o software come Amazon Eco, Google, e Siri sono semplici e imperfetti sistemi vocali già in fuzione attraverso i quali ognuno di noi può parlare con le macchine…e stanno velocemente migliorando.

Queste nuove piattaforme stanno andando a coprire spazi di azione in tutti quei momenti in cui non si può utilizzare uno schermo o una tastiera. Sono strumenti a nostra disposizione  per interagire con le macchine quando abbiamo le mani occupate o non possiamo spostare lo sguardo.

Queste app sembrano agire come radio intelligenti e pensanti. Una stazione radio permanentemente sintonizzata sugli interessi di ciascuno di noi, una stazione che sa chi sei  e ascolta ed esaudisce  le tue richieste.

Oggi chiunque si occupi di realizzare contenuti per il giornalismo dovrebbe pensare a come sia possibile farlo anche con la voce, e dovrebbe mettersi in grado di essere pronto a diffondere quelle notizie in voce digitalmente sulla prossima grande piattaforma che è già pronta – o quasi -  a diffonderle attraverso il web.

Abbiamo riportato quasi per intero il pensiero di Steve Henn  - co-fondatore di 60dB - perchè ci pare una delle riflessioni più  interessanti  sull’immediato futuro del giornalismo.

Insieme ad Adam Thomas - direttore dell’European Journalism Centre - condividiamo l’idea di un giornalismo europeo collaborativo:

Un giornalismo europeo collaborativo è ormai indispensabile su due livelli…per essere in grado di comprendere e comunicare, i media europei hanno bisogno di unire i puntini e raccontare storie a livello continentale.

In secondo luogo, al fine di raggiungere la sostenibilità economica i media devono resistere alla tentazione di ritirarsi nei loro bunker e dietro ai propri bilanci. I giornalisti non devono nascondere i loro fallimenti (e i loro successi), al contrario condividerli nel tentativo di definire nuovi modelli di sostenibilità e  narrazione.

Il 2017 sarà l’anno della scrittura aumentata secondo Francesco Marconi –  manager sviluppo e strategie all’Associated Press: La combinazione di intelligenza artificiale e giornalismo contribuirà ad una società più consapevole ed efficiente consentendo ai giornalisti di condurre analisi in profondità, scoprire la corruzione, e rendere le persone e le istituzioni responsabili.“  (magari – aggiungiamo noi )

 

 

Chiudiamo questa panoramica 2017 con le previsioni di Amy Webb e l’annuale report sui trend del Future Today Istitute. Ecco le tendenze del momento per giornalismo, editoria e media.

 

 

Alcuni aspetti salienti di questa tabella sono in linea con le “ns” segnalazioni riportate nell’articolo. La prima – più importante, a ns. giudizio -  è la convergenza.  Nel 2017 le tecnologie inizieranno – finalmente – a convergere con e attraverso la cultura: intelligenza artificiale, robot, nuovi ecosistemi, le policy dei governi nei confronti delle tecnologie che evolvono, i prodotti editoriali limited-edition.

 

Ecco dunque alcune delle novità per il nuovo anno. Temi già visti e rivisti, almeno alcuni. Uno su tutti: la gestione della community. Possibile che si parli ancora di “scoprire” la funzione dei commenti?  E poi  i droni –  di cui parliamo da almeno due anni  – come strumento di lavoro per il giornalismo… Ci è sembrato interessante segnalare proprio queste ridondanze  e sottolineare come facciano ancora tendenza nel 2017.  Così come abbiamo voluto segnalare quelli che, a nostro avviso, sono invece interessanti spunti di innovazione nelle pratiche giornalistiche come l’introduzione della  realtà virtuale in redazione,  e l’evoluzione vocale del giornalismo.     A Voi l’onore/onore del giudizio e del commento, e Buon Anno!!!

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