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TV: l’anomalia italiana

Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio CiampiIntervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi alla cerimonia di consegna dei "Premi Saint Vincent di Giornalismo – 39° edizione"

Palazzo del Quirinale, 13 dicembre 2004

Signor Presidente della Regione Autonoma Valle d'Aosta,

Signori Presidenti della Federazione Nazionale della Stampa Italiana e dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti,

Cari giornalisti,

Premiati tutti,

l'incontro odierno avviene all'indomani di un viaggio di cui siete stati testimoni, attenti e partecipi. La visita di Stato in Cina ci ha aiutato tutti a capire di più le dimensioni dello sviluppo di un'area centrale per il futuro del mondo. Dopo la Cina, nei primi mesi del 2005 visiterò l'India, l'altro grande paese asiatico, due realtà che, insieme, contano più di due miliardi di cittadini.

Questi viaggi ci dicono quanto sia necessario un maggiore impegno, quanto sia necessario aprire gli occhi oltre i nostri confini.

Stiamo assistendo, all'inizio di questo secolo, alla rapida evoluzione, straordinariamente complessa, di popoli, civiltà, economie che, fino a poco tempo fa, erano immensamente lontane, non interagivano con noi, e che invece oggi si rivelano determinanti per la costruzione di un futuro di pace e di prosperità.

Vince chi ha capacità di previsione strategica; lungimiranza e coraggio. In ciò, il ruolo dei "media" è cruciale.

E infatti, questo messaggio di urgenza, vorrei dire di "sveglia", il sistema dell'informazione italiana nei giorni passati lo ha saputo trasmettere a imprese, cittadini, istituzioni.

Quali conclusioni trarre per il futuro? Serve una maggiore apertura internazionale dei nostri media. Bisogna guardare e raccontare di più quello che accade in Europa e lontano dall'Europa. Meno attenzione a dinamiche, a contrasti e divisioni domestiche che spesso nascono e svaniscono in pochi giorni, senza lasciare traccia se non nel disorientamento che provocano all'interno e all'estero!

La globalizzazione ci chiama tutti a uno straordinario impegno di conoscenza, di analisi, di comprensione. Sono felice di stringere la mano, tra i premiati, a un pioniere come Giovanni Giovannini che comprese e avvertì l'accelerazione che le nuove tecnologie stavano imprimendo a tutto il sistema.

Giornalisti ed editori hanno una grande responsabilità soprattutto verso i giovani.

Gli indici di utilizzo dei media sono molto elevati tra le giovani generazioni. Quelli di lettura di quotidiani e libri sono un po' inferiori. Iniziative meritorie, come "Il Quotidiano in Classe" promossa dell'Osservatorio Permanente Giovani - Editori, vanno nella giusta direzione. So che quest'anno ha già coinvolto ben 750 mila ragazzi. Penso che dovremo provare ad allargare l'esperienza a molti giornali di altri Paesi europei, per creare quella comunanza di opinioni e di dibattito che è vitale per il futuro dell'Europa dei cittadini, quale è iscritta nel Trattato Costituzionale.

Leggere insegna a leggere. Le indagini fatte sui giovani ci segnalano che essi preferiscono i media che "sanno proporsi in maniera seria e autorevole". L'autorevolezza, quella vera, di contenuto, di impegno vince, "fa ascolto", smentendo quel luogo comune che vuole i giovani sempre più favorevolmente dediti allo svago.

La carta stampata è insostituibile perché aiuta a pensare. In questo senso, trovo molto brillante l'abbinamento tra libri e giornali che quasi tutti gli editori hanno proposto al pubblico italiano. Aver diffuso decine di milioni di libri, di classici, di opere di consultazione è una buona cosa per le famiglie italiane. Dimostra sia la domanda di conoscenza della gente, sia il prestigio di cui gode la cultura.

Non meno insostituibili sono la radio e la televisione, perché sono strumenti di partecipazione ancor più coinvolgenti agli avvenimenti del mondo di oggi.

In questo senso la mia costante attenzione al mondo dell'informazione mi spinge ad osservare che qualunque sia l'assetto aziendale della televisione pubblica italiana, essa deve conservare, rafforzare, migliorare sempre di più la sua attività di servizio pubblico - nei contenuti editoriali e culturali, nell'informazione, nello stile - in linea con le indicazioni dell'Unione Europea sui servizi pubblici radio-televisivi.

L'informazione alimenta ed arricchisce la 'cittadinanza', favorisce una partecipazione attiva alla realizzazione del bene comune.

Nel rinnovare i miei rallegramenti ai premiati, non mi resta che augurare che il giornalismo italiano continui il percorso già avviato nella costruzione di una cultura dell'informazione in termini di contenuti, linguaggi, scelte tematiche, che rappresentino scelte concrete d'impegno civile: gli italiani lo chiedono, lo meritano.

 

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Oppure visualizza il contenuto del dossier:

Emilio Rossi: la bandiera della privatizzazione è una resa all’auditel

L’ anomalia italiana e il digitale terrestre
di Marco Mele (Il Sole 24 ore)

La legge Gasparri

Il servizio pubblico nei principali paesi europei

La direttiva europea:
“Televisioni senza frontiere”

Nei collegamenti sulla destra di questa pagina troviamo una serie di documenti sulla situazione italiana, a partire dal discorso del presidente Ciampi del 13 dicembre (“qualunque sia l’assetto della televisione pubblica italiana, essa deve conservare, rafforzare, migliorare sempre di più la sua attività di servizio pubblico”), alla lettera di Enzo Biagi sulla privatizzazione della Rai, dagli articoli di Romano Prodi e Giovanni Sartori sul futuro della Rai alle posizioni “eccentriche” di Franco Debenedetti (“Servizio pubblico? Un’idea da preistoria”), fino alla risoluzione del Consiglio d’Europa (1387/2004) su “Monopolio dei media e possibile abuso di potere in Italia”

(Pino Rea.)

INTERVENTI SULLA RAI

Home page dossier

Intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi

Enzo Biagi: lettera sulla privatizzazione

Introduzione di Roberto Natale al Confronto sulla privatizzazione Rai sede Fnsi, 21 dicembre 2004

Prodi: la Rai va divisa in due. Allo Stato il servizio pubblico

Rai, che fare? Una proposta per Prodi di Giovanni Sartori

Una Rai liberata di Giovanni Sartori

Tv, servizio pubblico? Un’idea da preistoria Di Franco Debenedetti

I falsi (e veri) limiti della legge Gasparri di Franco Debenedetti

Risoluzione del Consiglio d’Europa 1387 (2004): Monopolio dei media e possibile abuso di potere in Italia

In casa molta tv poco dialogo