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I GIORNALI CARTACEI E ON-LINE IN EUROPA
Capitolo 20 - Conclusioni
Richard van der Wurff
Gli editori di giornali in Europa stanno sperimentando attivamente edizioni online. Nel 2005, circa dieci anni dopo l’introduzione dei primi giornali online in Europa, è difficile trovare giornali che non abbiano un sito web. Questa esplosione dell’attività online dimostra che gli editori stanno accettando seriamente le opportunità e le sfide di Internet. Fanno già fronte da qualche tempo a tirature stabili o in declino, come a quote nel mercato pubblicitario stabili o in declino. Ad oggi, gli editori sono inoltre messi a confronto con nuovi competitori, entrambi nel mercato dei lettori – dove le organizzazioni dei media e qualche neonata impresa in Internet offrono servizi online di notizie competitivi – dove i siti di annunci economici e la pubblicità mirata su Internet competono con la tradizionale pubblicità su carta stampata. Lo sviluppo di edizioni online ben ideate può essere parte di una strategia di successo per sventare queste minacce e per imbrigliare le proprietà di Internet a favore della posizione di mercato degli editori.
Il motivo principale per cui le altre organizzazioni dei media e le neonate imprese in Internet possono entrare nel cuore del mercato dei giornali con prodotti online, è che le copie digitali e la distribuzione su Internet sono molto più economiche delle copie e della distribuzione su carta stampata. Dal momento che i costi delle macchine stampatrici rendono eccezionalmente impraticabili le barriere per entrare nei mercati dei giornali stampati, gli equivalenti online si possono iniziare con quattro soldi. E quando l’informazione editoriale è già disponibile e pagata – è il caso, per esempio, delle organizzazioni di diffusione radiotelevisiva – la qualità degli equivalenti “economici” online non è necessariamente peggiore della qualità di molti dispendiosi giornali stampati.
La più grande minaccia a lungo termine per gli editori, comunque, è che i cambiamenti nella struttura dei costi sconvolgano le basi al modello di affari del giornale stampato. Finché i costi (delle macchine stampatrici, le matrici dei caratteri a stampa, e l’inchiostro e la carta) erano alti, l’unico modo per pubblicare giornali che si ci si potesse permettere era di pubblicare e vendere giornali a larga tiratura che di conseguenza offrissero un ampio raggio di contenuto e di servizi per catturare il grande pubblico. Il decremento dei costi portato dalla tecnologia digitale, al contrario, ha fornito delle opportunità per dare un servizio a un pubblico più ristretto con prodotti mirati a prezzi che sono ancora sostenibili. Certamente, ci sono molti fattori che giocano un ruolo nella competizione oltre ai costi dell’organizzazione digitale, della riproduzione di copie e della distribuzione di contenuto – come gli sforzi editoriali e di marketing, la consapevolezza del marchio, la qualità del prodotto e la fedeltà del pubblico. Tuttavia, la storia dimostra che gli acquirenti tendono a preferire prodotti mirati a quelli studiati per le masse. Le opportunità della strategia di venire incontro alle esigenze del cliente e della produzione di giornali mirati, quindi, rappresentano una seria minaccia per gli editori di giornali stampati destinati al pubblico di massa.
Per fortuna, le tecnologie digitali e Internet creano per gli editori anche l’opportunità di migliorare la loro posizione competitiva. Lo sviluppo dei giornali online ne è un esempio. Questi giornali online possono essere usati per attrarre nuovi acquirenti per le pubblicazioni a stampa, per rinforzare la relazione con gli abbonati esistenti, e per sviluppare e vendere un intero ventaglio di prodotti pensati su misura per gli acquirenti e di servizi per i lettori e i pubblicitari. Nel lungo periodo, i giornali online possono anche agire come punto di partenza per lo sviluppo di nuovi modi di giornalismo multimediale e interattivo, adattato a una nuova epoca in cui i lettori hanno facile accesso alle stesse fonti dal momento che i giornalisti e le notizie viaggiano attorno al mondo alla velocità della luce.
Domande della ricerca e metodologia
Di contro al panorama di queste opportunità e minacce a breve e lungo termine, abbiamo analizzato in questo libro come si presentano realmente i giornali stampati e online in Europa nel 2003. Supponendo che Internet renda possibile in linea di massima la separazione dei giornali, lo sviluppo di nuovi tipi di giornalismo, l’aggiunta di servizi dotati di nuovo valore, e il riorientamento dei modelli di business – che tipi di contenuto, informazione editoriale e aspetti tipici di Internet offrono realmente i giornali, e quali modelli di business adottano.
Come sottolineato nel capitolo uno, ci siamo indirizzati a queste domande della ricerca con un’analisi quantitativa dei contenuti delle prime pagine di giornali stampati e online in 16 Paesi d’Europa. Questi Paesi sono, in ordine alfabetico: Belgio (Fiandre), Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lituania, Olanda, Portogallo, Regno Unito, Spagna, e Svezia.
Abbiamo concentrato l’analisi su giornali di qualità nazionale (o, in alcuni casi, sovra-regionale), a pagamento e di interesse generale. I giornali selezionati sono riportati nella tabella 1. Sebbene non necessariamente i più innovativi, questi giornali sono tra le fonti più autorevoli di notizie in Europa. Giocano un ruolo di primo piano nel fornire notizie nei loro Paesi, e – come rappresentanti tipici della stampa impegnata – sono forse quelli che ricevono maggiori minacce e sfide da Internet. Una conseguenza dei nostri criteri di selezione è che non abbiamo trattato i tabloid investigativi, le pubblicazioni gratuite, i giornali regionali o locali, e i giornali specialistici. Questi giornali offrono generalmente tipi di contenuto diversi e adottano diversi modelli di business rispetto alla stampa impegnata che abbiamo scelto, e inoltre si adattano meno a essere inclusi nei raffronti tra media, Paesi e paragoni tra media presentati in questo libro.
Tabella 1 Giornali studiati in questo libro, per Paese
Belgio (Fiandre)
Gazet van Antwerpen
Het Laatste Nieuws
Het Nieuwsblad
De Standaard
Bulgaria
24 Chassa
Monitor
Sega
Standart
Trud
Cipro
Haravgi
Phileftheros
Simerini
Danimarca
Berlingske Tidende
Jyllands-Posten
Politiken
Estonia
Äripäev
Eesti Päevaleht
Postimees
Finlandia
Aamulehti
Helsingin Sanomat
Kaleva
Germania
Frankfurter Allgemeine Zeitung
Frankfurter Randschau
Süddeutsche Zeitung
Die Welt
Grecia
Eleftherotypia
Ethnos
Kathimerini
Ta Nea
Irlanda
Irish Examiner
Irish Independent
The Irish Times
Italia
Il Corriere della Sera
Il Messaggero
La Repubblica
Il Sole 24 Ore
La Stampa
Lituania
Kauno diena
Lieutvos rytas
Lieutvos žinios
Olanda
Algemeen Dagblad
NRC Handelsblad
De Telegraf
De Volkskrant
Portogallo
Correio de Manhā
Diário de Notícias
Jornal de Notícias
Público
Regno Unito
The Daily Telegraph
The Guardian
The Times
Spagna
El Mundo
El País
La Vanguardia
Svezia
Dagens Nyheter
GöteborgsPosten
Svenska Dagbladet
Sydsvenska Dagbladet
In un secondo momento, abbiamo limitato l’analisi alle prime pagine dei giornali stampati e online scelti che sono stati pubblicati l’8 ottobre 2003. Le prime pagine presentano le tipologie di contenuto, le notizie e i servizi che i direttori e gli editori considerano importanti a di interesse per i loro acquirenti. Indicano i punti di forza che i direttori vogliono enfatizzare, e ci informano su come il giornale è posizionato nel mercato. In più, le prime pagine dei giornali stampati e online sono abbastanza paragonabili. Si adattano inoltre alla nostra ricerca. Comunque, L’attenzione dell’analisi sulle prime pagine di un giorno particolare soltanto, ci impedisce di tirare conclusioni troppo ampie sul rendimento complessivo dei giornali stampati e online.
Giornali stampati e online: simili nel contenuto, differenti nella presentazione
Uno degli aspetti più rilevanti che emerge dalla maggior parte dei capitoli sui Paesi è che i giornali stampati e online sono molto simili per quanto riguarda le notizie riportate. In linea di massima, i giornali online ripropongono le notizie stampate. Questa conclusione è stata formulata esplicitamente in moti capitoli dei paesi, inclusi quelli sul Belgio, Cipro – dove si è scoperto che il contenuto viene trasferito “verbatim” dai giornali stampati a quelli online – Estonia, Finlandia, Grecia, Italia, Lituania, Portogallo, Regno Unito e Svezia. In media, la nostra analisi dimostra che il 70% delle più importanti notizie online è identico alle notizie pubblicate in un giornale stampato.
La riproposizione del contenuto non esclude che differenti tipi di notizie siano più o meno enfatizzati nella stampa e nell’online. Leopoldina Fortunati e Mauro Sarrica, per esempio, descrivono come i giornali stampati in Italia tendano ad enfatizzare notizie più serie, mentre i giornali online danno in qualche modo più attenzione a questioni marginali. Questa differenza nell’approccio si rafforza con le differenze nell’attribuzione delle storie. In Italia, una porzione più nutrita di articoli online rispetto agli offline non ha il nome dell’autore, cosa che sottolinea ulteriormente la natura meno seria delle notizie online. Allo stesso modo, ma con un risultato molto diverso, Colin Sparks e Aybige Yilmaz hanno scoperto che la stampa impegnata nel Regno Unito, rappresentata dai tabloid nel mondo della carta stampata, ha il coltello dalla parte del manico nei confronti di Internet. Di conseguenza, l’agenda classica delle notizie della stampa impegnata, rappresentata nel mondo della carta stampata dall’enfasi dei tabloid sull’intrattenimento, sullo sport e sulle osservazioni di carattere personale, domina l’online. Tuttavia, a dispetto di queste differenze nell’enfasi, la nostra conclusione generale è ancora che le notizie stampate e online sono in larga misura identiche.
Il grado significativo di coincidenza delle notizie stampate e online indica che c’è – se esiste – scarsa novità nel modo di fare cronaca online, se si esaminano i giornali online di qualità più importante – almeno non c’è novità nelle prime pagine. Ci sono, ad esempio, pochissimi iperlink inseriti negli elementi di informazione – che sarebbero stati un espediente ovvio per migliorare i modi tradizionali di fare cronaca alla maniera di Internet. Anche altri tipi di caratteristiche peculiari di Internet – multimedialità, interattività, notizie in tempo reale – si trovano qua e là nei giornali online. Sia John Sullivan, nel suo contributo sull’Irlanda, sia Ari Heinonen e Terhi Kinnunen, nel loro contributo sulla Finlandia, dimostrano che sono implementate solo quelle innovazioni che sono compatibili con le principali pratiche della stampa. Certamente ci sono alcuni segnali – per esempio, in Grecia e Svezia – secondo cui una più intensa competizione che viene dia media online costringe gli editori della stampa a dotarsi di edizioni online più interattive; o anche riguarda al fatto che le caratteristiche online trovano gradualmente la loro strada verso il prodotto stampato (come enfatizzato da Nayia Roussou nel suo capitolo su Cipro). Una conclusione generale che emerge dalla nostra analisi, tuttavia, è che, come scrive John Sullivan, «la logica e la cultura delle [edizioni a stampa] rimane largamente intatta» online.
Diverse presentazioni
Una seconda importante conclusione che emerge dagli studi sui Paesi è che l’informazione editoriale (a stampa) è presentata in un modo molto differente online. Le prime pagine dei giornali stampati forniscono come obiettivo primario notizie, inclusi articoli completi, e aggiungono alcuni altri tipi di contenuto. Le prime pagine dei giornali online, invece, forniscono un panorama di (un più ampio numero di) elementi di informazione che si troveranno sulle altre pagine, e aggiungono un ampio numero di puntatori ad altri tipi di informazioni. Come dimostrato da Niels Finneman a Bo Hovgaard Thomasen, nel capitolo sulla Danimarca, questo rende ricche nel contenuto e semplici nella struttura le prime pagine a stampa, mentre le prime pagine online hanno una struttura più complessa ma sono meno ricche nel contenuto.
Le differenze nella presentazione riflettono in parte differenze tecnologiche e in parte scelte espressive dei direttori ed editori (online). Esse indicano che le prime pagine online offrono diverse funzionalità rispetto alle prime pagine a stampa. Le prime pagine online offrono un punto di partenza per la navigazione, in cui gli utenti hanno più possibilità di definire cosa è importante e cosa non lo è. Questo è in contrasto, come concludono Colin Sparks e Aybige Yilmaz nel capitolo sul Regno Unito, con la prima pagina a stampa che è molto più un prodotto affermato in cui i direttori definiscono cos’è importante. Scoprire che, in media, le prime pagine a stampa in Europa offrono undici elementi di informazione e quelle online ne offrono 18 illustra ulteriormente questa differenza nella funzionalità. Un’altra differenza correlata, non sempre molto ovvia dalla prima pagina ma ad ogni modo significativa, è che i giornali online forniscono anche le notizie di ieri attraverso un archivio e talvolta con iperlink aggiunti agli articoli. Nel suo capitolo sull’Estonia, Halliki Harro-Loit enfatizza questa pratica, e mette in evidenza che supera considerevolmente la durata della vita degli articoli.
Le differenze nella presentazione non si estendono alle testate dei giornali stampati e online. Al contrario, la maggior parte degli editori di giornali sottolinea la relazione tra le edizioni a stampa e online usando titoli identici o simili in impaginazione identica o simile. Confidano nella consapevolezza del marchio delle edizioni online, come Tanja Seltzer ha scoperto in Germania, e di rimando rafforzano la posizione della carta stampata nel mercato domestico. Simili conclusioni sono state tratte per la Svezia e l’Olanda. La relazione che ne deriva è messa perfettamente a fuoco nella conclusione di Steve Paulussen, che scrive nel suo capitolo sulle Fiandre (Belgio) che i giornali online giocano “un ruolo complementare ma servile”.
Le ragioni principali per cui i giornali online si appoggiano in larga parte sulle edizioni a stampa, e offrono poco in termini di notizie o caratteristiche specifiche di Internet, sono note. Le edizioni online non raccolgono ancora molti soldi, né dal lettore né dal mercato pubblicitario. In combinazione con il declino generale delle entrate pubblicitarie, le tirature in diminuzione (in alcuni Paesi) e i livelli bassi della penetrazione di Internet (in altri Paesi), la situazione rende gli editori – per esempio in Bulgaria, afferma Lilia Raycheva – riluttanti a investire nelle edizioni online (vedi anche i capitoli sulla Grecia e il Portogallo). Il rischio, ovviamente, è che bassi investimenti si risolvano in siti relativamente poco attraenti, lasciando campo libero a altri concorrenti che possono avere il coltello dalla parte del manico. Aukse Balčytiene e Rita Macinkevičiene descrivono in quest’ottica come i giornali online in Lituania diventarono autocompiacenti in assenza di concorrenti seri, finché i portali emergenti non conquistarono il pubblico online. Uno sviluppo simile fu segnalato in Bulgaria, mentre in Danimarca e nel Regno Unito i diffusori di servizi pubblici radiotelevisivi (minacciano di) sviluppare siti di giornali in termini di innovatività e numero di visitatori.
Il giornale online medio
Un terza conclusione, già implicita nelle precedenti due, è che i giornali online in Europa sono in certa misura omogenei, o come spiega Tanja Seltzer nel suo contributo sulla Germania, condividono un “terreno comune”. Il giornale online europeo “medio”, come analizzato nel capitolo tre, utilizza metà della sua prima pagina per le notizie, un quarto per i puntatori, e il resto per altri servizi, incluse l’interattività, l’informazione di servizio, i quadranti di pubblicità e l’autopromozione. La maggior parte dei puntatori testuali (come gli iperlink semplici) si riferisce a notizie; i puntatori grafici (immagini) prima di tutto si riferiscono all’autopromozione. Circa la metà dei più importanti (cioè i più ampi e con la posizione più in risalto) elementi di informazione sono questioni (brevi introduzioni con un iperlink “leggi di più”) e un quarto consiste di singoli titoli. Solo il 5% sono storie complete, e le edizioni straordinarie sono quasi assenti. Un quinto dei più importanti articoli non ha il nome dell’autore, mentre due terzi sono scritti da giornalisti. Come già detto sopra, il 70% di questi articoli è identico a un articolo di un giornale a stampa.
L’8 ottobre 2003, circa la metà dei più importanti elementi di informazione sulla prima pagina del giornale online “medio” trattavano di avvenimenti nazionali, in particolare politica, economia e cronaca nera. La tipologia più importante di fonti era una fonte del governo o del mondo degli affari. In aggiunta, il giornale online medio in Europa fornisce alcuni strumenti per il feedback degli utenti (parecchi indirizzi e-mail e lettere al direttore), alcune opportunità per l’interazione del contenuto (un motore di ricerca e un archivio di notizie) e sempre più frequentemente anche un’edizione Pdf, ma nessuna opportunità per la discussione e niente multimedia. Forse questo giornale online è più adatto per esaminare i titoli che per leggere approfonditamente l’insieme delle informazioni (come è dimostrato nel capitolo sul Regno Unito).
Variazioni su un tema
Le maggiori somiglianze nel contenuto e le maggiori differenze nella presentazione che si osservano tra i giornali a stampa e quelli online definiscono l’identità comune dei giornali online. Simili risultati sono riportati in altri studi (vedi il capitoli due). Ancora, queste somiglianze e differenze tra i giornali a stampa e online non dovrebbero farci chiudere gli occhi di fronte alle differenze che esistono anche tra i giornali online. Queste differenze, forse meno chiaramente visibili a prima vista delle caratteristiche condivise online, illustrano, come sostengono molti autori, che gli editori puntano a differenti tipi di complementarità tra i giornali a stampa e quelli online per rinforzare la loro posizione di mercato.
Verso una tipologia di giornali online
Nel capitolo tre, sono state sviluppate quattro dimensioni che si possono usare per differenziare i giornali online. Queste riguardano, in sequenza, (a) i tipi di contenuto disponibile o accessibile nella prima pagina; (b) i tipi di informazione editoriale presentata nella prima pagina; (c) il numero e il livello di caratteristiche peculiari di Internet fornite; e (d) i modelli di business adottati.
Giudicando dal tipo di contenuto che le prime pagine offrono, la maggior parte dei giornali online o ha una “prima pagina di notizie” – che fornisce in primis notizie e puntatori a notizie – o una “prima pagina a portale” – che fornisce alcune notizie e puntatori a molti tipi diversi di contenuto. Solo un giornale online, invece, ha una tipica “prima pagina a stampa”, dominata dagli articoli e da un po’ di autopromozione.
Le differenze nei tipi di informazione editoriale si vedono anche nella distinzione di due categorie principali. Una categoria importante include i giornali online che forniscono primariamente “notizie normali”: notizie di cronaca semplici, scritte da giornalisti, che usano fonti familiari del governo o del mondo degli affari. L’altra categoria importante racchiude i giornali online che forniscono una quantità considerevole di “notizie speciali”: notizie in altri formati rispetto alle notizie semplici di cronaca, che usano fonti sconosciute, di frequente con un orientamento internazionale. Un gruppo più ristretto di giornali online fornisce relativamente molti elementi di informazione di sport e cronaca; e cattura l’attenzione un quarto gruppo, ugualmente ristretto, perché gli articoli citano di frequente altri media come fonti.
Guardando al numero e al livello di aspetti peculiari di Internet, si identificano ancora due gruppi principali. La differenza tra questi gruppi è semplice. Un gruppo offre pochi aspetti peculiari di Internet (fondamentalmente, solo le immagini); l’altro gruppo offre più aspetti peculiari di Internet (cioè, più interazione personale e di contenuto). Nessuno dei due gruppi offre molto in termini di multimedia.
Infine, sono stati distinti cinque gruppi di giornali che – per quanto suggerisce la prima pagina – hanno adottato diversi modelli di business. I modelli di business descritti includono il modello di pubblicità classificata, il modello di pubblicità di lavoro, il modello di customer relationship managment, e il modello a pagamento. Il gruppo più nutrito di giornali online, comunque, sembra ancora sperimentare diversi approcci, e offre moltissimo contenuto gratuito.
Uno dei risultati più sorprendenti che viene dall’analisi nel capitolo tre è che combinazioni di scelte ovvie o preferite riguardo a queste quattro dimensioni (contenuto della prima pagina, informazione editoriale, Aspetti peculiari di Internet, modelli di business). Di contro, quasi tutte le combinazioni possibili sembrano esistere da qualche parte in Europa. Questo mette in luce che sotto le apparenti somiglianze tra i giornali online, esiste una grande varietà di approcci.
Variazione nella strategia
I raffronti fra i giornali online presentati nei capitoli sui Paesi suggeriscono che le differenze osservate tra i giornali online dipendono da e puntano verso le differenze nelle strategie degli editori. Questo è chiaramente illustrato nel capitolo sulla Spagna, dove Ramón Salaverría e i suoi coautori dimostrano che il giornale online spagnolo a prima vista offre un contenuto simile, ma ciò nonostante adotta strategie di business divergenti.
Un’importante distinzione strategica deve essere fatta tra gli editori che si servono di entrate derivanti da pubblicità classificata, ed editori che intendono vendere contenuto editoriale. Steve Paulussen, per esempio, dimostra che nelle Fiandre, in Belgio, il giornale di qualità De Standaard adotta il modello del contenuto a pagamento – offrendo aggiornamenti di informazione e una quantità relativamente ampia di storie online originali. Il suo concorrente popolare, Het Laatste Nieuws, invece adotta un modello di business basato su entrate di pubblicità classificata online. In Grecia, Il giornale popolare Ta Nea ha preso di recente la stessa strada di Het Laatste Nieuws, da quando ha iniziato due nuovi servizi di pubblicità classificata a pagamento nel 2005. Anche nel regno Unito, i giornali regionali, non discussi in questo libro, hanno creato un sito di pubblicità classificata e inoltre ha adottato un approccio molto diverso di quello dei giornali di qualità online britannici che invece enfatizzano il loro contenuto di notizie classiche.
Una seconda distinzione strategica importante, osservata in parecchi Paesi, è tra editori più e meno ambiziosi e tra giornali più o meno innovativi. Un chiaro esempio qui è il Portogallo, dove Pedro Pereira Neto e Gustavo Cardoso hanno scoperto che la maggior parte dei giornali sta adottando una strategia “aspetta e vedi”, mentre un giornale - Público – ha investito in una sala stampa separata e fornisce contenuto interessante per supportare l’offerta a stampa. Anche in Svezia, Susan Holmberg e Mikael Gulliksson hanno editori più o meno ambiziosi e giornali più o meno innovativi, con il più piccolo giornale Sydsvenska Dagbladet al punto di più bassa ambizione, e il più cosmopolita Svenska Dagbladet all’estremo opposto.
In terzo luogo, in cima a o al posto delle principali differenze strategiche in innovatività e modelli di business, i giornali adottano strategie di differenziazione che divergono, puntando a completare le edizioni a stampa in modi differenti. Questo è più evidente nello studio del caso olandese, dove tre giornali principali usano le loro rispettive edizioni online per aggiungere o aggiornamenti regolari, interattività del contenuto, o interattività interpersonale. Nayia Roussou ha scoperto una differenza simile a Cipro, dove due giornali usano l’edizione online per aggiungere, rispettivamente, aggiornamenti regolari e interattività di contenuto, mentre il terzo giornale adotta una strategia meno innovativa. Anche in germania i giornali adottano modelli di business simili e forniscono un smile contenuto di alta qualità, ma si differenziano in modo sottile per rafforzare l’immagine del marchio dei loro equivalenti a stampa.
Differenze tra Nord, Centro e Sud Europa
I Paesi presi in esame in questo libro differiscono su parecchie dimensioni. Nel capitolo uno, abbiamo fatto una distinzione tra tre gruppi di Paesi, rispettivamente nel Nord, nel Centro e nel Sud dell’Europa. In media, la lettura dei giornali e la penetrazione di Internet sono alti nel Nord (Danimarca, Svezia, Finlandia), misurati nel Centro (Irlanda, regno Unito, Olanda, Belgio, Germania, Estonia e Lituania) e relativamente bassi nel Sud (Portogallo, Spagna, Italia, Grecia, Bulgaria e Cipro). In maniera sorprendente, queste differenze non si traducono in ovvie differenze nello sviluppo dei giornali online. Per esempio, ci si potrebbe aspettare che le differenze tra il Nord, il Centro e il Sud dell’Europa si traducessero in differenze nella quantità e nel livello di aspetti specifici di Internet offerti dai giornali online. Non è questo il caso, comunque. Tutti gli indici di aspetti peculiari di Internet sono relativamente simili in questi gruppi (vedi tabella 2).
Tabella 2: caratteristiche chiave delle prime pagine online, per gruppo di Paesi
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Nord |
Centro |
Sud |
Totale |
Contenuto della prima pagina per tipo (% di spazio)
Notizie
Edizioni straordinarie
Pubblicità
Autopromozione
Interazione/comunicazione
Informazione di servizio
Intrattenimento
Puntatori |
53,5
0,0
4,5
11,7a
3,1
2,3
0,5
24,3 |
54,8
1,1
7,4
3,4a
2,6
2,2
0,5
28,0 |
46,8
1,5
7,9
6,1b
3,1
1,8
1,0
31,6 |
51,4
1,1
7,1
6,0
2,9
2,0
0,7
28,8 |
Puntatori della prima pagina per tipo di contenuto a cui si riferiscono (% dei puntatori)
Notizie
Edizioni straordinarie
Pubblicità
Autopromozione
Interazione/comunicazione
Informazione di servizio
Intrattenimento
n |
38,3
0,1
10,4
25,9
9,7
11,8
3,8
73,8 |
43,9
1,0
6,1
19,9
10,6
14,2
4,3
61,1 |
41,0
0,9
8,3
17,2
15,5
13,9
3,3
62,3 |
41,8
0,8
7,8
19,9
12,3
13,7
3,8
63,9 |
Elementi di informazione della prima pagina per tipo (% di articoli)
Titolo
Questione
Breve
Didascalia
Altro
n |
24,7
49,3
20,7
5,3
0,0
13,5 |
28,3
63,3
3,9
2,5
0,8
13,5 |
21,2
51,7
9,3
4,6
13,1
11,0 |
24,9
56,3
9,0
3,9
5,5
12,5 |
Articoli completi, che iniziano in prima pagina, per formato (% di articoli)
Articoli di cronaca
Colore
Commento
Analisi
Altro
n |
82,5
8,1
2,1
3,4
3,8a
13,5 |
65,4
8,7a
2,9
7,4
9,8a
13,5 |
63,1
1,2b
2,7
1,7
31,3b
11,0 |
67,5
5,6
2,7
4,5
17,2
12,5 |
Indici di aspetti tipici di Internet (0-1)
Feedback degli utenti
Indice di discussione
Interattività del contenuto
Iperlink
Multimedia negli articoli
Aggiornamenti |
0,5
0,1
0,3
0,1
0,1
0,4 |
0,4
0,1
0,4
0,1
0,1
0,4 |
0,3
0,2
0,3
0,1
0,1
0,4 |
0,4
0,2
0,3
0,1
0,1
0,4 |
Note: le stime sono un mezzo. I diversi apici (a, b) denotano mezzi che sono significativamente differenti a p < .05; l’indicazione è che i mezzi differiscono considerevolmente e consistentemente tra i gruppi. Il Nord è Danimarca, Svezia, Finlandia. Il Centro è Irlanda, Regno Unito, Olanda, Belgio, Estonia e Lituania. Il Sud è Portogallo, Spagna, Italia, Grecia, Bulgaria e Cipro.
Quello che possiamo dire in conclusione è che i giornali online nel Nord utilizzano una porzione relativamente ampia della prima pagina per l’autopromozione. In più, la maggioranza degli elementi informativi presentati nelle prime pagine sono semplici articoli (vedi tabella 2). Queste differenze sono evidenti in una diversa classificazione dei giornali online del Nord nei termini di due dimensioni. I giornali online nel Nord sono più frequentemente classificati come giornali che offrono “articoli normali” (dimensione dell’informazione editoriale) e che adottano il modello di business di customer relationship managment (dimensione di modello di business; vedi tabella 3). I giornali online nel Centro Europa, in secondo luogo, non mostrano differenze consistenti nel contenuto della prima pagina o nella tipologia degli articoli (vedi di nuovo tabella 2). Tuttavia, in aggiunta, ci sono più giornali online nel Centro Europa che altrove che vengono classificati come giornali che forniscono più aspetti specifici di Internet (dimensione degli aspetti caratteristici di Internet) e che adottano i modelli di business della pubblicità libera e classificata (dimensione del modello di business, vedi tabella 3). I giornali online nel Sud, in terzo luogo, sono differenti nel fatto che provvedono una quantità considerevole di articoli speciali (vedi tabella 2). Inoltre, includono la più bassa percentuale di giornali con una “prima pagina tipica” (dimensione della prima pagina; vedi tabella 3).
Tabella 3: giornali online per gruppo di Paese e categoria (% di uscite dentro ai gruppi che appartengono alla categoria)
|
Nord |
Centro |
Sud |
Totale |
Dimensione della prima pagina
- Prima pagina a stampa
- Prima pagina portale
- Prima pagina di notizie
- Prima pagina con pubblicità lavorativa
|
0
40
60
0 |
0
38
63
0 |
5
41
50
5 |
2
39
57
2 |
Dimensione dell’informazione editoriale
- Articoli normali
- Articoli speciali
- Media come fonte
- sport e cronaca
|
90
0
10
0
|
67
17
13
4 |
36
50
0
14 |
59
27
7
7 |
Dimensione specifica di Internet
- Pochi aspetti caratteristici
- Più aspetti caratteristici
- Multimedia
|
80
20
0 |
58
42
0 |
82
14
5 |
71
27
2 |
Dimensione del modello di business
- Contenuto libero
- Customer relationship management
- Pubblicità classificata
- Pubblicità di lavoro
- Contenuto a pagamento
|
20
50
0
0
30 |
54
4
17
0
25 |
50
9
0
5
36 |
|
n (numero di uscite) |
10 |
24 |
22 |
56 |
Note: il numero totale di uscite nel gruppo (per colonna) e il 100%. Il Nord è Danimarca, Svezia, Finlandia. Il Centro è Irlanda, Regno Unito, Olanda, Belgio, Estonia e Lituania. Il Sud è Portogallo, Spagna, Italia, Grecia, Bulgaria e Cipro.
Le differenze tra i tre gruppi di paesi sono nella maggior parte dei casi piccole in confronto con la variazione all’interno dei gruppi. Per cui, poche differenze tra i gruppi sono statisticamente significative. In combinazione con i risultati presentati nei capitoli dei Paesi, si possono comunque tentare di dare alcune conclusioni. Prima di tutto, i risultati indicano che gli editori dei giornali nei Paesi del Nord che leggono i giornali confidano nell’offerta tradizionale di notizie per fornire un servizio alle loro ampie basi di abbonati. Vedono un bisogno relativamente limitato di aggiungere aspetti peculiari di internet, anche se i livelli alti della penetrazione di Internet in questi Paesi potrebbero facilitare questo aspetto. I giornali online nel Centro Europa, invece, si concentrano meno esclusivamente sui gruppi (più ristretti) di lettori di giornali tradizionali. Si sforzano di più nello sviluppare (o nel proteggere) il loro modello di business di pubblicità classificata, o sperimentano modelli di contenuto libero. Hanno incentivi più forti dei giornali in altre zone ad aggiungere contenuti specifici di internet per attrarre un pubblico più ampio. I giornali online nel Sud, alla fine, hanno a che fare con acquirenti che sono meno interessati ai giornali (classici) rispetto ai loro corrispettivi nel Nord e nel Centro Europa. In aggiunta, la penetrazione di Internet è relativamente bassa. Questo potrebbe spiegare perché questi giornali online enfatizzano tipologie di notizie speciali, o divergenti, per attrarre utenti il più possibile.
L’impatto della proprietà e della concentrazione dei media trasversali
Un’altra conclusione che possiamo trarre dai vari studi sui Paesi è che entrambi i livelli di proprietà e concentrazione dei media trasversali influenzano lo sviluppo dei giornali online, sebbene il loro preciso impatto dipenda da altri fattori. In Portogallo, possiamo vedere come le corporazioni multimediali arricchiscano i giornali online con i contenuti di altri operatori mediatici, come le stazioni radio. Al contrario, Dimitra Mimitrakopoulou e Eugenia Siapera dimostrano per la grecia come la proprietà dei media trasversali abbia stimolato le corporazioni multimediali a prestare più attenzione allo sviluppo dei siti di notizie indipendenti dai giornali piuttosto che ai loro giornali online. In Irlanda, la concentrazione della proprietà dei giornali ha portato all’inclusione dell’Irish Independent, della sua edizione domenicale e di circa 30 giornali in un portale che li raggruppa. In Olanda, dall’altra parte, la forte indipendenza editoriale inibisce lo sviluppo di siti web importanti di giornali, anche se una società editoriale possiede tre dei quattro giornali nazionali più popolari.
Alla fine, notiamo che anche le caratteristiche nazionali idiosincratiche giocano un ruolo. In Spagna, entrambi i giornali stampati e online si sforzano in maniera considerevole per sviluppare infografiche in misura che non si trova altrove. I giornali online nei due stati baltici del nostro studio, l’Estonia e la Lituania, condividono la tradizione di invitare i lettori a commentare gli articoli e ad aggiungere questi commenti agli articoli – una pratica a cui non si da credito negli altri Paesi. I giornali online bulgari, in terzo luogo, forniscono un ampio pubblico di bulgari che hanno lascito il Paese e che ora vivono all’estero. Nel Regno Unito, i tabloid hanno lasciato il campo dell’online ai giornali impegnati, mentre in Germania e Svezia i tabloid nazionali, Bild e Aftonbladet, sono i giornali online predominanti. In Lutiania e Bulgaria, alcuni giornali hanno adottato un modello a pagamento dal 2003, mentre in Spagna il giornale più importante con un modello a pagamento, El País, ha annunciato che abbandonerà il suo modello a pagamento nel 2005.
E poi?
I risultati del nostro studio suggeriscono che gli editori, in media, sviluppano giornali online per ragioni strategiche piuttosto che editoriali. Le ragioni strategiche particolari variano da Paese a paese e da giornale a giornale. Per alcuni, specialmente nel Nord Europa, rafforzare le relazioni con una base considerevole di lettori è lo scopo principale. Per altri editori, specialmente nel Centro Europa, proteggere e sviluppare il business di pubblicità classificata ha un ruolo più importante. I temi specifici di Internet possono essere importanti per questi editori come mezzo per aumentare l’attrattività dei loro siti. Un terzo gruppo di editori, che include i più importanti editori del Sud, fa uso dell’integrazione di media trasversali per sviluppare siti multifunzionali a costi relativamente bassi. Infine, alcuni editori possono sviluppare semplicemente giornali online per ragioni di prestigio piuttosto che per interessi calcolati (come sostiene per la Bulgaria Lilia Raycheva). Da nessuna parte, comunque troviamo segnali che i giornali siano stati messi in campo semplicemente per sperimentare nuvi modi di fare cronaca. In molti casi, l’innovazione dei giornali online va avanti fino a quando lo permettono le pratica professionale predominante; e questa pratica è ancora fermamente radicata nel mondo della carta stampata.
Una ragione, certo, di questa scoperta è che abbiamo ristretto l’analisi alla prima pagina. Sebbene questo focus sia funzionale al nostro intento di analizzare e comparare come i giornali stampati e online siano posizionati nel mercato, potrebbe anche avere impedito l’osservazione di opzioni più sperimentali o avventurose, in qualche modo nascoste dietro la prima pagina (come sostengono per la Finlandia Ari Heinonen e Terhi Kinnunen).
Abbiamo un’impressione di che cosa i giornali online potrebbero fare quando guardiamo al loro ruolo e alla loro funzione durante eventi inaspettati o eccezionali. Leopoldina Fortunati e Mauro Barrica dimostrano che gli editori online in Italia hanno sperimentato edizioni online più dinamiche in due occasioni speciali avvenute contemporaneamente: la morte di Giovanni Paolo II e le elezioni regionali in Italia. In questa giornata eccezionale, gli italiani hanno chiaramente sentito il bisogno di notizie online, e hanno visitato i giornali online in gran numero. Ramón Sallaverría e i suoi coautori dimostrano in maniera simile che gli esperimenti dei giornali spagnoli con infografiche multimediali sono stati intensificati durante e subito dopo gli attacchi terroristici di Madrid nel 2004. Anche i giornali online danesi sperimentano di più in occasioni speciali. Questi casi suggeriscono che i giornali online giocano un ruolo nella fornitura di notizie nella società, e che questo ruolo può essere ulteriormente sviluppato quando le convenzioni tradizionali (della stampa) sono temporaneamente mese da parte.
La maggior parte egli autori in questo libro sarebbe d’accordo con John O’Sullivan, autore del capitolo sull’Irlanda, e Niels Finneman e Bo Hovgaard Thomasen, autori del capitolo sulla Danimarca, sul fatto che per il futuro sviluppo e successo dei giornali online è necessario che questi giornali possano scuotersi di dosso la logica e la cultura della carta stampata che ancora domina la produzione di notizie online. I giornali continuano a vedere in declino la loro base di lettori tra i lettori più giovani. In aggiunta, i giornali stanno perdendo, o minacciano di perdere, parte del mercato di notizie online in favore dei portali e di chi fornisce servizio radiotelevisivi. Finora, i giornali online sono stati utili ai giornali per rafforzare la loro posizione nel mercato esistente, ma non ad allargare quel mercato e ad attrarre nuovo pubblico. Questa è la sfida che i più importanti giornali di qualità e di interesse generale devono affrontare, se vogliono preservare per il futuro il loro ruolo di fonti autorevoli di notizie in Europa.
(traduzione a cura di Matteo Mohorovicich)
Intervista a Mauro Sarrica
Print and online newspapers in Europe
Capitolo 1 – Introduzione
Capitolo 2 – Lo sviluppo dei giornali online
Capitolo 3 – Profilo dei giornali online e a stampa in Europa
Capitolo 13 – L’ Italia
Capitolo 20 – Conclusioni
Bibliografia
L’"io minimo" dell'interattività nei giornali online,
di Leopoldina Fortunati
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Intervista a Mauro Sarrica
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Print and online newspapers in Europe
Capitolo 1 – Introduzione
Capitolo 2 – Lo sviluppo dei giornali online
Capitolo 3 – Profilo dei giornali online e a stampa in Europa
Capitolo 13 – L’ Italia
Capitolo 20 – Conclusioni
Bibliografia
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L’"io minimo" dell'interattività nei giornali online,
di Leopoldina Fortunati |