Il #meetoo in redazione: l’85% delle giornaliste che lavorano come dipendenti dei media dichiara di aver subito molestie
L’85% di giornaliste che lavorano come dipendenti dei media in quotidiani, tv e agenzie di stampa, esclusi i periodici, dichiara di aver subito molestie. Questo è il dato che emerge dall’indagine, effettuata con questionari anonimi, promossa dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana e condotta da Kairos Ricerche.
La ricerca è stata svolta inviando 2775 questionari, le risposte sono state 1132, il 42% del totale a partire da un gruppo di lavoro costituito dalla Commissione Pari Opportunità della Fnsi in collaborazione con Casagit, Inpgi, Usigrai, Ordine dei giornalisti e Agcom e con la consulenza della statistica Linda Laura Sabbadini.
Metà delle intervistate ha subito almeno una volta nella vita pressioni, avances o è stata seguita o controllata. In un caso su tre le giornaliste hanno dichiarato di aver subito ricatti sessuali.
Gli episodi di molestie hanno riguardano persone di tutte le età con battute a sfondo sessuale, insulti e svalutazione, gesti osceni, telefonate oscene, commenti sessuali, minacce di violenza e violenze tentate, minacce di diffondere immagini o video intimi.
Tutti abusi perpetrati in 3 casi su 4 dentro le redazioni, alla presenza di altri colleghi o in una stanza chiusa. Chi molesta ha più di 45 anni ed è in genere un superiore, a testimoniare che spesso la molestia è anche un modo per affermare la presunta superiorità di chi le commette, e dunque una presunta inferiorità della donna lavoratrice.
Il 60 per centro delle vittime ha parlato di quanto accaduto con altri colleghi, ma non con superiori, con il sindacato o con la polizia. Solo il 2 per cento delle intervistate ha dichiarato di aver denunciato l’accaduto: c’è paura di ripercussioni o si pensa che denunciare non serva a nulla.
Secondo Linda Laura Sabbadini: “I dati ci dicono che si tratta di un fenomeno diventato quasi strutturale. Che alle molestie sessuali sui luoghi di lavori si è fatta in qualche modo l’abitudine, come se fosse normale. Un clima che si è consolidato nel tempo, contro il quale è necessario un cambio di mentalità , Molto grave che nel 20 per cento dei casi il ricatto sia arrivato nel momento in cui la giornalista era alla ricerca di lavoro. Per quanto i risultati siano orientativi, e vadano presi con cautela, identificano comune una situazione di forte disagio”.