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Dossier:

Cinque anarchici del sud.
Una storia degli anni Settanta

Angelo Casile, uno dei cinque anarchici rimasti uccisi, che protesta contro quel mondo così difficile da combattere

Capitolo 2
La scoperta dell’anarchia

2.1I primi contatti con il movimento

L’adesione dei ragazzi al movimento anarchico è precoce, e avviene intorno al 1964/65.

In questi anni conoscono Massimo Chillino, che dopo la morte di Bruno Misefari era il maggiore esponente anarchico a Reggio. Chillino introduce i ragazzi alla lettura dei classici del pensiero libertario: Stirner, Malatesta, Bakunin, Kropoktin. I giovani trovano così un punto d’incontro tra l’esperienza del movimento e il difficile contesto sociale nel quale si trovano a vivere.

Uno dei primi a scendere in piazza a manifestare le proprie rivendicazioni è Angelo Casile. Nel 1965 appena quindicenne attraversa il corso principale della città con due grandi cartelloni sandwich, nei quali a caratteri cubitali c’è scritto:

 

PROTESTO

CONTRO IL BORGHESISMO INVADENTE

DELLE GUERRE

DELLE DISTRUZIONI

DELLE BOMBE ATOMICHE

DEI PREGIUDIZI

E

DELLE IPOCRISIE

Contro quel borghesismo che finora si è dimostrato buono

A niente

Buono solo

ALL’ODIO

AL RAZZISMO

ALLA VIOLENZA

NOI GIOVANI DICIAMO

NO

A TUTTO QUESTO

 

Dopo aver percorso tutta la strada principale giunge in piazza Indipendenza, dove si siede al centro della fontana, e dove due poliziotti lo prelevano e lo conducono al commissariato.

Iniziative come questa, o come la passeggiata che lo stesso Casile fa la domenica mattina con una gallina al guinzaglio, imitando le signore della buona borghesia che vanno alla messa, fanno parte di tutta una serie di provocazioni che egli seppur giovanissimo metterà in atto per scuotere un ambiente, quello della sua città, che percepisce come chiuso, provinciale e benpensante. Casile si attesta, rispetto ai suoi compagni, su posizioni anarchiche più classiche, orientate al pensiero bakuniano che in quegli anni trova ispirazione nella rivista «Volontà», un mensile che propone l’organizzazione degli anarchici in gruppi e realizza un giornale la cui redazione è itinerante: proprio in quegli anniviene stabilita a Tessano, vicino Cosenza, guidata da Giuseppe Rose.

Non appena la sede del mensile viene fissata a Cosenza, Scordo, Aricò e Casile iniziano una attiva collaborazione, proponendosi tra l’altro come distributori nell’intera provincia reggina. Da Cosenza arriva anche il primo ciclostile, all’epoca strumento preziosissimo per diffondere materiale.

La divulgazione di riviste e opuscoli avviene in un luogo nevralgico di scontro per i ragazzi: la scuola. È qui che avvengono i primi scontri e i giovani anarchici sperimentano le prime forme di lotta.Nel 1965, quando Casile diffonde insieme ad un compagno dei volantini intitolati «Chi sono gli anarchici?»e «I martiri di Chicago»sarà punito con

«cinque giorni di sospensione, senza obbligo di frequenza, per aver distribuito materiale sovversivo. »

Ma già nel corso dell’anno precedente in un articolo pubblicato dal giornale scolastico «La Tavolozza» aveva denunciato «la presenza armata degli Stati Uniti come una interferenza arbitraria e ingiustificata al principio di libera autodeterminazione dei singoli paesi.»

Il primo tentativo di aggregamento degli anarchici reggini avviene in questi anni, quando seguendo l’esperienza dei Provos olandesi costituiscono un gruppo spontaneo quanto eterogeneo denominato “Kropotkin”, che miscela al suo interno arte, cultura, contestazione sociale.

 

2.2La Baracca

Nel 1968 Angelo Casile espone i suoi quadri presso la galleria d’arte «Ibico», adiacente al tempio battista. Da questa esperienza nasce una duratura collaborazione con la comunità protestante che, come vedremo,porterà all’organizzazione di manifestazioni in comune nel corso della rivolta di Reggio due anni dopo. E proprio l’interesse di una delle famiglie di fede battista, la famiglia Canale, porterà ad offrire ai giovani anarchici l’utilizzo come sede per le proprie attività dell’abitazione dell’avvocato Biagio Campagna, una delle personalità più in vista all’inizio del secolo in città.

Si tratta di una villacostruita dopo il terremoto che distrusse completamente la città nel 1908; situata al centro della città, nelle adiacenze del corso principale,è formata da una struttura circondata da un giardino che, negli anni Sessanta, era completamente trascurato. Nonostante tutto versi in condizioni di abbandono, gli anarchici in breve tempo cercheranno di dare vita alla casa.

Sede atipica, un po’ abitazione, un po’ atelier, luogo di elaborazione del pensiero politico, luogo di dissacrazione, la Baracca diviene progressivamente l’epicentro dei giovani della contestazione reggina, di tutti quelli che vogliono sfuggire ad ogni rigido inquadramento, come quello proposto dai partiti del tempo.

Alla Baracca trovano asilo e accoglienza giovani artisti, i delusi della sinistra istituzionale, il gruppo del Manifesto espulso dal PCI, giovani compagni del PSIUP, e ben presto diviene anche il luogo dove ospitare giovani stranieri in viaggio per il mondo, di passaggio a Reggio.

Ai giovani anarchici si unisce anche Urlo, un cane addestrato ad abbaiare e ringhiare a poliziotti e carabinieri….

Alla Baracca arrivano giovani da tutta Europa, si rafforzano anche in questo estremo angolo d’Italia i rapporti con i movimenti europei, si ritrovano i compagni conosciuti nei viaggi. E proprio ospite della baracca arriva nell’ottobre 1969 un gruppo di anarchici romani: sono gli aderenti al «22 marzo», e tra di essi ci sono Pietro Valpreda, e la giovanissima Annelise Borth.

E proprio laBaracca sarà presa d’assedio dagli esponenti fascisti locali poche ore dopo lo scoppio delle bombe a Milano e Roma il 12 dicembre 1969. Dopo avere avuto notizia degli attentati, gli anarchici preoccupati di essere indicati come bersaglio si erano asserragliati nell’abitazione. Fuori dall’edificio rimarrà per tutta la notte un presidio della polizia politica insieme ad alcuni agitatori di destra. Solo due tra essi tentano di penetrare all’interno dell’edificio, ma vengono respinti da Franco Scordo che li colpisce a colpi di badile.

Nel 1975 la redazione giungerà a Reggio Calabria, guidata da Massimo Chillino

 

 

Editi dalla casa editrice Antistato di Cesena

Cuzzola, Cinque anarchici del sud, Città del sole edizioni 2001

 

In Cuzzola, op.cit.

 

 

In Cuzzola, op. cit

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CINQUE ANARCHICI DEL SUD
UNA STORIA DEGLI ANNI SETTANTA

Introduzione

Parte 1

Capitolo 1 Dall’estremo Sud lungo le strade d’Europa

Capitolo 2
La scoperta dell’anarchia

Capitolo 3 L’anarchismo italiano alla ricerca di un nuovo equilibrio

Capitolo 4
L’adesione all’anarchia

Capitolo 5
Controcultura e controinformazione

Parte 2

Capitolo 6
1969:gli scontri di piazza e l’entrata in scena delle bombe

Capitolo 7
La strage di piazza Fontana

Capitolo 8
La rivolta di Reggio Calabria

Capitolo 9
Il deragliamento della “Freccia del Sud”

Capitolo 10
Nella notte di Ferentino

Capitolo 11
Luci e ombre di un incidente

Bibliografia