Il citizen journalism di Global Voices alza la voce
Importanti riconoscimenti per i progetti legati al network di Global Voices Online. Rising Voices entra tra i finalisti del concorso “Best of Blogs 2008” (BOBs), il Washington Post si occupa ampiamente di Voices without Votes nell’imminenza delle presidenziali USA, e il New York Times riprende sempre più frequentemente i post di GVO
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Fanno passi avanti in questi giorni i progetti di citizen journalism legati al network di Global Voices Online. Rising Voices entra tra i finalisti del concorso “Best of Blogs 2008” (BOBs), il Washington Post si occupa ampiamente di Voices without Votes nell’imminenza delle presidenziali Usa, e il New York Times riprende sempre più frequentemente i post di Global Voices Online.
Rising Voices è stato selezionato dal concorso “Best of Blogs 2008” (BOBs) di Deutsche Welle tra i 176 finalisti per le 16 categorie in lizza. Nonostante la nutrita presenza di simili competizioni, BOBs è sicuramente tra le più importanti a livello internazionale: sono previsti 11 premi per ognuna delle lingue in concorso riservati a blog, podcast e videoblog auto-prodotti.
Dal 2004 Rising Voices offre microfinanziamenti a una dozzina di comunità di blogger in aree sottorappresentate, tra cui: ‘Voces Bolivianas’, che descrive le difficili situazioni delle comunità boliviane, ‘REPACTED project’ che da Nakuru, in Kenya, spiega come fare educazione sanitaria con il teatro di strada, o ‘Blogging the Dream’ che racconta i sogni della comunità rumena.
Il voto è aperto a tutti, basta farlo entro il 26 novembre.
Voices without Votes parte dall’idea che le elezioni del Presidente USA abbiano un impatto mondiale ed è quindi giusto dar voce al cittadini globali sull’evento. In un ampio articolo del 27 ottobre, il Washington Post descrive il progetto, partito ai primi di febbraio 2008, grazie a una partnership con l’agenzia Reuters, e coordinato dalla giornalista Amira Al Hussaini, che vive in Canada ma è nativa del Bahrain, arcipelago del Golfo Persico. Sono una ventina i volontari fra i 20 e i 30 anni, a costituire la redazione di VwV che ogni giorno setaccia più di un migliaio di blog in tutto il mondo e traduce dalle diverse lingue in inglese, le reazioni della blogosfera ai vari eventi di questa campagna elettorale. La sconfitta di Hillary Clinton e la scelta di Sarah Palin, per esempio, sono un’occasione per le ragazze del Kuwait per rivendicare il diritto all’educazione, mentre nelle ultime elezioni in Brasile, il fatto di dichiararsi apertamente sostenitori di Obama non ha portato fortuna a nessun candidato.
Analogamente a Reuters e varie testate internazionali, anche il New York Times ha appena deciso di aprire un canale preferenziale con Global Voices Online, riprendendone quotidianamente i post e aprendosi al citizen journalism anche grazie a una rubrica dedicata ai blogger di tutto il mondo, Topic Times. Dove si riprendono post sulla deforestazione a Sri Lanka e vari eventi in Cina, mentre già lo speciale di GVO sulla guerra in Ossezia del Sud, ai primi di agosto 2008, aveva ottenuto ampi rilanci sui media internazionali.
Altra notizia importante prontamente rilanciata da GVO in queste ore è l’incontro avvenuto a fine 1985 tra il senatore USA John McCain e il dittatore cileno Augusto Pinochet. L’evento, finora mai rivelato, è stato scoperto e segnalato dal giornalista John Dinges su due blog spagnoli. Notizia tutt’ altro che trascurabile, ora ripresa e commentata variamente online – pur se pressoché ignorata dai ‘grandi media’.
Maggiori dettagli sul tutto sono reperibili nell’ edizione italiana di Global Voices Online, la cui redazione ha aperto anche un gruppo su Facebook.