Gabriele, che forse non è nemmeno in possesso del tesserino professionale da giornalista, è uno dei migliori professionisti dell’informazione che abbiamo in Italia. Una persona che possiede una dote rarissima quella di riuscire a restare umano mentre svolge il proprio mestiere, di più, non solo non perde di vista la propria umanità , ma riesce a raccontare le storie che approfondisce aggiungendo umanità a umanità per non farci perdere di vista l’essenza dietro al fatto. Il nostro essere come tutti quelli che Gabriele, e tutti i giornalisti raccontano: persone dentro ai fatti.
In particolare Gabriele è riuscito negli anni a raccontare il “cosiddetto” fenomeno dei “cosiddetti” migranti con un’attenzione e un rispetto ai fatti dei singoli, delle persone, che ci ha permesso di rimanere umani dentro una storia che spessissimo è fatta solo di numeri e di cadaveri.
Proprio dai numeri raccolti da Gabriele negli anni con pazienza e grande professionalità che due altri professionisti del racconto, quello fatto con le immagini e i dati, hanno realizzato un opera denominata << migrant files >> in cui la tragedia di queste persone in cerca di una approdo sicuro dopo che la loro casa gli è stata tolta con la violenza delle armi, viene rappresentata con l’analisi dei numeri nella sua devastante realtà . Ma Gabriele non si è limitato a studiare il fenomeno delle migrazioni di massa, è anche andato nei posti da cui hanno origine le migrazioni, per capire, per conoscere le persone impegnate in questi drammatici viaggi, per raccontare l’umanità di ciascuno di essi.
Stiamo tutti con Gabriele ora più che mai e chiediamo al nostro Governo di stare accanto al nostro connazionale e a tutti i giornalisti italiani e non che non hanno fatto rientro nel proprio Paese e nelle proprie redazioni per colpa di quei fatti che sono andati sul campo a raccontare per nostro conto. Così come hanno già fatto e pubblicato su Articolo 21 i vertici della Federazione Nazionale della Stampa Italiana: il segretario generale Raffaele Lorusso e il presidente Giuseppe Giulietti.
” Quello che di grave poteva accadere in Turchia era già accaduto prima delle elezioni, con l’arresto di migliaia di oppositori e la chiusura quasi totale di tutti i media non allineati. Nelle carceri restano oltre 100 cronisti in attesa di processi affidati ad una magistratura che ha già subito un pesante processo di epurazione. Da giorni, infine, Gabriele Del Grande si trova in stato di fermo, sempre in attesa di essere rilasciato. Le Autorità turche hanno garantito a quelle italiane che la sua liberazione potrebbe essere imminente, ma sarà bene non abbassare la guardia e continuare ad “illuminare†la sua vicenda sino a quando non sarà davvero rientrato in Italia “.
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