La televisiun la g’ha paura de nisun
La televisiun la t’endormenta cume un cuiun
YouTube è stato fondato il 14 febbraio 2005 da Chad Hurley (amministratore delegato), Jawed Karim (consigliere) e Steve Chen (direttore tecnico), tre ragazzi che in passato avevano lavorato per PayPal. Il primo video caricato su YouTube è stato Me at the zoo (Io allo zoo), pubblicato da Jawed Karim, alle 20:27 del 23 aprile 2005. Il breve filmato è stato girato di fronte alla gabbia degli elefanti dello Zoo di San Diego, in California. Karim, il cui username è jawed, è stato anche il primo utente a registrarsi sul sito.
Nel giugno del 2006, l’azienda ha comunicato che quotidianamente venivano visualizzati circa 100 milioni di video, con 65.000 nuovi filmati aggiunti ogni 24 ore. Nell’agosto del 2006, Sony ha acquisito il sito concorrente Grouper per 65 milioni di dollari; all’epoca questo evento aveva lasciato presupporre che il valore di mercato di YouTube potesse aggirarsi intorno al miliardo di dollari; tuttavia, la stima si è rivelata sottodimensionata: il 10 ottobre 2006, infatti, Google ha acquisito YouTube per 1,65 miliardi di dollari, pagati in azioni proprie.
 Dal 14 maggio 2007 il sito è disponibile anche in italiano
Con un giocatore di questo tipo seduto al tavolo dei competitor televisivi le cose non potevano in alcun modo rimanere stabili. Gli equilibri sono cambiati, eccome. Le implicazioni che queste scarne note che abbiamo estratto dalla scheda che wikipedia ha dedicato a You Tube, sono tali e tante, da poter essere comprese con facilità da chiunque. Lasciando da parte le riflessioni dotte – non alla nostra altezza – potremo facilmente azzardare che You Tube sia in breve tempo diventata una sorta di televisione globale. Una tv visibile ovunque e da chiunque. Una tv senza palinsesto – o meglio con palinsesto variabile e totalmente personalizzabile - e fruibile sia sui televisori “semplici” e “fissi”, sia su tutti gli altri “strumenti” provvisti di uno schermo a nostra disposizione, e, in genere, utilizzabili in “mobilità “. Ma lasciando da parte questi discorsi “alti” e tornando alla “televisiun”, la domanda che ancora ci poniamo è: come mai? Perchè nella presunta abbondanza e “facilità “ digitale,  non si sia avviato un nuovo e potente sviluppo del settore televisivo? E per sostanziare meglio la domanda e i presupposti che essa porta con se, andiamo a pescare alcuni stralci significativi da altrettanti articoli del nostro archivio dedicati al tema:
Si chiamerà ‘’jukebox’’ e lo lancerà la CBS News fra qualche giorno. E’ un servizio di televisione internet: 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana ma soprattutto televisione personalizzata.
Â’Â’E’ una tv di contenuti da scaricare via “podcasting” sul mio dispositivo portatile
Una televisione non stop che nega il tempo e il luogo dove la televisione è stata tradizionalmente consumata, il divano di casa. Perché va sul computer, si vede al lavoro, in treno, a letto. Una televisione che non appartiene più al televisore, inteso come oggetto fisico’’.
La logica è chiara: c’è una sola testata che si esprime con più mezzi, diretta a pubblici diversi, ma con un’ unica strategia informativa ed economica.
Current tv chiunque può mandare del materiale filmato e sperare nella sua messa in onda.
La missione del neonato network televisivo sta tutta nella citazione di Orson Wells: “Non date loro quello che pensate vogliano, date loro ciò che non hanno mai pensato fosse possibile”
tutti i filmati saranno sottoposti a una scelta e a una verifica, soprattutto riguardo i temi preponderanti: moda, lavoro, finanza, cronaca, costume. Ogni servizio che andrà in onda sarà pagato 250 dollari. Inoltre la stessa emittente metterà a disposizione dei corsi online per imparare a girare e a montare i servizi.
Innovazione anche sul versante spettatore: ogni utente potrà crearsi il proprio palinsesto, selezionando ‘on demand’ i programmi che desidera vedere.
(Current la tv fai da te 18 ago 2005)
Produzioni
Al di là dei contenuti generati in maniera casuale dagli utenti e quindi distribuiti in rete, sul Web avranno un peso crescente le cosiddette produzioni ProAm che riusciranno in buona parte a conquistarsi un’importante fetta di mercato all’interno dell’industria nu-televisiva, soprattutto grazie ad un nuovo processo produttivo low cost e ai nuovi linguaggi/format utilizzati. Se paragonate infatti alle produzioni televisive classiche queste realtà hanno un vantaggio competitivo senza precedenti proprio nella gestione dei costi. Una serie NetTV al top viene a costare mediamente sui $3000 al minuto (dati confermati da più fonti es. Prom Queen, Buried Alive), ma la maggior parte delle serie NetTV ha un costo minuto di un terzo (circa $1000) pur rimanendo con un livello qualitativo (script, cast, girato, montaggio) decisamente alto. Una serie TV ha dei costi molto variabili (in funzione del cast, del numero di riprese, delle location, etc.) ma raramente scende sotto i $30.000 per minuto, raggiungendo picchi ragguardevoli (>$70.000 x minuto)  Â
(il 40% dell’audiovisivo nel 2012 passerà via internet 26 dic 2007)
Dunque che fine hanno fatto tutte queste belle cose? E soprattutto cosa ne è stato della “rete orizzontale” che rendeva tutto democratico e accessibile, e rendeva possibile ogni cosa? Dove sono queste produzioni a basso costo di cui si parla nell’ultimo ns articolo citato, risalente al 2007? E Current TV, per la quale si era speso – addirittura - un vice presidente degli Stati Uniti? E per venire a noi nel Belpaese, cosa ne è stato del bellissimo e molto funzionale “esperimento” tutto italiano di piattaforma video – stile You Tube – che si chiamava You Reporter, dopo che nella migliore delle tradizioni delle “start up tecnologiche” di ogni luogo e latitudine, i suoi creatori-possessori l’hanno venduta per tanti bei dollaroni ad un editore italiano mainstream: Rcs Corriere della Sera, per non far nomi? Domande, molte delle quali retoriche, a cui proveremo a rispondere nelle prossime settimane con qualche altro articolo sul tema. Cominceremo con una intervista ad Angelo Cimarosti, co-fondatore e co-gestore del “fenomeno You Reporter”, il quale, nel corso degli anni ha scritto anche un libro sul tema, e qualche tempo dopo si è unito alla nostra associazione.   Grazie dell’attenzione e alla prossima ;)