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E ora tocca ai magazine, le bibbie del divertimento
Colorate e dalla grafica accattivante, le nuove pubblicazioni sono rivolte a un pubblico di giovanissimi
di Giovanna Canzi
(http://www.ied.it/milano/master/webjournalism0304/articolo_freemagazines.htm)
Accanto alla distribuzione gratuita dei principali quotidiani “free papers” quali Metro, City e Leggo, le città italiane sembrano ultimamente invase da una miriade di magazine e pocket magazine free press. Colorate e dalla grafica accattivante, le nuove pubblicazioni sono distribuite in location alla moda, frequentate da un pubblico “trendy” in cerca di svago e novità.Fra un cocktail e l’altro i giovani milanesi (o romani, o torinesi, o bolognesi) sfogliano con voracità le nuove “bibbie del divertimento”, per conoscere il concerto del mese o il locale del momento. Oltre alle informazioni relative alla sfera dell’entertainment, i free magazine cercano di captare le tendenze e se è possibile di anticiparle, con servizi dal taglio innovativo e graffiante. Esemplare, in questo senso, è il milanese Zero 2, con le varianti locali Zero 51 (Bologna), Zero 55 (Firenze), Zero 10 (Torino), che rivoluziona il modo di comunicare con il suo pubblico, fondendo la propria identità con il messaggio pubblicitario presente in copertina. Se è vero, infatti, che la free press vive solo grazie agli introiti pubblicitari, perché non esasperare ironicamente la situazione e presentarsi di volta in volta con il volto di un nuovo brand? Come ogni prodotto che si rispetti, anche Zero 2 presenta, poi, una data di scadenza e sotto la voce “istruzioni per l’uso” troviamo la formula “da consumarsi preferibilmente entro…”. Ironia e forte impatto visivo sono, quindi, alcune delle strategie comunicative proposte dai free magazine.Altre testate preferiscono, invece, presentarsi con una veste più sofisticata, glamour, adatta a un pubblico raffinato e d’elite.Fra queste Pass Free, che eredita il format di una precedente pubblicazione dal nome Pass Milano, è una guida alla città, ricca di segnalazioni relative ai luoghi (locali, ristoranti, negozi) e agli appuntamenti delle città italiane. L’uscita della pubblicazione, distribuita dal circuito Promocard, si lega a particolari eventi, che necessitano di nuovi media di comunicazione: il Salone del Mobile, la settimana della moda, il natale, l’estate. La parte di sezione è corredata da un magazine, legato alle tendenze urbane. I temi trattati sono relativi al mondo del design, della moda, dell’arte e della fotografia. Gli stessi contenuti, allargati anche alla sfera del cinema, dello sport, del tempo libero, si ritrovano anche in Urban, mensile che ha sicuramente fatto scuola., per la grafica originale e l’impostazione innovativa e di qualità. Controllato per l’85% dalla norvegese Jotunfjell e distribuito in 300.000 copie nelle maggiori città d’Italia, si distingue dalle precedenti pubblicazioni per il formato tabloid e per una foliazione di maggior respiro. Ricca di inserzioni pubblicitarie, che ne hanno consentito la diffusione e l’esistenza (su circa 80 pagine, 40 sono di pubblicità), fino a Maggio di quest’anno ha rappresentato un modello, a cui guardare con ammirazione. Risale, infatti, al 12-05-04 la notizia scioccante che per “razionalizzare la struttura dei costi”, Urban ha licenziato tutti i sei giornalisti della sua redazione (compreso il direttore responsabile Alessandro Robecchi) dopo tre anni di vita, perché l’editore lamenta un calo del 10% sulle entrate pubblicitarie previste per il 2004. Le successive uscite sono state affidate a un service esterno, fino a quando verrà creata una nuova redazione, più snella e meno costosa. Nonostante ciò, si nota che l’ondata di pubblicazioni gratuite rispondono, in qualche modo, a un’esigenza del mercato ancora pronta ad investire. La reazione futura del pubblico giovanile, da cui dipende l’interesse delle aziende, determinerà, poi, il futuro dei nuovi free press, “stelle cadenti” o “costellazioni fisse” della Galassia Gutemberg.
Qui una intervista all’ editore di Pass free, erede del milanese Pass Milano
http://www.ied.it/milano/master/webjournalism0304/articolo_intervistagiovaneeditore.htm
Continua
INDICE
Introduzione
1) Un’ altra anomalia italiana
L’ esclusione dei quotidiani gratuiti da Audipress e Ads
Intervista ad Alexander Koeb
2) Metro, City, Leggo
Tre quotidiani per tre milioni di copie
Il popolo della free-press in Italia
1.738.000 lettori nel giorno medio
(Eurisko, 17 febbraio 2005 )
3) Sarà l’ era della free press?
Free press: City, Metro e Leggo, nuovi astri nella Galassia Gutenberg tra web e tv
di Micol Mazzeo
4) Se nessuno lo compra, perché tutti lo pianificano?
(Inserzione Publikompass per Metro)
Metro international: investiti 220 milioni di euro in dieci anni
Intervista a Pelle Tornberg, presidente e CEO di Metro international
(da Dagens Nyheter, Stoccolma)
5) Negli Usa la free press punta in alto
L’ Examiner diventa gratuito e consegnato a casa senza costi per sfidare il Washington Post
di Giuliana Ferraino
6) La rivoluzione della free press
(Megachip.info)
E ora tocca ai magazine, le bibbie del divertimento
Colorate e dalla grafica accattivante, le nuove pubblicazioni sono rivolte a un pubblico di giovanissimi
di Giovanna Canzi
7) E la Fieg?
Cheli: la free press ci avvicina alla media dei lettori europei
L’ indice diventa 145 su mille, come in Francia
(di Silvia Lambertucci, Ansa)
Rapporto Asig (Associazione stampatori giornali)
Nel 2003 l’ industria dei quotidiani flette ma cresce la free press
I Free papers non influiscono sui consumi dei quotidiani tradizionali
Un convegno Ifra
(novembre 2002)
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