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World Press Freedom Index 2023: libertà di informazione, la situazione è sempre più grave

Il report annuale World Press Freedom Index 2023 pubblicato da Reporters Sans Frontières in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa promossa dall’Unesco , rivela un importantecalo nella libertà dei media, con 31 Paesi ritenuti in una “situazione molto grave”, rispetto ai 21 di appena due anni fa.

Secondo l’ultimo report di RSF , la libertà dei media è in pessime condizioni in un numero crescente di Paesi: la disinformazione, la propaganda e l’intelligenza artificiale rappresentano minacce crescenti per il giornalismo.

Il World Press Freedom Index ha rivelato uno calo nella libertà dei media e l’aumento dell’aggressività da parte dei governi autocratici  e di alcuni che sono considerati democratici  unita a “massicce campagne di disinformazione o propaganda” ha fatto peggiorare la situazione.

L’Italia recupera 17 posizioni nella classifica mondiale e si attesta al 41esimo posto, sorpassando gli Stati Uniti che, avendo perso tre posizioni, diventano 45esimi.

Il 2022 è considerato un anno nero per i giornalisti e la libertà di stampa. Sono stati 86 i reporter uccisi, per lo più al di fuori delle zone di guerra. Sono 1582 i giornalisti uccisi nel mondo dal  1993. Altre centinaia di giornalisti sono stati aggrediti o imprigionati. Mentre gli attacchi e l’odio online contro la stampa crescono è necessaria la libertà di espressione dato che l’avvento dell’era digitale ha cambiato l’intero panorama delle notizie. Se Internet ha aperto nuovi canali di informazione ed espressione, ha anche fornito terreno fertile per coloro che cercano di seminare disinformazione e teorie cospirative per questo oggi le bugie viaggiano molto più velocemente della verità.

Fra i paesi più virtuosi la Norvegia, paese sul podio da 7 anni consecutivi, seguita dall’Irlanda e dalla Danimarca. Seguono nella top ten: Svezia, Finlandia, Olanda, Lituania, Estonia, Portogallo e Timor Est. Gli ultimi tre posti sono occupati da paesi asiatici: il Vietnam al 178esimo posto, la Cina che perdendo 4 posizione scende al 179esimo,  definita da Reporters Sans Frontières “il più grande carceriere di giornalisti al mondo” , mentre all’ultimo posto si classifica la Corea del Nord.

La Grecia è il peggiore Paese nell’Unione europea per quanto riguarda la salvaguardia della libertà di informazione. Il paese mediterraneo si trova al 107esimo posto su 180, preceduto per quanto riguarda gli Stati Ue da Malta (84esima) e Ungheria (72esima). La libertà di stampa in Grecia ha subito gravi battute d’arresto tra il 2021 e il 2023: lo scandalo delle intercettazioni che ha rivelato come il Servizio nazionale di intelligence greco spiasse diversi giornalisti.

La Tunisia è tra i Paesi che hanno perso più posizioni nella classifica di Reporter Senza Frontiere scendendo dal 94esimo al 121esimo posto su 180 Paesi, perdendo 27 posizioni. L’India segna un preoccupante arretramento: il Paese è scivolato al 161esimo posto, mentre nel 2022 si trovava al 150esimo. Al contrario, sempre secondo il rapporto, tra i Paesi confinanti il Pakistan è migliorato, passando dal 157esimo al 150esimo posto, lo Sri Lanka è salito al 135esimo gradino dal 146esimo del 2022.

 

Il report mostra inoltre come progressi tecnologici stiano consentendo ai governi e agli attori politici di distorcere la realtà, mettendo a repentaglio il diritto all’informazione. Secondo RSF l’intelligenza artificiale aiuterebbe l’industria della disinformazione, diffondendo contenuti manipolativi su vasta scala, violando i principi di rigore e affidabilità, aiutando i governi a combattere una vera e propria guerra di propaganda basata sulla manipolazione di contenuti.

Nella giornta mondiale della Libertà di stampa dal suo account twitter @Pontifex, papa Francesco ha sottolineato il ruolo fondamentale che l’attività giornalistica rappresenta per il benessere della collettività: “La Libertà di Stampa è un indice importante dello stato di salute di un Paese. Infatti le dittature si affrettano a restringerla o sopprimerla. Abbiamo bisogno di giornalisti liberi, che ci aiutino a non dimenticare tante situazioni di sofferenza”.