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Dossier free-lance
L'altra metà delle redazioni
Il segretario Fnsi:
Almeno i due terzi dei giornalisti italiani sono fuori dal lavoro dipendente
‘’Il prossimo sarà il rinnovo contrattuale del e sul lavoro autonomo’’
Almeno due terzi dei giornalisti italiani sono fuori dalla sfera del lavoro dipendente. E’ la valutazione che Paolo Serventi Longhi-intervenendo al Circolo della stampa di Milano in occasione della presentazione del Dossier di Lsdi sui free-lance – ritiene più realistica rispetto ai dati ufficiali che possono essere desunti dalle iscrizioni all’ Inpgi 2, e che pure già mostrano un sorpasso numerico dei giornalisti ‘’autonomi’’ rispetto ai giornalisti dipendenti.
Le ultime cifre parlano di 18.500 iscritti all’ Inpgi 2. Anche se 3.500-4.000 di essi hanno ancheuna posizione nell' Inpgi 1 – sono cioè dipendenti (come articoli 1,12 o 36) -, restano quindi 14.000 free-lance rispetto agli 11.500-12.000 giornalisti dipendenti.
Secondo Serventi Longhi si tratta comunque di un numero largamente inferiore alla realtà, perché non tiene conto di tutta la fascia di giovani collaboratori, precari, stagisti, ecc. In pratica quindi, secondo il segretario Fnsi, almeno i 2/3 dei giornalisti italiani sono fuori dal lavoro dipendente.
La situazione italiana è dunque drammatica e il sindacato – ha sottolineato Serventi Longhi - deve attrezzarsi per dare una risposta. ‘’Non possiamo correre il rischio di una frantumazione del sindacato. Il rinnovo contrattuale di febbraio – ha annunciato - sarà il rinnovo del e sul lavoro autonomo’’.
‘’Il protocollo sul lavoro autonomo varato col precedente contratto – ha spiegato - va trasformato in un vero e proprio contratto di lavoro, in uno specifico articolato. E deve contenere un tariffario realistico ma equo.
Dobbiamo pensare poi, sul piano della rappresentanza sindacale, a una struttura di base del lavoro autonomo, dello stesso tipo del Gruppo pensionati, e puntare all' abolizione nella Fnsi di qualsiasi barriera professionali/collaboratori.
In questo quadro – ha detto ancora Serventi - la Legge sull' Ordine, con la distinzione fra professionisti e pubblicisti, è ora assolutamente anacronistica e assurda. Anche perché fra i pubblicisti ormai macellai o panettieri ce ne sono sempre di meno.
Dobbiamo rafforzare la nostra strategia di sindacato di servizio e quindi ci vogliono maggiori risorse. Soprattutto sul piano delle vertenze, anche quelle individuali, per consentire ai tanti colleghi singoli costretti a ricorrere in giudizio contro gli editori di sostenere il peso finanziario dei giudizi.
E poi – ha detto ancora Serventi Longhi - abbiamo un bisogno assoluto di avere informazioni, materiali, dati sulla situazione. Dobbiamo capire bene qual è la realtà. In questo quadro apprezzo il lavoro che sta facendo Lsdi e al congresso proporrò di tenere presente questa esperienza come base per la costruzione di un Ufficio studi della Fnsi’’.(p. r.)
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