Pubblicità : il 62% degli editori Usa hanno già adottato il ‘’native advertising’’
Il 62% degli editori americani hanno già adottato forme di native ad, da Forbes a The Atlantic, fino ad arrivare recentemente al New York Times. Mentre il tasso di adozione è del 41% fra i marchi e del 34% fra le agenzie pubblicitarie. Sono alcuni dei dati emersi da una ricerca condotta da Hexagram (e diffusa nel novembre scorso) che ora Memeburn riprende in un articolo che fa il punto sullo  situazione del settore. Lo studio – che in Italia non aveva avuto grande eco – era stato realizzato interpellando più di 1.000 fra editori, addetti al marketing di vari brand ed agenzie pubblicitarie degli Stati Uniti.
La Ricerca è intitolata “The State of Native Advertising 2014” ed è, secondo Memeburn, ‘’il primo rapporto vero di grande ampiezza sul fenomeno’’.
Le forme più diffuse sono risultati i post sul blog ( 65 % ) e gli articoli ( 63% ). In testa per popolarità nel campo del ‘’native ad’’ sono annunci di Facebook (56%), video ( 52 %), tweet ( 46%) e infografica (35%), anche se è risultato che gli editori utilizzano meno lo strumento in questi ultimi settori, più frequentati invece da agenzie e brand. E che potrebbero costituire – osserva Kyle Knox su Memeburn – un nuovo campo di concorrenza fra editori ma anche nel rapporto editori-agenzie. Â
 Per quanto riguarda le motivazioni che hanno condotto ad adottare questo nuovo format, il 67 % ha dichiarato che cercavano di dare maggior peso e rilievo ai loro brand. Il 63% indicava l’ obbiettivo di un coinvolgimento dei consumatori. Il 62%  puntava a creare una maggiore attenzione e il 43% la necessità di essere presenti nella crescita sempre più rapida di internet, dopo il superamento dei banner.
L’indagine ha anche approfondito il motivo per cui alcuni fra editori, agenzie e marchi non hanno ancora imboccato la strada del native ad nonostante l’ ampia adozione che ne hanno fatto gli altri.
Il 44% di tutto il campione ha citato questioni di bilancio come prima ragione. Il 30% hanno detto di essere demotivati per il fatto di non avere a disposizione abbastanza informazioni sul traffico che esso produce. Il 23% pensa che la mancanza di sufficiente trasparenza nei confronti dei lettori e di rilevanza per i brand. Il 20% invece ritiene che il settore del native ad abbia più probabilità di subire dei contraccolpi rispetto alla pubblicità tradizionale .
All’ interno del campione, l’ 11 % degli editori, il 23 % delle aziende e il 18% delle agenzie non hanno nessun progetto per l’ utilizzo di native ad, ma bisognerà vedere in futuro se, con l’ emergere di nuovi dati, rimarranno irriducibili.
Ottimismo per il futuro
Gli editori – osserva Memburn – prevedono un’ ulteriore crescita delle entrate da native ad. L’ indagine rileva che la stragrande maggioranza di tutti gli editori sono convinti che il native ad “rappresenta un nuovo canale di entrate ” e prevedono che i loro ricavi pubblicitari aumenteranno del 10% nel prossimo anno. Con gli attuali ricavi medi pari al 20,4%, sorprende – dice Memeburn – che per il prossimo anno gli editori stimino che “una media del 30,1 % delle loro entrate verranno da campagne di native ad.
Per i brand la futura adozione del native ad diventerà più chiara col tempo. Per le aziende che già lavorano col native ad, questo dovrebbe crescere dall’ attuale 27,5 al 33%% del budget pubblicitario. Complessivamente, nel campo delle aziende, la stima che viene fatta è su una percentuale del native ad sull’ intero budget pubblicitario del 24,3%.  Per gli editori è sicuramente un a buona notizia.
Gli editori saranno senza dubbio soddisfatti di questo livello di tasso di adozione . Indipendentemente dal fatto che i brand aumentino o meno la spesa, ci si può comunque aspettare una maggiore innovazione nei tipi di inserzioni ‘’native’’ che gli editori offriranno.
Per quanto riguarda le agenzie, la previsione è di un leggero aumento di utilizzo del native ad per il prossimo anno, dal 25,5 % al 27,9 % .
Infine, il rapporto include una previsione sull’ aumento dei tassi di adozione del native ad per il 2014 . Un ulteriore 16 % degli editori, il 20 % per cento delle aziende e il 12 % delle agenzie progettano di aggiungere la pubblicità ‘’nativa’’ alla loro offerta nel 2014.