Gli altri protagonisti di #digitTorino

Tutto pronto per il 5 ottobre in via Agostino da Montefeltro sede del Coworking per giornalisti Pressbox recentemente aperto dall’Associazione Stampa Subalpina nei locali di ToolBox Coworking dove si svolgerà la nostra manifestazione dedicata ai temi del giornalismo, della comunicazione e del digitale: #digitTorino. Continuiamo dunque ad analizzare la manifestazione e concentriamoci sui relatori della giornata di lavoro. Abbiamo raccontato nel precedente articolo alcuni di loro in ordine sparso. Ora vorremmo raccontare gli altri a cominciare da un amico di recente acquisizione: Davide Rossi. Trattasi non di giornalista bensì di attore;  un affabulatore, un piroettista acrobatico della notizia. Lavorando di limetta e calibro, Davide aggiusta la realtà – o forse si limita semplicemente a descriverla -   nell’unico modo possibile dentro quest’epoca affastellata da fake news e post-verità, quello divertito e divertente. Lo fa con perizia e dovizia di particolari, lo fa con l’accuso e senza carte nella manica, lo fa con l’intento di strapparci un sorriso. E ci riesce, ve l’assicuriamo, sempre. La sua strada ha incrociato la nostra a #digitRoma ed è stato subito odio profondo per le notizie vere che turbano la gioia di ascoltare  le “sue notizie”. Anche durante #digitTorino le incursioni sdrammatizzanti di Davide Rossi torneranno a solleveraci il morale, e di questo lo ringraziamo anticipatamente.

 

 

 

Padrone di casa a #digitTorino sarà il segretario del sindacato dei giornalisti piemontesi Stefano Talia impegnato in uno speech a quattro mani assieme all’editore digitale Enrico Anghilante.   Tallia giornalista sportivo della Rai coadiuvato da Anghilante che oltre ad essere un editore è anche un grande esperto di  digitale in ogni sua forma e declinazione,  racconteranno dal punto di vista del sindacato e degli addetti ai lavori  pregi e difetti del nuovo contratto dei lavoratori della stampa periodica Uspi, firmato, per la prima volta nella storia della categoria, a maggio dell’anno in corso.  Ad introdurre il tema iniziamo intanto qui e ora, riportando di seguito un breve estratto del contratto della stampa periodica italiana:

 

 

” Rientra in questa qualifica il redattore web per il quale si intende un giornalista iscritto all’OdG che oltre alla professionalità che lo contraddistingue raccoglie una serie di ulteriori competenze tecniche proprie della redazione scritta e/o per immagine, dell’impaginazione, della titolazione, della pubblicazione, divulgazione e dell’analisi dei dati degli articoli su un mezzo di informazione digitale.

Le parti concordano che rientrano tra le mansioni affidabili al redattore web anche quelle del redattore digitale (web editor), che si occupa della buona leggibilità e facilita l’indicizzazione degli articoli sui motori di ricerca; del videomaker e del web imagine editor, che realizza e trasforma immagini (sia foto che video) adattandole alla pubblicazione su internet; del social media e community manager, che veicola i contenuti del giornale attraverso il canale dei differenti sociale network; dello sviluppatore digitale (web deloveper) che ricerca e sviluppa le soluzioni per incrementare performance e usabilità del sito; del web designer che si occupa del layout e stile grafico dei prodotti editoriali digitali “.

 

 

Grande amico di digit, associato in Lsdi, giornalista scientifico specializzato in tematiche ambientali, Sergio Ferraris ritorna in un appuntamento digit per affrontare un tema centrale nelle dinamiche odierne della comunicazione: l’educazione all’uso dei media detta anche media literacy. Ferraris è un grande esperto di giornalismo e comunicazione ed è anche uno sperimentatore. Un vero scienziato della notizia che da anni prova in prima persona ad applicare l’innovazione al mestiere giornalistico. Ma vediamo nello specifico di cosa si occuperà nel suo speech utilizzando una definizione dotta e transnazionale del tema in oggetto:

 

 

” L’Unione europea definisce ufficialmente la Media Literacy come la capacità di accedere ai media, di comprendere e valutare criticamente i diversi aspetti dei media a cominciare dai loro contenuti, di creare comunicazione in una varietà di contesti. La Media Literacy riguarda tutti i media, compresi la televisione e il cinema, la radio e la musica registrata, la carta stampata, Internet e le altre forme di comunicazione”.  Questa definizione fa riferimento ad un concetto di alfabetizzazione più ampio di quello tradizionale ed include l’insieme di conoscenze e competenze che fanno di un cittadino una persona “colta”, vale a dire in grado di comprendere il mondo che lo circonda e di partecipare attivamente al suo progresso. Generalmente, le componenti essenziali della Media Literacy sono rappresentate dagli studiosi con le 5Cr: Culture (consapevolezza culturale), Critical (pensiero critico), Creative (produzione creativa), Comprehension (comprensione), Citizenship (cittadinanza attiva). La Media Education è il processo educativo che fornisce alle persone le competenze relative alla Media Literacy. Grazie ad essa si acquisiscono le competenze necessarie a selezionare, usare, analizzare, identificare le fonti dei messaggi, ad interpretarli, a valutarli “.  

 

 

Benedetto Ponti professore universitario di diritto amministrativo, grande esperto di media, comunicazione e giornalismo, appassionato di economia, è stato dall’inizio  uno dei più convinti sostenitori dell’introduzione di un freedom of information act anche in Italia.  La battaglia per il Foia, portata in Italia in prima battuta e in epoca non sospetta proprio da noi di Lsdi e in particolare dal nostro fondatore  Raffaele Fiengo e dal nostro associato Andrea Fama, è stata poi accolta e sostenuta da tanti altri illustri rappresentanti della società civile che si sono costituiti in due diversi comitati che hanno poi realizzato molte attività di mobilitazione a favore del progetto. Il Foia è divenuto legge dello Stato nel maggio del 2016 ma da allora, purtroppo, il giornalismo, non lo sta usando. Ponti nel suo intervento a #digitTorino proverà a spiegare a tutti e con grande semplicità e completezza quanto possa essere utile uno strumento come questo per facilitare e migliorare il lavoro dei giornalisti in ogni settore della loro attività, come dimostrano premi di grandissimo prestigio – ad esempio il Pulitzer – vinti ripetutamente da giornalisti free lance o redazioni strutturate di quotidiani e periodici grazie ad inchieste realizzate utilizzando il freedom of information act. Di seguito l’estratto ad un articolo de Il Fatto in cui viene citata una delle più importanti inchieste giornalistiche degli ultimi anni realizzate grazie ad una procedura Foia di richiesta di accesso a documenti riservati:

 

 

” Il Senate Intelligence Committee degli Stati Uniti ha rilasciato un riassunto di 524 pagine del report (formato da 6200 cartelle, ndr) sulle torture della Cia nei confronti di almeno 119 sospetti terroristi, dopo l’11 settembre 2001. Il rapporto, che si basa su informazioni raccolte in cinque anni, attraverso lo studio di oltre 6 milioni di documenti interni all’intelligence americana, parla di detenuti costretti a subire torture e atti di violenza che andavano oltre la pratica illegale del “waterboarding“, una simulazione di annegamento che prevede il versamento di acqua gelata su un asciugamano appoggiato sulla faccia del detenuto. Duro il commento del presidente Barack Obama: “I duri metodi utilizzati dalla Cia sono contrari e incompatibili con i valori del nostro Paese “.

 

 

Il professor Mario Rasetti è l’ultimo dei relatori di #digitTorino di cui vogliamo parlarVi. Last but not least – come direbbero i nostri cugini anglosassoni – il grande scienziato piemontese ci onora per la seconda volta della sua presenza ad un evento digit, riempiendoci di orgoglio e riconoscenza. Sarebbe davvero molto complesso provare a raccontare l’incredibile carriera del professore, ci limitiamo a ricordarVi che Rasetti professore emerito del Politecnico di Torino, con la sua Fondazione Isi di cui è fondatore e da alcuni anni anche presidente, studia e realizza algoritmi oltre a lavorare nella ricerca nei settori della scienza dei sistemi complessi e della scienza dei dati, affrontando anche  molti temi di eccellenza come  i computer quantici. Ringraziando il professore per aver accolto la nostra richiesta e Voi per averci concesso la Vostra attenzione vi lasciamo con un video dell’intervento del professore estratto dai materiali di #digits17.