Personalizzazione o Serendipity per l’ informazione online?
Nella sua Monday note di questa settimana, François Filloux affronta il problema dei rapporti fra la sempre maggiore personalizzazione dell’ informazione e la serendipity (la capacità di cogliere e interpretare correttamente un fatto rilevante che si presenti in modo inatteso e casuale nel corso di una ricerca diversamente indirizzata).
Il lettore – osserva Filloux- è da ‘studiare’ nei suoi comportamenti soprattutto da parte dei media tradizionali che spesso perdono link a causa di ottimi content curator che ripropongono le news ai lettori in maniera più interessante. O ad aggregatori di notizie efficaci, per non parlare di storify….
di Claudia Dani
La riflessione di Frédéric Filloux, di questa settimana analizza quale sia la strada da percorrere per ‘conquistare il lettore con le news online. La strada si biforca: da un lato la sempre maggiore personalizzazione dall’ altro la  serendipity. Questo termine merita un approfondimento.  Non di facilissima traduzione, indica la capacità di cogliere e interpretare correttamente un fatto rilevante che si presenti in modo inatteso e casuale nel corso di una ricerca diversamente indirizzata. Tradotto nell’ambito giornalistico lo si può collocare a metà del percorso fra le notizie e la loro fruizione.
È immediatamente chiaro che, di qualsiasi prodotto media si stia parlando, essere in grado di entrare nel processo della formazione dell’attenzione del lettore è importante.
Ogni mattina si naviga sul sito web famigliare, come spiega Filloux, e ritrovarsi a leggere di un argomento che fino a quel momento era completamente estraneo, ecco perché la serendipity e il giornalismo paiono inseparabili. Ma non è così semplice gestire la serendipidità nel mezzo del rapporto fra ricerca di news e utenti.
La prima riflessione che Filloux ci porta a fare è che chiunque si occupi di news online debba affrontare la questione. Al di là delle risposte che ognuno può dare nell’interpretare il processo da affrontare, Filloux ci fa notare che c’è già qualcuno, come il colosso Google che sta lavorando ad una soluzione che comprende insieme serendipidità e personalizzazione.
Riportiamo la traduzione di parte del post di Filloux in cui troviamo il resoconto dell’incontro con Richard Gingras, Senior Director delle news e dei prodotti social di Google.
 <<La settimana scorsa, ho parlato con Richard Gingras, il Senior director delle news e prodotti sociali di Google (in altre parole, egli sovrintende Google News e Google+ da un punto di vista editoriale e commerciale)…
…secondo Gingras, “oggi la personalizzazione della notizia è molto sofisticata. Si osservano i modelli di lettura degli utenti, quando ad esempio si sono lette cinque storie sulla Primavera Araba la deduzione che ne deriva è che si sia interessati a quell’argomento. Ma non è così che dovrebbe funzionare la cosa. In realtà , si potrebbe essere interessati a molte altre cose…
Il passo ulteriore richiede la comprensione dei concetti “. E questo è un dato su cui Google sta lavorando, afferma Gingras. Non solo per le notizie, ma per prodotti come Google Now che rappresenta il più grande sforzo di Google sulla ricerca predittiva.
(Google Now: Si tratta di un estensione di Google Search che grazie all’archiviazione delle ricerche abituali fatte dall’utente prova a prevedere cosa l’utente desidererà la prossima volta)
L’idea è quella di collegare tutti i dati di cui Google è in possesso, da quelli a livello individuale fino a quelli del gruppo sociale, e andare oltre per prevedere i prossimi passi dell’utente. Quest’analisi incredibilmente dettagliata di preferenze e inclinazioni personali, si inserisce nel quadro della grande macro-scala del mondo digitale, ed è al centro della strategia di Google, come si vede nello schema qui sotto.
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 Google sta sviluppando tecniche volte a ‘catturare’ segnali precisi, necessari a trattare contenuti più rilevanti, spiega Gingras. Non solo quelli direttamente collegati ad un singolo argomento, ma basati su un centro di interesse originato in base ai concetti associati a modelli online individuali, analizzati in contesti più ampi.Â
Nel fare ciò Gingras sottolinea l’abilità di Google News di sviluppare una sorta di serendipity colta (il termine è mio, di Filloux, ndr), rispetto al restringere la mente dell’utente fornendolo solo di output grezzi risultato di un motore di personalizzazione.
 In altre parole, sulla base del consumo di notizie, dei modelli di ricerca degli utenti, e una profonda analisi delle email e dei messaggi – confrontato con centinaia di milioni di altri – Google sarà in grado di suggerire, ad esempio, un link al profilo di un artista su Harper’s, quando si sia su Google News per reperire notizie sulla Siria.
 Questo non significa personalizzare le notizie in un senso stretto, ma che la serendipity non è semplice neanche essa. Questo è il modo di Google di anticipare i desideri intellettuali ed emotivi degli utenti. Affascinante e spaventoso.>>
Insomma Google ci sta indicando una via? Senza dubbio il lettore è da ‘studiare’ nei suoi comportamenti soprattutto da parte dei media tradizionali che spesso perdono link a causa di ottimi content curator che ripropongono le news ai lettori in maniera più interessante. O ad aggregatori di notizie efficaci, per non parlare di storify….