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Il giornalismo tra ventate di ottimismo e incertezze continue
Audience
Nel 2006 è cresciuta la spinta verso nuove modalità tecniche atte a misurare meglio l’audience delle testate d’informazione. La pressione in tal senso arriva da due direzioni. Gli inserzionisti, preoccupati di dover suddividere il budget su una serie crescente di piattaforme, vogliono dati più precisi su chi consuma cosa. E in certi media, i produttori ritengono che i vecchi metodi diano cifre troppo ridotte rispetto alla realtà. Ciò vale soprattutto per il mondo online, nel 2006 fonte primaria di informazione per 92 milioni di cittadini. Cosa che ha provocato la caduta dell’audience per l’ambito tradizionale. Perfino la radio pubblica, che nell’ultimo decennio aveva visto salire gli indici d’ascolto, sembra essersi ridimensionata. E lo stesso vale per i settimanali alternativi, fino a tempi recenti un settore in crescita. Un grande cambiamento si nota nell’informazione della Tv via cavo, dove l’audience è calata del 12% in prima serata e dell’11% durante la giornata. Tra i quotidiani, nonostante le speranze di qualche risalita, la circolazione giornaliera è scesa di un ulteriore 3%, e di quasi il 4% per l’edizione domenicale. Nel corso degli ultimi tre anni, le perdite totali sono state, rispettivamente, del 6,3% e dell’8%.
Complessivamente l’audience per le riviste è rimasta stazionaria, ma il Time, ad esempio, ha deciso di ridurre il tetto della circolazione che garantisce agli inserzionisti.
Per quanto riguarda i network Tv, nonostante nuovi conduttori, milioni di dollari in promozione, l’attenzione della stampa e quant’altro i telegiornali serali hanno perso un altro milione di spettatori, circa lo stesso numero perso annualmente durante gli ultimi 25 anni. Mentre i telegiornali del mattino hanno toccato gli indici più bassi degli ultimi dieci anni, 13,6 milioni di telespettatori.
Ancora più rapido e generalizzato il declino dell’audience per le notizie locali in Tv, mentre rimane in crescita la stampa etnica. Per la prima volta il numero dei bambini ispanici nati in Usa ha superato quelli degli immigranti, e la circolazione di quotidiani e pubblicazioni in lingua spagnola continua a salire: nel 2005 (ultimi dati disponibili) superava i 17,6 milioni di copie complessive.
Mentre appare in ripresa l’ascolto delle radio via Internet, gli indici delle comuni emittenti rimangono stabili, con oltre il 90% delle persone che l’ascolta almeno qualche volta durante la settimana — pur se probabilmente le news rimangono una parte minima. Analogamente a quanto accade con i dispositivi MP3: solo il 3% ascolta i podcast d’informazione, con il 6% che riceve l’attualità sul cellulare e il 18,5% sul PDA.
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