Erasmus

Amount of direction signs with europeans countries names.

Una studentessa del corso di Linguaggio Giornalistico del Prof. Raffaele Fiengo, uno dei fondatori e maggiori contributori di Lsdi, docente nel corso di laurea in Comunicazione dell’Università di Padova, ha provato con una tesina a spiegare il fenomeno << Erasmus >>.
Il documento – come dice in una breve nota di accompagnamento lo stesso professor Fiengo – si intitola proprio Erasmus ed è stato preparato dalla studentessa Giulia Pedrina per la prova d’esame di “Linguaggio giornalistico”, del corso di laurea triennale in Comunicazione dell’università di Padova.
E’ particolarmente interessante – sottolienea il docente – la parte in cui spiega il valore reale dell’incontro quotidiano delle diversità. Lei era diversa tra i diversi..
Noi accogliamo con grande gioia la segnalazione del professor Fiengo e pubblichiamo alcuni stralci di questo documento, quelli che a nostro avviso risultano essere più emblematici e meglio spiegano il significato di questa esperienza di << lavoro-studio >> all’estero. Ringraziando Giulia per il saggio e Raffaele per il suggerimento vi ricordiamo che il link al documento integrale lo trovate in calce all’articolo.

 

 

Umberto Eco a proposito dell’Erasmus, ha detto:

“Si parla poco sui giornali economici del programma di scambi universitari Erasmus, ma Erasmus ha creato la prima generazione di giovani europei. Io la chiamo una rivoluzione sessuale, un giovane catalano incontra una ragazza fiamminga, si innamorano, si sposano, diventano europei come i loro figli. Dovrebbe essere obbligatorio, e non solo per gli studenti: anche per i taxisti, gli idraulici, i lavoratori. Passare un periodo nei paesi dell’Unione Europea, per integrarsi”.

L’Erasmus è un’esperienza di vita che spinge i giovani a crescere, ad aprirsi al mondo, ad avere fede in sé stessi e negli altri, a superare i pregiudizi e ad amare il mondo e le persone che ne fanno parte. Ed è proprio per tutte queste sue caratteristiche che molti studiosi vedono in questo programma il futuro dell’Europa: non più un continente formato da diversi Paesi ma un unico e grande Paese arricchito dalle diversità che convivono al suo interno.

 

 

…se si vuole unire il mercato tra un numero molto vasto di Paesi allora è bene fare un passo in più: unire le persone tra di loro, l’identità europea è quindi diventata un obiettivo essenziale, è fondamentale spingere i giovani di oggi, futuro del domani, a creare quell’identità europea che al momento è ancora assente…

 

 

E’ quindi evidente ora come il programma Erasmus vada oltre alla semplice mobilità per studenti col fine di migliorare un’altra lingua e offrire esperienze estere. Il programma Erasmus vuole educare gli studenti alla cittadinanza europea e aiutarli a formare un’identità comune a lungo termine.

 

 

In molti credono che la nuova generazione Erasmus sia il futuro dell’Europa.

 

 

Se con la propria lingua madre riusciamo a definire un colore con quattro parole diverse, imparando un’altra lingua possiamo descrivere quello stesso colore con altre due o tre espressioni e relative sfumature e sfaccettature. Insomma, non è solo il nostro vocabolario che aumenta, ma è soprattutto la nostra sensibilità che si arricchisce e in questo senso il mondo appare sempre più colorato!

 

 

… si impara a vivere e a mettersi alla prova fuori dal contesto quotidiano. i ragazzi prendono fiducia nelle loro capacità: quando si è persi in una città straniera, piccola o grande che sia, si può contare solo su sé stessi…

 

 

L’Erasmus riesce a fare emergere la parte migliore di ognuno di noi. Com’è possibile? Beh, è molto semplice. Vivendo in un ambiente che pullula di diversità si riesce ad imparare a cogliere la stessa differenza non più come fonte di paura per il “diverso”, ma come un elemento aggiuntivo. Anche perché, e questo è un punto fondamentale, il “diverso” non sono più solo gli altri, ma sei tu stesso che fuori dal tuo contesto abitudinario risulti agli occhi degli altri un elemento nuovo. Quindi, diversi tra diversi il meccanismo è solo uno: imparare a conoscersi.

 

 

Oggi le esperienze Erasmus non sono più raccontate a voce ai pochi amici di casa, ma vengono diffuse e condivise con tantissime persone tramite i nuovi canali digitali. E non ci si limita a video, fotografie o immagini amatoriali fatte in casa, ma si sviluppano prodotti tecnicamente elevati. A testimoniare questo sono i numerosi video che sono stati creati, come il documentario creato dal gruppo “Erasmus247” e intitolato “Nativi europei”.

 

 

 

 

Ma la voglia di condividere si ritrova anche in numerosi blog, alcuni utilizzati solo per condividere l’esperienza, altri per dare consigli, altri ancora per aiutarsi a trovare casa o “trucchetti” per adattarsi meglio nella nuova città.

 

 

…se l’obiettivo dell’Unione Europea è quella di unire i diversi Paesi non solo dal punto di vista monetario, ma anche e soprattutto da quello culturale, allora bisogna ampliare i fini del progetto Erasmus a tutti i giovani, anche ai lavoratori.

 

 

Per quanto gli studenti siano comunque un importantissimo settore della nostra comunità, destinati a guidare il futuro del nostro continente, è bene considerare anche tutti coloro che, nel loro piccolo, contribuiscono a mantenere e sviluppare ogni angolo di questa Europa unita: i giovani lavoratori. Loro rappresentano sì il presente, ma anche il futuro, ed è giusto che anche loro possano partecipare in maniera attiva alla creazione di questa identità Europea.

 

 

Si potrebbe considerarla come una fase di iniziazione all’ingresso del mondo lavorativo, una fase di formazione importante tanto quanto è stato in passato il servizio militare obbligatorio. I risultati che si potrebbero venire a creare sarebbero, oltre alla formazione di un’identità europea riconosciuta su tutti i livelli della società, anche la formazione di una gioventù più spigliata e volenterosa, più tollerante e motivata, lontana da quei limiti razziali e di pigrizia che spesso, ma non sempre, accompagnano i giovani di oggi. E sebbene spesso un’esperienza del genere faccia paura, lasciare la propria famiglia e i propri comfort per ritrovarsi un altro paese senza certezze, è proprio il superamento di tale paura che porterà i giovani a capire i propri limiti e ad apprezzare la diversità come parte fondamentale e arricchente della nostra vita. Solo così capiranno quanto sia bello essere cittadini del mondo.
Qui il documento integrale.

 

 

di Giulia Pedrina