In questa nostra riflessione sulla civiltà dei dati che poi siamo sempre noi e i nostri comportamenti,  consci ed inconsci, attivi e passivi, in moto o da fermi, facciamo entrare altre riflessioni, ma soprattutto alcuni esperti per provare a capire come sia composta questa nuova civiltà . Pensate ad esempio che quando dormiamo i nostri dati non continuino a rappresentarci e definirci, anche a nostra insaputa? Dentro a questo nostro provare a comprendere per cercare di alzare la soglia della consapevolezza di noi tutti, ci è arrivato un input, mentre lavoravamo al programma di #digits17. A inviarcelo via social media è stata una esperta di comportamenti sociali online: Claudia Vago, in arte Tigella. La quale, riflettendo a voce alta, – si potrebbe dire anche così - non perchè urlasse in diretta streaming, ma perchè, come spesso accade a ciascuno di noi, esprimeva alcune sue riflessioni postandole in diretta sulla sua bacheca online di facebook, in mezzo ad altri pensieri scritti di quel giorno, inserì una riflessione su Isaac Asimov e le sue celeberrime tre leggi della robotica. Tigella invitava i suoi amici su facebook ad aiutarla a riflettere e a formulare insieme un pensiero composito sulle leggi emanate – per gioco e dentro un libro – dal celebre scrittore di fantascienza di origini sovietiche, si sarebbe detto un tempo.
Cosa dicono le tre leggi della robotica inventate da Asimov, che ad onor del vero, non era soltanto un grande scrittore di fantascienza, ma era anche uno scienziato, un biochimico con regolare laurea conseguita in un campus americano, dove studiò e dove visse la maggior parte della sua vita – in America non dentro il campus – dopo che la sua famiglia era emigrata negli States quando lui aveva appena tre anni.
Le leggi della robotica sono tre e definiscono tre fondamentali principi a cui, secondo Asimov, nessuna macchina senziente, ovvero nessuna AI – intelligenza artificiale - può sottrarsi, anzi deve obbligatoriamente attenersi:
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- A robot may not injure a human being or, through inaction, allow a human being to come to harm.
Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.
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- A robot must obey any orders given to it by human beings, except where such orders would conflict with the First Law.
Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.
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- A robot must protect its own existence as long as such protection does not conflict with the First or Second Law.
Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.
Tre leggi, tre principi che sanciscono i fondamenti assoluti dell’attività di tutte le macchine intelligenti su questo pianeta – o meglio sancirebbero se fossero vere e non fantasiose – l’attività delle intelligenze artificiali operanti sul nostro pianeta. Tre regole eccellenti che definiscono altrettanti elementi fondamentali dell’operato dei robot in relazione agli esseri umani: la sicurezza, la prudenza, ma soprattutto l’essere al servizio – questa la parte a nostro avviso più importante delle leggi e della loro applicazione - di tutti gli esseri umani.
Proprio dalla riflessione su questi principi e su come tali principi inventati da uno scrittore di fantascienza e da lui e poi da molti altri scrittori, drammaturghi, sceneggiatori, riconosciute ed impiegate – sempre e soltanto nel mondo della fantasia - vengano impiegate nasce l’idea del nostro workshop. In un universo popolato da umani e macchine più o meno senzienti, anche nella nostra realtà , abbiamo pensato, che questa nostra idea potesse dare vita ad un appuntamento dentro #digits17.
Ebbene questo specifico workshop non lo vedrete sabato prossimo a Prato, ma nei successivi appuntamenti digits in giro per l’Italia. Forse questa idea prenderà corpo già a Roma o forse avrà uno spazio riservato a cui potrete accedere a Milano oppure a Venezia, chissà . Quello che abbiamo già scoperto è che proveremo a raccontarla in due modi diversi, affidandola a quattro diversi narratori.
Il primo racconto sarà condotto durante le due ore del workshop che si intitolerà proprio come questo post: l’algoritmo dell’Umanità , da Claudia Vago e da Giovanni Boccia Artieri. Loro proveranno a immaginare un mondo in cui le tre leggi vengono davvero applicate. Ovvero proveranno a proporci una loro visione di questo nostro mondo come se le tre leggi fossero davvero in uso. Claudia da esperta di social media ragionerà sull’uso proprio di questi strumenti. Ci racconterà , o proverà a raccontarci un mondo in cui alla base dell’uso dei social ci possano essere proprio i tre principi inventati da Asimov. e Lasciando da parte la teoria, proverà a mettere in pratica le leggi e le applicherà ad una serie di casi specifici costruendo – per finta – ma applicando le leggi per davvero; una casistica lunga e dettagliata di esempi concreti (per finta). ;)
Pensate alla vita di tutti i giorni, la nostra vita, oramai vissuta tutta dentro l’universo digitale, un universo in cui ci si orizzonta con grande fatica e dove tutti -Â o molti di noi – invocano quotidianamente la creazione di nuove leggi, nuovi principi, nuove regole che ci mettano al sicuro da noi stessi.
Come la maggior parte di Voi certamente sa già , qui a bottega, rinneghiamo con forza l’idea che l’universo digitale in cui viviamo oramai tutti noi da decenni, necessiti di nuove gabbie, muri, catene e altri strumenti coercitivi di qualche tipo.
Dunque Claudia Vago in arte Tigella osserverà la realtà online a proverà a passarla dentro il setaccio delle tre leggi e della loro applicazione, mentre il sociologo dei media digitali Giovanni Boccia Artieri analizzando i nostri comportamenti in una società “con” e “senza” le tre leggi, ci racconterà gli scenari che già viviamo. Farà quello che fa sempre e con grande acume, suggerendoci però questa volta, una visione diversa dei nostri comportamenti sociali perchè realizzata attraverso l’applicazione delle tre leggi di Asimov. Proverà a immaginare come sarebbe il nostro comportamento, ma soprattutto, il comportamento delle macchine o meglio delle intelligenze artificiali di cui queste macchine sono dotate, in ossequio all’applicazione in modo ferreo e non negoziabile delle tre leggi enunciate dal grande scienziato e scrittore russo.
Una riflessione, a nostro avviso, quanto mai utile, addirittura necessaria, sebbene mutuata da leggi inesistenti e inventate da un romanziere, da applicare alla luce di come la nostra società si stia evolvendo anche grazie all’uso dell’AI e degli algoritmi che l’intelligenza artificiale utilizza in modo massiccio, sempre più massiccio, per interpretare la realtà e i nostri comportamenti. Come abbiamo detto, anche nell’attacco di questo stesso post, tutto quello che facciamo, tutte le nostre azioni coscienti o automatiche, da svegli o dormienti, producono dati. Molte milioni di informazioni ogni millesimo di secondo vengono messe dentro l’enorme ecosistema che è l’universo digitale – il nostro mondo – e tutte queste informazioni per poter essere utilizzate vengono passate dentro il setaccio di numerosi algoritmi, che a loro volta, le mettono a disposizione dei robot (le intelligenze artificiali, i computer insomma) che le interpretano sulla base di criteri – per ora – ma già adesso non del tutto, anzi sempre meno – decisi da menti umane. Le quali, menti umane, hanno dei limiti molto precisi nel processare grandi quantità di dati, quantità sempre maggiori di dati, e per farlo con sempre maggiore efficienza devono per forza fare ricorso alle macchine. Una specie di gatto che si morde la coda. Del resto non è a questo e per questo che sono stati inventati i computer? Per fare calcoli. Tanti miliardi di calcoli. Operazioni sempre più complesse e in modo sempre più veloce.
Partendo da queste ultime considerazioni proveremo a realizzare – nei nostri altri appuntamenti di #digits17 - altri incontri dedicati all’Algoritmo dell’Umanità e alle leggi di Asimov, di cui saranno protagonisti altri due esperti: un sociologo, Piero Dominici e un esperto di diritto amministrativo, Benedetto Ponti. Quest’ultimo tornerà a #digits17 non tanto e non solo nelle sue vesti di esperto di leggi e di come queste leggi vengano realizzate e poi applicate nella gestione della cosa pubblica, ma di esperto e amante della fantascienza e in particolare di Isaac Asimov. E per questo proverà a fondere la sua passione con il suo lavoro e proverà a raccontarci come mai, a suo avviso, il grande scrittore russo proprio in quel dato momento sentì l’esigenza di creare quelle tre leggi e quali riflessi ebbero quelle tre leggi dal punto di vista del “diritto” nel mondo in cui Asimov viveva e quali ne potrebbero avere in questo nostro mondo.
Mentre Dominici che da alcuni anni studia anche l’intelligenza artificiale nell’ambito delle scienze sociali, potrebbe provare a fornirci la sua interpretazione del complicato rapporto uomo/macchina che molto precisamente si delinea ogni giorno di più nella nostra quotidianità , visto attraverso l’applicazione delle tre leggi della robotica. Anche in questo caso provando a non fornire concetti astrusi o teorie astratte, ma comportamenti già visti, azioni già messe in pratica, modi di relazionarsi di interagire con la realtà che si attuano quotidianamente, per capire cosa cambierebbe mettendo in atto le tre leggi nella nostra quotidianità ?
Vi aspettiamo a #digits17 PIN polo universitario città di Prato 28 ottobre dalle ore 9,00 ;)
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