Le Post.fr, un anno dopo: un sito il più aperto possibile

out-182.jpg Meno del 20% dei lettori entrano nel sito del gruppo leMonde attraverso la prima pagina – Gran parte degli articoli hanno link verso l’ esterno (e non sono “chiusi”, come accade di solito nei siti d’ informazione) – La partecipazione non è un mito perché in un giorno i contributi dei lettori oscillano fra 150 e 300 e 100.000 sono i commenti mensili – Tutti i giornalisti animano e si confrontano con dei gruppi di collaboratori – Annunciata una nuova forma di tg sul web

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La porta d’ ingresso al sito non è la prima pagina, attraverso cui passa solo il 20% degli utenti. L’ informazione non ruota più attorno a una redazione ma si sviluppa in maniera reticolare. La partecipazione non è affatto un mito. L’ informazione sfugge al controllo dei giornalisti, che devono imparare nuovi mestieri.

Sono alcune delle “lezioni” venute da un anno di lavoro nella redazione di LePost.fr,  sito  laboratorio di Monde Interactif (editore di Monde.fr) che il 9 settembre ha festeggiato il primo anniversario, come rileva in un post sul suo blog, Benoit Raphael, che ne è uno dei redattori.  

Dalle 1.500 visite del primo giorno – racconta Raphael – il traffico oggi oscilla fra le 160.000 e le 200.000 visite al giorno, con 400.000 pagine viste. E una progressione del 20% in più per ogni mese. Dati che situano il sito davanti a quelli dell’Express e del Point, e appena sotto quello del gruppo Parisien/Aujourd’hui en France.

Ma, al di là delle cifre, Raphael sottolinea l’ elemento di fondo dell’ esperienza, cioè la “volontà di inventare delle nuove pratiche”, approfittando dell’ ampia libertà che è stata concessa alla redazione.

“Avevamo bisogno di questa libertà – scrive Raphael – per esplorare tutti gli aspetti dei media online, per rompere le barriere dell’ informazione tradizionale: niente gerarchie dell’ informazione, niente navigazione classica, interfacciare l’ attività di una redazione con la produzione di contenuti da parte degli utenti, vedere l’ informazione come una rete, uscire dal mito del ‘giornalismo dei cittadini’ per giocare la scommessa della partecipazione popolare e del giornalismo collaborativi.

Nient’ affatto semplice… Mai del tutto assimilato. Ma non ci siamo mai arresi”.

In particolare, sottolinea Raphael, “abbiamo costruito LePost come una radio, perché la radio è senza dubbio il mezzo che si avvicina di più alla dinamica della conversazione del web 2.0 (e non è certo per caso che i blog sono stati avvicinati alle prime radio libere) e alla dimensione ‘live’ della Rete.

Volevamo un sito che si avvicinasse il più possibile al quotidiano e al ritno dei suoi lettori: la prima pagina doveva affondare i temi della conversazione del momento, quello di cui si parla la mattina al bar, ma anche gli altri argomenti del giorno, l’ attualità locale, la trasmissione tv della sera prima, ecc. Ed è da questa volontà di collegarsi ai discorsi degli internauti che nasce la dinamica partecipativa”.

Che cosa abbiamo capito?
  

1- Che la posta d’ ingresso del sito non è la Prima (meno del 20% dell’ audience). L’ interfaccia di navigazione: è Google, sono gli altri siti, il flusso dei RSS. E questo cambia tutto. L’ informazione si costruisce diversamente, non si diffonde allo stesso modo. Essa è liquida, atomizzata, ipersegmentata , ipermantizzata (grazie ai tag). Su Le Post, i canali di diffusione delle notizie sono tre volte più vari che nei siti tradizionali.
2- L’ informazione non è più centrata su una redazione, ma è una informazione di rete. "Do what you do the best, link to the rest" (fate quello che sapete fare meglio, il resto lasciatelo ai link): su Le Post, la maggior parte degli articoli rinviano verso l’ esterno, verso il meglio del web. Se una testata ha trattato bene un argomento, li linciamo. Se pensiamo che bisogna andare oltre, allora interviene la redazione.  
3- La partecipazione all’ informazione è un mito? Nel cosiddetto “giornalismo dei cittadini” sì, nel media partecipativo no. Sul Post, gli internauti pubblicano fra i 150 e i 300 contributi al giorno. Un quarto dei contenuti che hanno richiamo in Prima sono frutto della comunità.
Gli internauti vanno a cercare le informazioni sulla Rete, le collegano fra di loro, le confrontano, mettono il naso dove gli altri media non avevano visto niente. Eccellenti lettori, si infilano negli interstizi di una informazione saturata per farne venir fuori il senso , e creare dei nuovi contenuti. E sono i primi testimoni della loro attualità. Tra i 100.000 commenti pubblicati ogni mese, numerose testimonianze sono state raccolte da giornalisti.

4- L’ informazione sfugge ai giornalisti. Accanto all’ informazione tradizionale, cresce un’ altra informazione, bruta e non verificata. Il ruolo dei giornalisti si ridisegna sulla forma di questa nuova realtà. E abbiamo bisogno anche di una nuova tracciabilità dell’informazione.  

5- Il nuovo mestiere dei giornalisti: verificare e scegliere ma anche animare le comunità. Ed educare i cittadini alla produzione dell’ informazione. Su LePost, tutti giornalisti animano e si confrontano con dei gruppi di collaboratori.

6- La fine dei media mirati? Piattaforma, sito comunitario e media di informazione, Le Post tocca tutti i settori, tutte le nicchie, tutti i profili. E’ l’ informazione che va verso il lettore (media delle masse), non il lettore che va ad abbeverarsi a un sito di informazione che gli somiglierebbe  (média di massa).

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In un anno di sperimentazione, la parola “noi” – continua Raphael – ha assunto tutta la sua dimensione. Rete, comunità, conversazione, nomadizzazione, le sue declinazioni hanno preso la forma di una vera sfida:

– Le Post deve restare un mezzo accessibile, ma può toccare tutti. Parlare di tutto, essere una porta d’ ingresso alla ricchezza dell’ informazione sulla Rete, anche su argomenti aspri. E per questo appoggiarsi alla potenza della comunità.

– E quindi: come far partecipare la comunità all’ identità del sito, alla sua animazione e alla sua linea editoriale? Ma anche alla sua politica di moderazione?

– Infine, quali nuovi format informative per il domani? Ne abbiamo inventati molti. E quest’ anno abbiamo fatto del video una priorità: rompere le barriere  rivendicando lo zapping televisivo come un genere editoriale. E stiamo per inaugurare questa seconda stagione con una nuova forma di telegiornale sul web .

– Il ‘mobile’, naturalmente. Le Post è nomade, una radio partecipativa a cui ci si connette da dovunque. Una versione mobile del sito dovrebbe uscire presto… e far parlare di sé.
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