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Copertina "Print and Online Newspaper in Europe"I GIORNALI CARTACEI E ON-LINE IN EUROPA

Capitolo 13 – L’ Italia

L’8 ottobre 2003 il Papa stava pregando per la pace, mentre dal Medio Oriente stavano soffiando venti di guerra. È  questa la notizia più importante che gli italiani leggono quel giorno. Nonostante queste notizie fossero riportate sia sulla versione on-line che in quella cartacea delle diverse testate, ulteriori analisi e commenti erano disponibili solo per chi aveva acquistato il giornale in edicola. Questo mostra molto bene la strategia di conservazione seguita dai cinque maggiori quotidiani italiani per preservare la centralità delle loro edizioni stampate.
Un approccio di questo genere  porta ad uno sfruttamento limitato di Internet e ad una grande omogeneità dell’offerta. La struttura delle pagine web è standardizzata e basata soprattutto su brevi – e anonimi – articoli che forniscono un rapido riassunto del contenuto di quelli a stampa. Questo spiega perché l’8 ottobre 2003, se i lettori avessero voluto saperne di più sulle notizie del giorno, sarebbero stati obbligati a comprare il giornale stampato. Visitare il sito web non sarebbe stato affatto sufficiente.

 

Il paradosso italiano: una stampa più ricca senza un aumento dei  lettori

 

Secondo il «World Association of Newspapers» (2004:196), «l’economia italiana sta combattendo con una domanda interna ed estera debole. Il PIL è cresciuto solo dello 0,4% nel 2003, come nell’anno precedente». Per di più, contribuiscono alla stagnazione economica un crescente sentimento di insicurezza nel futuro, una generale disaffezione nelle istituzioni, e continue polemiche tra i partiti politici. Il PIL in Italia nel 2003 è di 1,181 miliardi di euro, o 20,29 euro pro capite.
Nonostante la generale debolezza dell’economia italiana, la situazione finanziaria della stampa quotidiana è migliorata nel 2002 e nel 2003. I ricavi lordi sono  cresciuti dal 7,3% del 2001 al 10,3% del 2003, anche grazie alla vendita di romanzi, enciclopedie e libri. Per dare un’idea della crescente importanza di questo secondo canale di entrate, è stato stimato che i quotidiani hanno venduto come loro supplementi nel 2002 più di 44 milioni di libri. Gli editori inoltre hanno reagito alla diminuzione delle entrate pubblicitarie e delle copie vendute tagliando i costi e aumentando i prezzi di copertina che hanno raggiunto i 90 centesimi per copia. Nel 2003 il decremento pubblicitario ha rallentato e nel 2003 il trend ha cambiato direzione; anche la vendita di copie ha mostrato un timido recupero.
Pochi grandi gruppi editoriali, spesso legati a dinastie industriali o partiti politici, caratterizzano il mercato italiano dell’informazione. I maggiori gruppi sono RCS e il «Gruppo Editoriale L’Espresso», editori rispettivamente del Corriere della Sera e di Repubblica, i due più importanti quotidiani italiani. L’attività di RCS è più concentrata sui giornali e periodici, mentre il Gruppo Espresso è più differenziato, con i suoi quindici giornali locali, numerosi periodici, tre radio nazionali e un canale televisivo satellitare. Al terzo posto si colloca «Il Sole 24 Ore» Spa, con una propria casa editrice, sei periodici stampati e sette on-line, ma anche una radio e un canale satellitare. Altri importanti editori sono «Editrice La Stampa», «Il Messaggero» Spa e «Poligrafici Editoriale». Quest’ultimo è controllato per il 59,6% dalla famiglia Monti-Riffeser, che ha esplicitamente intrapreso il progetto  di costruire un gruppo editoriale dominante, e che attualmente controlla tre quotidiani regionali, il francese France Soir, numerosi periodici e un portale Internet.
I lettori in Italia possono scegliere tra oltre cento quotidiani di carta stampata, venti dei quali nazionali, settanta regionali e locali e otto gratuiti. Nella stampa nazionale sta crescendo l’attenzione per le realtà locali. Sempre più spesso trovano spazio cronache cittadine e sono inclusi supplenti regionali (come Il Corriere del Veneto o ViviMilano per il Corriere della Sera). I giornali locali, dall’altro lato, pur avendo una base provinciale, riportano anche i principali eventi nazionali e internazionali. È interessante notare che,  essendo dirette a comunità locali o minoranze, qualche volta possono essere scritti in una lingua diversa dall’italiano (come il tedesco) o in dialetto.
La free-press può essere considerata la novità sulla scena nazionale. I giornali gratuiti sono apparsi prima nella grandi città, distribuiti nelle metropolitane e sugli autobus. Più recentemente hanno raggiunto una grande circolazione anche nelle città di media dimensione, dove sono spesso distribuiti per strada. La free-press Metro, apparsa in Svezia nel 1995, si è diffusa in Italia dal 2000. Negli ultimi anni altri due giornali gratuiti, City (di RCS) e Leggo (del gruppo Caltagirone) hanno riscosso un discreto successo tra i lettori.
La circolazione complessiva giornaliera  di quotidiani nel 2003 è ammontata a più di 7,9 milioni di copie, e nel complesso sono state vendute più di 2,5 milioni di copie. La quantità di lettori abituali  è di 20.7 milioni ogni giorno (dati Audipress). Si tratta del 41% della popolazione adulta italiana, formata da 50,102 milioni nel 2003 (57 milioni includendo i bambini). Ciò nonostante, se guardiamo alle caratteristiche dei lettori, «il quotidiano rimane un prodotto consumato dalle classi economicamente superiori e d’istruzione elevata» (Calabrò 2004:153).
Recentemente, il numero di “lettori forti” (cioè di coloro che acquistano  un quotidiano tre a quattro volte la settimana) è diminuito, mentre è aumentato il numero di lettori occasionali. Inoltre, un crescente numero di persone percepisce i quotidiani come inutili. Per combattere queste tendenze, gli editori hanno dato vita al progetto «Il quotidiano in classe». L’iniziativa è rivolta agli studenti delle scuole medie e superiori per attrarre nuovi lettori e radicare l’abitudine alla lettura dei quotidiani nelle nuove generazioni (Calabrò 2004).
Per quanto riguarda la Rete, nel 2003 il numero di quotidiani cartacei pubblicati anche on-line era vicino ai cento. Secondo la relazione dell’Associazione Italiana Editori l’accesso a Internet era disponibile in Italia per 21 milioni di utenti, pari al 43% della popolazione. La maggioranza usa una connessione al costo di una telefonata locale (meno di 2 centesimi di euro a  minuto). Negli ultimi anni però sono state attivate in Italia un numero crescente di connessioni a banda larga, grazie ad una riduzione dei costi (che partono dai 30 euro mensili). Degli utenti di Internet, l’85% aveva visitato nell’ultimo semestre almeno un sito di informazione e quasi la metà sarebbe stata disponibile a pagare per avere accesso ai siti informativi, pur di avere una maggiore velocità del servizio, più ricchezza di contenuti e più aggiornamenti. (AIE 2004)
Secondo l’IPSE (2003) ci sono 118 quotidiani online e, sebbene l’età d’oro di Internet sia finita, il numero dei siti italiani di informazione continua a crescere (anche senza considerare i portali locali e i blog). Le webzine erano circa 1.400 nel 2003 e hanno raggiunto quota1810 nel 2005. Ma il ritmo di crescita è molto rallentato e c’è un una intensa mortalità tra i siti. Infine, anche se possiamo sommare fino a 569 le società che operano solo in Rete, non è ancora emerso un modello economico in grado di ottenere degli utili in relazione agli alti investimenti richiesti dal Web (Carboni 2002; Zingales 2003).

TABELLA 1

Indicatori di base dei giornali italiani

 

Numero delle testate
1999

Numero delle testate
2003

Circolazione
1999

Circolazione
2003

Percentuale dei ricavi pubblicitari
1999

Percentuale dei ricavi pubblicitari
2003

Quotidiani

88

99

5.914.000

7.911.000

22,5%

20,1%

nazionali

21

21

3.513.000

3.533.000

 

 

Regionali
(inclusi i locali)

67

70

2.401.000

2.278.000

 

 

gratuiti

-

8

-

2.100.000

 

 

Internet

 

 

 

 

0,4%

1,3% (stima)

Giornali online

62

91

 

 

 

 

Ed ecco i giornali italiani

I cinque giornali generalisti più importanti del Paese sono Il Corriere della Sera, La Repubblica, Il Sole 24 Ore, La Stampa, Il Messaggero (vedi tabella 2). Tra i quotidiani più diffusi ci sono anche due giornali sportivi, La Gazzetta dello Sport e Il Corriere dello Sport, ma non verranno considerati in questo capitolo.  Il Corriere della Sera, pubblicato da RCS, è il quotidiano italiano più letto. È solitamente considerato un giornale tradizionale, che dà spazio alla politica e all’economia, alle notizie interne ed estere. Fondato nel 1876, nella sua lunga storia è stato considerato un giornale borghese ed è ancora considerato il più autorevole. Spesso in passato è stato accusato di essere portavoce della propaganda governativa. Tuttavia, durante gli ultimi anni, ha spesso assunto posizioni critiche nei confronti dell’attuale maggioranza di governo. Il suo primato in testa alle vendite è minacciato da Repubblica che, nonostante la giovane età, tallona il Corriere. (Murialdi 2000). Repubblica ha un formato più compatto, è collocato politicamente a sinistra, ed è rivolto ad un pubblico di lettori anagraficamente di giovani rispetto al Corriere della Sera.
In terza posizione c’è La Stampa, controllato dalla FIAT, che è anche uno dei due maggiori azionisti di RCS. Il quarto quotidiano scelto, Il Messaggero, è un compatto, che può essere collocato a metà tra il giornale regionale (diffuso soprattutto a Roma) e un nazionale. Sebbene non abbia una piena copertura di tutto il Paese, deve la sua importanza alla diffusione nella capitale e al centro-sud. Il numero dei lettori segue di poco La Stampa. L’ultimo quotidiano analizzato è Il Sole 24 Ore, organo ufficiale di Confindustria, l’associazione degli imprenditori italiani. Nonostante sia un giornale principalmente economico – e il più autorevole in questo campo – questa testata è stata in grado negli ultimi decenni di attrarre un crescente numero di lettori anche nel mercato tradizionale. Infine, questo capitolo considererà anche Il Nuovo, un sito Internet di informazione fondato nel 2000 da e.Biscom. Il Nuovo è un tipico esempio – fallito – di una testata di informazione esclusivamente on-line . Nel 2002 è stato visitato da 300.000 utenti al giorno, che lo hanno portato ad essere il decimo più visitato tra i siti di informazione in Italia (stima Luglio – Agosto 2002 Audiweb 2003). Nonostante l’iniziale successo, come molti altri siti negli ultimi anni, Il Nuovo è stato travolto da problemi finanziari. Nel 2003 alla guida si sono succeduti ben cinque editori che non sono stati in grado di risollevarne le sorti. Il risultato è stata la chiusura del giornale alla fine del 2003.

TABELLA 2
I giornali cartacei e i siti di informazione analizzati (2003)

 

Anno fondazione

Editore

Formato

Diffusione

Online da

Contatti (al giorno)

Il Corriere della Sera

1876

RCS

Tradizionale

679.000

1995

939.000

La Repubblica

1976

Gruppo Espresso

Compatto

622.000

1997

1.214.000

La Stampa

1867

Editrice La Stampa

Tradizionale

370.000

1995

319.000

Il Messaggero

1878

Il Messaggero S.p.a.

Compatto

252.000

1998

 

Il Sole 24 Ore

1865

Il Sole 24 Ore S.p.a.

Tradizionale

397.000

1995

704.000

Il Nuovo

 

HDC

 

 

1995

304.000

Fonte: WAN 2004:196-200; Audiweb 2003

 

Prima pagina: strutture tradizionali e siti Internet

Le prime pagine dei giornali cartacei e on-line in Italia sembrano a prima vista davvero differenti. I quotidiani stampati sono riempiti da articoli ed elementi visivi che coprono quasi tutta l’intera prima pagina; le edizioni on-line invece contengono più spazi vuoti Nel complesso i giornali cartacei si concentrano sulla loro tradizionale vocazione. Attraggono i lettori fornendo le più importanti notizie del giorno nella prima pagina, dove gli articoli occupano quasi l’ottanta percento dell’intero spazio. La prima pagina dei giornali on-line, invece, essendo molto più simile ad un portale internet, tende a svolgere una differente funzione, cioè dà accesso a molte possibili strade. Non cattura il lettore attraverso un’informazione fornita effettivamente, ma attraverso la promessa di un’informazione che può essere conseguita solo seguendone i link. Circa metà dello spazio è occupato dai cosiddetti  pointers (cioè elementi che inviano ad altre pagine del sito).
Se confrontiamo le differenti testate, è molto evidente che i quotidiani italiani analizzati in questo capitolo sono molto simili nella loro struttura, ed i loro siti non cercano di distinguersi con nessun elemento dell’interfaccia. Questa omogeneità sembra comprensibile per i giornali cartacei, che restano più ancorati alle strutture tradizionali. Ma potrebbe essere un limite per quelli on-line, che sembrano essere troppo simili l’uno all’altro.
Le differenze in apparenza sono solo relativamente piccole. La Repubblica, il Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore dedicano agli elementi di autopromozione uno spazio più che doppio rispetto agli altri con i quali attraggono i lettori, come i periodici, i libri, le monografie. Le prime pagine web del  Corriere della Sera e de Il Sole 24 Ore forniscono un altro tipo di servizi e contenuti oltre alle notizie. La Stampa, dall’altro lato, dedica relativamente poco spazio sia alla pubblicità che all’autopromozione nell’edizione on-line (anche se ha più pubblicità degli altri quotidiani nell’edizione cartacea ).
Il sito web de Il Messaggero deve essere trattato a lato. Confrontato con le altre prime pagine on-line, il sito è molto poco sviluppato. Consiste in una struttura fissa con i links agli editoriali di famose firme. Al centro dello schermo è riprodotta la prima pagina del cartaceo, che può essere letta ed esplorata  nelle sue parti con il mouse.
Come sono presentate le notizie nelle prime pagine di questi giornali e di cosa parlano i quotidiani italiani? Per rispondere a queste domande nel prossimo paragrafo analizzeremo la tipologia ed il contenuto dei news-item  (definendo come «item» ogni elemento spaziale della pagina, dalla pubblicità alle notizie all’autopromozione) presentati nelle prime pagine dei quotidiani cartacei e nella home page dei rispettivi siti.

TABELLA 3 Gli elementi chiave delle prime pagine cartacee ed elettroniche

Tabella 3

La tipologia dei news-item

La costruzione delle prime pagine on-line e cartacee rivela un paradosso: i giornali stampati usano il loro formato più piccolo per pubblicare articoli più lunghi e più complessi, mentre i giornali on-line, che in linea di principio non avrebbero nessun limite di spazio, pubblicano articolo più brevi. Questa differenza nella forma ha ripercussioni nel contenuto. Gli articoli brevi, infatti, generalmente impongono ai giornalisti restrizioni di spazio, e conducono ad una semplificazione della discussione sui fatti, mentre gli articoli più lunghi di solito contribuiscono ad un dibattito giornalistico più profondo. La forma più breve degli articoli on-line così potrebbe probabilmente condurre a dei resoconti più superficiali.  Inoltre, la gerarchia spaziale che dà importanza alle notizie sembra scomparire nei siti web.
Analizzando la tipologia degli items in dettaglio risulta che i quotidiani cartacei presentano una tipologia di articoli più vari. I cosiddetti “teasers”, cioè un titolo con un breve riassunto, sono la  tipologia più presente nella prima pagina cartacea (circa un terzo di tutti gli items). Accanto a questi, articoli più lunghi come gli editoriali, le analisi dei fatti ed i reportage occupano un ruolo centrale nella struttura delle prime pagine dei quotidiani. Le edizioni on line, invece, appaiono meno differenziate. Più della metà delle notizie presentate nella prima pagina dei giornali on line sono teasers, ed i rimanenti items sono titoli e brevi articoli. Solo una piccola percentuale delle notizie consiste in articoli più complessi. Il sito di informazione eclusivamente on-line sembra essere persino più standardizzato delle altre testate web. La prima pagina mostra solo una storia di approfondimento, e per il resto solo brevi articoli.

 

L’agenda dei giornali

Le notizie pubblicate l’8 ottobre 2003 nei principali giornali italiani evidenziano prima di tutto  questioni politiche e secondariamente economiche. I giornali cartacei pongono una grande enfasi su due eventi : Giovanni Paolo II che prega per la pace e la proposta del leader di destra Gianfranco Fini di estendere il voto agli emigrati. La notizia economica più importante del giorno riguarda la necessità di una riforma del Welfare. All’estero, il più importante item riguarda la dichiarazione di        Sharon di bombardare i nemici di Israele.  I giornali on-line invece pongono un’enfasi maggiore alle notizie legate al crimine, la cronaca e lo sport. In particolare discutono la proposta avanzata da Trapattoni, allenatore della nazionale di calcio italiana, di usare le nuove tecnologie a supporto delle decisioni degli arbitri. La chiara tendenza è che i media online si occupino prevalentemente dei temi più periferici del discorso mediatico, mentre la carta stampata punta sui temi centrali del dibattito. Questo riduce il rischio di cannibalizzazione. Inoltre, gli articoli di economia e politica sono nella carta stampata di solito  più lunghi e strutturati. Probabilmente sarebbe necessario un tempo e uno sforzo maggiori ai lettori per essere letti nelle versioni on-line (Staglianò 2000). 

TABELLA 4
Oggetto delle notizie per ogni mezzo nei giornali selezionati in Italia (8 ottobre 2003)

Items per argomento

Carta stampata

Giornali on-line

Giornali solo on-line

 

Numero

%

Numero

%

Numero

%

Economia

13

18.6

11

16.7

-

-

Sociale, salute, welfare

9

12.9

2

3

3

20

Natura, territorio

2

2.9

-

-

1

6.7

Crimine, sicurezza

1

1.4

9

13.6

-

-

Difesa

8

11.4

10

15.2

-

-

Cultura

3

4.3

-

-

1

6.7

Scienza

1

1.4

1

1.5

-

-

Scuola

1

1.4

1

1.5

1

6.7

Politica

22

31.4

18

27.3

3

20

Sorie di interesse umano

3

4.3

5

7.6

2

13.3

Rievocazioni storiche

-

-

1

1.5

2

13.3

Sport

1

1.4

4

6.1

-

-

Altro

6

8.6

4

6.1

2

13.3

Numero totale

70

100

66

100

15

100

L’assenza  dell’Europa

Sia i giornali cartacei che on line si occupano soprattutto di notizie interne. In più, è interessante notare come le notizie internazionali facciano riferimento più a paesi extra europei che comunitari. Tra  150  più importanti item delle testate analizzate, ne abbiamo conteggiato solo 13  che riguardavano l’Europa o i singoli paesi dell’Unione. Altri 13 items si riferivano al Medio Oriente, 8 agli Stati Uniti, 4 all’Asia e 1 a Cuba. La relativa perdita di attenzione verso l’Europa dà l’impressione che l’Unione come soggetto politico abbia davanti a sé ancora una lunga strada da compiere. In ogni caso, l’8 ottobre 2003  la stampa non ha ancora percepito l’Europa come un luogo dove si svolgono importanti eventi politici.
Per quanto riguarda le notizie interne, i giornale sul web hanno perso la loro tradizionale distinzione tra nazionale e locale. Infatti, i siti web dei principali giornali nazionali in molti casi offrono ai propri utenti le cronache cittadine. Un esempio è l’edizione on line di Repubblica, che fornisce notizie sulle 9 più importanti città e la possibilità di leggere più di 18 giornali locali pubblicati dallo stesso editore. La scomparsa della tradizionale distinzione tra giornale nazionale e locale è molto importante, potrebbe essere un punto interessante da approfondire, soprattutto dal momento che sembra avvenire anche nella direzione opposta. Ovvero, sui siti internet di giornali locali come Il Mattino di Padova, troviamo i links a giornali nazionali, settimanali e mensili dello stesso gruppo editoriale.

Verso gli item anonimi

Le prime pagine dell’edizione cartacea e on-line dei principali giornali italiani analizzate in questo capitolo presentavano un grande numero di articoli anonimi l’8 ottobre 2003. Questa tendenza riflette un’abitudine comune del giornalismo italiano - esempi che possono essere ritrovati anche in televisione - che privilegia il sensazionalismo delle notizie più che fornire informazioni con un riferimento chiaro alle fonti.
Nei giornali stampati l’autore non è citato nel 21% dei più importanti item della prima pagina. Tuttavia la maggioranza degli articoli (73%) sono ancora firmati dai giornalisti, e nessun item della prima pagina stampata fa direttamente riferimento a notizie di agenzia. Gli articoli on line, al contrario, tendono ad essere anonimi (64%) e più frequentemente prodotti da agenzie d’informazione  (17%). Anche i”grandi nomi” – quei giornalisti che sono in grado di attrarre migliaia di lettori - in rete sono in minoranza. Questo potrebbe avere un effetto benefico soprattutto per gli editori che possono così ridurre il potere di contrattazione della categoria dei giornalisti.
Una o più fonti sono esplicitate nel 66% dei più importanti item del cartaceo e nel 56% dei più importanti item dell’on line. Le fonti più frequentemente citate nella versione stampata sono il governo (citato nel 40% dei più importanti item), i documenti scritti (13%). On line, le fonti più citate sono il governo (38%) e le persone direttamente coinvolte dai fatti (12%). Questi riferimenti alle fonti aggiungono un’importante  segnale di autorevolezza per i lettori. Tuttavia, gli item anonimi e le differenze che risultano tra online e cartaceo, mettono in questione la credibilità della Rete (Di Biase 2002).

 

Le caratteristiche di Internet

Le possibilità che Internet offre in termini di interattività e contatto con gli utenti non sono ancora completamente sfruttate dai giornali italiani (Eco 2001). I quotidiani stampati e web infatti  si differenziano per l’interattività, perché i giornali on line, a differenza di quelli stampati, offrono la possibilità di personalizzare la prima pagina, di scegliere la lingua e di avere accesso all’archivio. In ogni caso, si tratta di caratteristiche generiche di internet, non specifiche dei quotidiani on line. L’interattività resta comunque molto scarsa e, in generale, la redazione è difficilmente accessibile. Per contro, i quotidiani on line forniscono molte meno informazioni sui recapiti del giornale ( vedi anche Brets 1983; Fortunati 2005).
Solo quando consideriamo degli indici aggregati ( tabella 3 ) le versioni on line di solo due testate (La Repubblica e La Stampa) sembrano interessate ad una risposta dei visitatori. Perfino l’unico giornale esclusivamente on line Il Nuovo, che riserva molto spazio in prima pagina all’interazione con i lettori, e che aggiorna con più frequenza le informazioni, è molto povero per quanto riguarda i forum di discussione, i contenuti multimediali e i link. Così le opportunità offerte da Internet di stabilire un contatto continuo tra giornalisti e lettori non è completamente sfruttato dagli editori. I media alternativi ed indipendenti (come Indymedia), al contrario riescono a sfruttare al meglio le informazioni della rete. Questi nuovi media infatti, hanno basato la loro crescita proprio sulla capacità del web di condividere notizie e per scambiare i ruoli, dando al lettore la possibilità di diventare in ogni momento giornalista ( Rheingold 2003 ).

 

Modelli difensivi di business

La quota maggiore di investimenti pubblicitari in Italia è concentrata sulla televisione. I giornali cercano di far fronte al crescente calo degli introiti pubblicitari con la promozione di vari gadgets. I nostri risultati registrano una debole presenza di inserzionisti sulla prima pagina di entrambe le edizioni, che invece sono caratterizzate da una forte presenza di item di autopromozione.
Dei cinque giornali descritti in questo capitolo, tre quotidiani – il Corriere della Sera, La Repubblicae Il Sole 24 Ore – presentano un grande numero di articoli sui loro siti diversi rispetto a quelli pubblicati sul cartaceo. Questa limitata sovrapposizione è probabilmente il risultato di una duplice strategia. Da un lato è la conseguenza delle grandi risorse dedicate ad un continuo aggiornamento della versione online ( che è di particolare importanza per Il Sole 24 Ore per quanto riguarda l’informazione finanziaria).Dall’altro lato, la non sovrapposizione dei contenuti delle due versioni è il risultato di una chiara strategia editoriale che evita la cannibalizzazione differenziando le notizie tra i due mezzi. Coerentemente con questa interpretazione, questi tre giornali forniscono l’accesso all’archivio completo e al PDF del quotidiano solo a pagamento.
Il modello scelto dal Messaggero sembra invece molto primitivo. Usa infatti il sito web come una finestra dove viene mostrata la semplice riproduzione del cartaceo. La Stampa infine si trova probabilmente in una fase di transizione verso modelli più complessi, come quelli di Repubblica e Corriere.

Visita il sito gratuitamente, ma compra il giornale

I cinque principali quotidiani cartacei analizzati in questo capitolo hanno una struttura molto simile, e lo stesso accade per i siti web (ad eccezione del Messaggero). Esistono alcune differenze tra i giornali stampati e on-line, soprattutto in termini di contenuto interattivo, ma  nel complesso i giornali on-line non sembrano sfruttare interamente le possibilità offerte dalla Rete. Così, nonostante l’intenzione espressa dai navigatori di essere disposti a pagare per avere un’informazione e un servizio migliori, gli editori scelgono di continuare lungo la strada meno promettente ma più sicura invece che migliorare la qualità dei prodotti.
I giornali cartacei e web differiscono nello spazio che dedicano ai diversi contenuti. Le notizie conservano una posizione centrale nelle prime pagine del cartaceo; sul web, dall’altro lato, hanno una prima pagina più standardizzata, centrata sulla ipertestualità. In più, nel passaggio dalla pagina scritta alla Rete, gli autori tendono ad essere nascosti, e la credibilità delle notizie viene diminuita.  D’altra parte i due mezzi sono molto simili nella trattazione delle notizie di interni e, per quanto riguarda gli esteri, nel privilegiare la dimensione extraeuropea. Questo suggerisce che la stampa italiana non percepisce ancora l’Europa come un luogo dove si svolgono degli eventi politici importanti  (e la stessa considerazione vale per gli altri paesi). Anche la selezione degli argomenti non è significativamente differente. C’è solo una tendenza in rete ad enfatizzare i contenuti più leggeri, per evitare la cannibalizzazione del cartaceo. Infine, e sorprendentemente, i due mezzi non differiscono per quanto riguarda gi apporti multimediali caratteristici di Internet. La mancanza di sfruttamento delle risorse di Internet che abbiamo rilevato nel 2003 non dovrebbe essere considerato un ritardo temporaneo o un altro passo verso lo sfruttamento completo. Come ogni altra tecnologia, le caratteristiche di Internet sono negoziate con gli utenti (vedi anche Thiel 1998). Su questo aspetto, i cinque maggiori giornali italiani hanno adottato una strategia conservativa ma fruttuosa. Piuttosto che attrarre i navigatori esperti attraverso la proposta di un servizio completamente innovativo, hanno scelto come obiettivo il lettore medio proponendo un prodotto basato sulla struttura classica del giornale cartaceo (vedi anche Hope & Zhiru 2004). Una strategia simile può essere osservata per il cartaceo, dove gli editori offrono una scelta limitata di fotografie e colori, relegando quelle caratteristiche ai tabloid. Questo aiuta i direttori a conservare l’autorevolezza dei giornali in una situazione economica molto difficile. La periferia dei discorsi mediatici viene presentata online così da persuadere il lettore sia a visitare il sito. Le innovazioni più grandi nella forma e nel contenuto sono riservate solo per le occasioni speciali.
Questa strategia di trasformazione lenta sarà probabilmente mantenuta nei prossimi anni, coerentemente ad alcune osservazioni generali. Innanzitutto, i navigatori sono frettolosi e lo schermo non è affatto un buon supporto di lettura, così è molto più appropriato costruire la prima pagina elettronica in modo da catturare l’attenzione, offrendo la possibilità di entrare in uno spazio dove cercare più informazione. In più, in un ambiente comunicazionale altamente strutturato come quello italiano, è rischioso scommettere sull’innovazione. Il pubblico, infatti, potrebbe percepire i formati sperimentali o le pagine interattive come qualcosa di troppo distante da quello che dovrebbe essere un giornale. Infine, le scelte editoriali sono coerenti con l’emergere di una nuova figura di lettore, interessato alle notizie solo in particolari circostanze. In queste speciali occasioni, allora,  le redazioni possono sperimentare attraverso versioni online più dinamiche le possibilità da introdurre in un futuro.
Il numero crescente di visitatori online sottolinea il successo di questa strategia, che è stata in particolare adottata durante due grandi recenti eventi: le elezioni regionali nel 2005 e la morte di Giovanni Paolo II. In entrambe le occasioni, i giornali online hanno mostrato le loro potenzialità, attraverso delle speciali pagine aggiornate continuamente ed un afflusso costante di notizie. Il risultato è stato eccezionale per le due principali testate: Il Corriere della Sera ha raggiunto nel marzo 2005 tre milioni di visite, con un incremento rispetto all’anno precedente del 28% (Il corriere della Sera, edizione online, 5 aprile 2005); e La Repubblica ha raggiunto 3.8 milioni di visite a Marzo 2005, con un picco di 811mila lettori e 23 milioni di pagine visitate il giorno in cui si sono tenute le elezioni e il papa è morto (La Repubblica, online edizione, 6 aprile 32005).

Intervista a Mauro Sarrica

Print and online newspapers in Europe
Capitolo 1 – Introduzione
Capitolo 2 – Lo sviluppo dei giornali online
Capitolo 3 – Profilo dei giornali online e a stampa in Europa
Capitolo 13 – L’ Italia
Capitolo 20 – Conclusioni
Bibliografia

L’"io minimo" dell'interattività nei giornali online,

di Leopoldina Fortunati

Intervista a Mauro Sarrica

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Print and online newspapers in Europe

Capitolo 1 – Introduzione

Capitolo 2 – Lo sviluppo dei giornali online

Capitolo 3 – Profilo dei giornali online e a stampa in Europa

Capitolo 13 – L’ Italia

Capitolo 20 – Conclusioni

Bibliografia

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L’"io minimo" dell'interattività nei giornali online,
di Leopoldina Fortunati