Come raccontare donne e migranti, le ”Parole del giornalismo” al Festival di Mantova
Capire che cosa i cittadini pensano del giornalismo e di come i giornalisti ‘’usano’’ le parole.
E’ stato dedicato a ‘’Le parole del giornalismo’’ il contributo che l’ Ordine dei giornalisti sta dando al Festivaletteratura di Mantova, proseguendo una collaborazione nata nel 2010, e che quest’ anno si concretizza in due appuntamenti.
‘’E’ una buona occasione per confrontarci con i lettori e, attraverso le loro domande, capire cosa pensano del nostro lavoro e di come i giornalisti ‘usano’ le parole. Quelle che fanno leggere e apprezzare i nostri pezzi, quelle che irritano perché  troppo specialistiche, quelle che annoiano perché diventano tormentoni senza senso, e quelle che giustificano tragedie come il femminicidio’’, spiegano Gegia Celotti e Giancarlo Ghirra, che da quattro anni curano la partecipazione dell’ Odg al Festival.
‘’Si tratta di esperienze molto interessanti – aggiungono – . Il pubblico è curioso e vuole sapere, se vai fuori tema ti riprende e rifà la domanda quando cerchiamo di svicolare’’.
Il primo incontro di questa edizione, quello con Michela Murgia,  era dedicato a “Le parole delle donne”. La scrittrice è stata intervistata da   Riccardo Romani, giornalista di Sky, sul tema del femminicidio. “L’ ho uccisa perché l’amavo” è il titolo dell’ultimo libro di Michela Murgia, mentre Romano ha scritto su questo tema “Le cose brutte non esistono“.
Al centro della discussione il modo in cui i giornali parlano dell’uccisione di donne che, quasi sempre, avevano o avevano avuto dei rapporti sentimentali con i loro assassini. La discussione ruota attorno a una serie di questioni chiave. Come spesso gli articoli adottino tesi giustificative nei confronti dei colpevoli, come si usino stereotipi del tipo: “folle d’amore, colto da raptus, era depresso”. Come a volte la vittima passi in secondo piano o, peggio, come si parli di lei soprattutto per raccontare dettagli inutilmente morbosi.
Il secondo evento curato dall’ Ordine è in programma sabato pomeriggio e prevede la partecipazione di due straordinari protagonisti del giornalismo d’ inchiesta sotto copertura: Fabrizio Gatti e il giornalista tedesco Gunther Wallraff . Il titolo, azzecatissimo, è “Dal nostro infiltrato speciale”. Sia Gatti sia Wallraff sono autori di inchieste difficili, soprattutto sulle condizioni di lavoro dei migranti che entrambi hanno compiuto assumendo un’ altra identità .
Un lavoro che comporta grandi rischi (Wallraff tra l’altro ha costituito un’associazione di assistenza legale per i giornalisti che lavorano in questo modo), ma che certo offre la possibilità di avvicinare realtà che altrimenti resterebbero ai più assolutamente sconosciute. A moderare il dibattito e il dialogo con il pubblico sarà Giancarlo Ghirra,  sino a poche settimane fa vicepresidente dell’  Associazione Carta di Roma, la carta deontologica voluta da Fnsi e Ordine, raccogliendo le preoccupazione dell’Alto commissariato Onu sui rifugiati, a proposito dell’ informazione relativa a richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti.
I temi trattati nelle precedenti edizioni erano stati:
– nel 2010 ‘’Le parole del giornalismo sportivo’’, raccontate da Jose Altafini e Darwin Pastorin e ‘’La cronaca giudiziaria’’, dibattito tra Fiorenza Sarzanini e Carlo Lucarelli;
– nel 2011 ‘’L’Etica e la moda’’,  con Luca Testoni (direttore di Etica News) che moderava l’ incontro fra Martino Midali (stilista che NON fa pubblicità ) e Lucia Serlenga (critica di moda del Giornale), e ‘’La posta dei lettori’’,  con Beppe Severgnini e Maria Venturi,  sull’unica forma di giornalismo in controtendenza: la posta funziona ancora benissimo e fuori dal teatro Ariston c’era la coda…
Lo scorso anno, 2012, i temi sono stati: ‘’Non mangiamoci le parole’’, sul tema della critica gastronomica, con Licia Granello e Giovanni Assante, (produttore di una pasta quasi artigianale di Gragnano) e ‘’Come raccontiamo la scienza’’, dibattito tra Giovanni Bignami (astrofisico, autore di libri ed ex direttore dell’agenzia spaziale europea) e Marco Cattaneo,  direttore di Le scienze e National Geografic.