Beppe Sala (via twitter)
Cosa può fare Milano per stare al passo con i tempi? Analizzare i modelli delle città più evolute e cambiare i propri modelli di organizzazione, i propri sistemi ed obiettivi
In questo momento abbiamo un tavolo aperto con New York perché dal punto di vista della trasformazione dei servizi digitali sono molto avanti
Voglio lavorare con le rappresentanze sindacali per affermare il principio di uguaglianza tra lavoratori, ma allo stesso tempo bisogna comprendere la velocità del tempo del mondo
Io come Sindaco di Milano non voglio subire l’innovazione, la voglio gestire
Dire che Milano è un baluardo della democrazia è vero, però per esserlo a tutti gli effetti è necessaria una conferma
Per cogliere le trasformazioni digitali è necessario un rapido lavoro di sintesi, coinvolgendo più parti possibili
La politica deve riconoscere che il dibattito sulla rivoluzione digitale deve necessariamente passare dalle cittÃ
Negli USA la politica viene sfidata dalla tematica ambientale e dalle trasformazioni tecnologiche. La loro risposta è un nuovo umanesimo digitale
Nella mia rapida missione negli Stati Uniti ho notato spaccature politiche, è normale. Tuttavia gli americani hanno la straordinaria capacità di ragionare sulle soluzioni
Massimo Bonini (via facebook)
Un piano regolatore delle reti e delle piattaforme per Milano
Più controllo pubblico dei dati, più trasparenza, più democrazia.
Ancora una volta vogliamo provare a dare un contributo per far crescere Milano.
In una città digitale il sindacato confederale si evolve e deve porsi anche l’obiettivo di come si evolvono le società digitali. Per proteggere lavoratori e cittadini nei cambiamenti senza dimenticare i problemi quotidiani.
Il Sindaco Beppe Sala accetta la sfida e Maurizio Landini avvalla il nostro percorso.
Da oggi lavoreremo per iniziare questo percorso.
Vogliamo un luogo di co-progettazione tra istituzioni, sindacati, imprese e università che serva a rendere la gestione dei dati digitali pubblica e trasparente e che determini le condizioni di lavoro nelle piattaforme digitali. Condizioni oggi precarie e sottopagate.
Questo lavoro migliorerebbe lo sviluppo della città in termini di sostenibilità , di qualità nei servizi e ne gioverebbe anche la democrazia.
Dobbiamo imparare a considerare le infrastrutture digitali di una città come le reti dei trasporti, gas, luce e acqua e questo consegna un nuovo ruolo al sindacato confederale che vuole governare i cambiamenti e le trasformazioni digitali nel lavoro e nella società .
Sempre con un solo obiettivo. Non lasciare indietro nessuno.
Michele Mezza (via facebook)
Di fronte ai silenzi e ai balbettii della politica, che si divide fra subalternità tecnologica e rimozione della domanda sociale che ha prodotto la rete, è necessario prospettare un nuovo patto sociale, che concepisca le comunità di utenti (città , territori, università , categorie professionali, gruppi di consumatori) come soggetti negoziali della potenza di calcolo, per realizzare una nuova fase di quella “rivoluzione del sole” che cinquant’anni fa, nei campus californiani, spinse i migliori talenti giovanili a programmare software che avrebbero cambiato il mondo.
Un piano regolatore delle intelligenze e della connettività . Il segretario della CdL Massimo Bonini ha proposto una conferenza dei servizi digitali come tavolo per negoziare i processi digitali fra cui il 5g.  Lo sbocco è stata la convergenza e adesione del sindaco Sala sul progetto di un Piano regolatore delle intelligenze e sul ruolo di una città come Milano, non solo come committente e programmatore, ma anche soggetto di co-determinazione della struttura e dei meccanismi cognitivi delle forme di  intelligenza artificiale. Il sindacato diventa così interlocutore diretto dei processi di automazione fin dalla fase di identificazione dei bisogni e degli obiettivi sociali degli algoritmi. Un modo, ha spiegato il segretario della Cgil Maurizio Landini, per orientare un modo di pensare l’innovazione superando la fase contemplativa e subalterna allo spettacolo tecnologico. Qualcosa di importante mi pare si sia messo in moto a Milano. E lo seguiremo.
Fiorella De Cindio (su facebook via Fondazione rete civica Milano)
Dati alla mano serve più democrazia!
Le infrastrutture digitali hanno molte potenzialità e devono essere impiegate anche nei processi democratici: bisogna sperimentarle nel governo delle città , nelle attività civiche… i singoli cittadini e lavoratori possono fornire con questi strumenti un grande contributo di sapere ed esperienza personale, ma devono avere la certezza che quanto fornito sarà valorizzato.
Elio Franzini (dal filmato della Cgil)
La rete a mio parere non deve sostituire quelli che sono i sistemi della democrazia
Maurizio Bonini (dal filmato della Cgil)
La Cgil milanese ha sottoscritto, nel proprio ultimo congresso, un impegno, che oggi vorremmo concretizzare. Nell’economia digitale c’è una ricchezza di cui oggi si parla poco che è quella dei dati e della proprietà dei dati. Oggi questa ricchezza, a livello globale, è in mano a pochi soggetti, e sono soggetti noti. Sono dati che vengono forniti dai singoli cittadini, che utilizzano i loro servizi, oppure utilizzano i servizi della P.a. che sono stati affidati in gestione a questi soggetti. Credo che non governare questa partita possa comportare dei rischi. Le città diventano un luogo strategico, fondamentale per iniziare a sperimentare il governo della gestione dei dati. Noi facciamo la proposta di governare i dati in modo trasparente e di proteggere i dati di ogni singolo cittadino. Può anche essere individuata una conferenza dei servizi digitali in cui si consegna il ruolo della macchina pubblica, di una governance pubblica, dove però interagiscono in maniera partecipativa tutti i soggetti che operano sul territorio.
Beppe Sala (dal filmato della Cgil)
Passate le elezioni adesso basta. E’ il momento che la politica abbia il coraggio e la capacità di sfidarsi su queste questioni. Io sono totalmente d’accordo con la proposta. E’ il momento del piano regolatore del digitale.
Michele Mezza (dal filmato della Cgil)
Mettiamo agli atti, in questo momento, l’apertura di un percorso del tutto inedito a livello nazionale.
Maurizio Landini (dal filmato della Cgil)
Se vogliamo ragionare c’è anche un problema per queste multinazionali sul sistema fiscale. Sento che oggi il ministro degli interni si occupa anche di tassazione e di flat tax. Uno dei nostri problemi, sarebbe quello di far pagare le tasse a queste multinazionali, come le pagano tutti gli altri soggetti in giro per l’Italia e resto del mondo, per recuperare delle risorse. E’ utile fare questa discussione così come è stata impostata dalla camera del lavoro di Milano: con l’amministrazione comunale, con il sindaco, ma in un luogo come l’università , e che si possa via via allargare ad altri soggetti. Perché c’è un altro elemento che deve essere chiaro: un processo di questa natura ha bisogno di ragionare in termini di sistema.
Fiorella Di Cindio (dal filmato della Cgil)
C’è bisogno di cultura di ricerca multidisciplinare, tra l’altro, perché non c’è una sola disciplina; non basta l’informatica, ci vogliono le scienze sociali, le scienze politiche, la giurisprudenza. Ci vogliono tutti i saperi insieme.
Massimo Tarantino (dal filmato della Cgil)
Ma è naturale non essere pronti, perchè sei in un processo di tale violenta e veloce trasformazione, che serve costruire un nuovo patto generazionale.
Marilisa D’Amico (dal filmato della Cgil)
Non solo una Milano dei diritti, ma siccome è una Milano dei diritti della persone, anche una Milano dei diritti digitali.