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TV: l’anomalia italiana

Simbolo Unione EuropeaRisoluzione del Consiglio d’Europa 1387 (2004):
Monopolio dei media e possibile abuso di potere in Italia

(Traduzione dal testo inglese di Marco Ottanelli
da Democrazia e legalità)

L'Italia è un membro fondante del Consiglio di Europa e sostiene fortemente gli ideali a cui corrisponde. L'Assemblea quindi è interessata dalla concentrazione di poterepolitico, pubblicitario e dei mezzi di comunicazione nelle mani di una persona, il Primo Ministro Silvio Berlusconi.

L'Assemblea parlamentare non può accettare che questa anomalia sia minimizzata,sulla base che propone soltanto un problema potenziale. Una democrazia è giudicata non soltanto tramite i relativi funzionamenti giornalieri ma sulla basedei principii il paese garantisce ai propri cittadini e a livello internazionale. L'Assemblea ricorda che, in conformità con l'articolo 10 della convenzione per la protezione dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, e sulla base della legge quadro della corte europea dei diritti dell'uomo, gli statihanno l’obbligo di proteggere e, se necessario, appronta le misure positive per salvaguardare e promuovere il pluralismo nei mezzi di informazione.

L'Assemblea deplora il fatto che una serie di governi italiani consecutivi sin dal 1994 non siano stati in grado di risolvere il problema del conflitto di interesse, e che una legislazione appropriata non sia stata ancora adottata dal Parlamento attuale. Non è d'accordo che il principio principale del Progetto Frattini attualmente sotto considerazione – quello per cui soltanto i manager, e non i proprietari, dovrebbero essere giudicati responsabili - forniscauna soluzione genuina e completa del conflitto di interesse riguardo al sig. Berlusconi.

AttraversoMediaset, ilprincipale gruppo commerciale, di comunicazioni e di radiodiffusione d’Italia, ed uno dei più gran nel mondo, il sig. Berlusconi possiede circa la metà del broadcasting nazionale nel paese. Il suo ruolo come capo di governo lo posiziona inoltre ad influenzare indirettamente l'organizzazione di radiodiffusione pubblica RAI, che è competitore principale del Mediaset. Poichè Mediaset e RAI controllano insieme circa il90% del pubblico televisivo ed oltre tre quarti delle risorse nel settore, il sig. Berlusconi quindi ha un controllo senza precedenti sul “media” più potente in Italia.

tale "duopolio" nel mercato della televisione è in sè un'anomalia da una prospettiva antitrust. Lo status quo è stato conservato persino nonostante le disposizioni che interessano il pluralismo di mezzi nella legislazione fossero state due volte dichiarate incostituzionali,e le autorità competenti abbiamo riconosciuto le posizioni dominanti di RAI e delle tre reticommerciali della Mediaset TV. Un'illustrazione di questa situazione è stata un decreto recente del Primo Ministro, approvato dal Parlamento, che ha permesso che il terzocanale, Retequattro, di Mediaset,e quello della RAI continuassero il loro funzionamento in violazione dei limiti antitrust attuali fino all'approvazione di nuova legislazione. La concorrenza nel settore dei mediaè falsata ulteriormente dal fatto che l'azienda di pubblicità di Mediaset, Publitalia '80, ha una posizione dominante nel advertising della TV. L'Assemblea deplora l'esclusione continuata di un distributore nazionale potenziale, Europa 7, vincitore di un'offerta governativa nel 1999 per trasmettere sulle frequenze occupate da Retequattro del Mediaset.

L'Assemblea crede che la legge recentemente adottata sulla riforma del settore di radiodiffusione ("legge Gasparri") non possa garantire efficacemente un maggiore pluralismo semplicemente con la moltiplicazione dei canaliTV tramite la digitalizzazione. Allo stesso tempo, anzi,tale normapermette manifestamente che Mediaset si espanda ulteriormente, mentre lascia la possibilità aigiocatoridel mercato di avere il monopolio in un dato settore senza mai raggiungere il limite antitrust nel sistema integrato generale delle comunicazioni (SIC). L'Assemblea nota che, sulla base di queste preoccupazioni, la versione precedente della legge è stata respinta dal presidente della Repubblica.

L'Assemblea è interessata specialmente dalla situazione della RAI, che è contraria ai principii di indipendenza stabiliti nella raccomandazione 1641 (2004) dell'Assemblea su emittenti di servizio pubblico. RAI è stato sempre uno specchio del sistema politico del paese ed il pluralismo interno si è spostato dalla rappresentazione proporzionale delle ideologie politiche dominanti nel passato verso "il vincitore prende tutto",riflesso dell’attuale parte politica al potere. L'Assemblea sottolinea con preoccupazione le dimissioni del presidente della RAI e di uno dei giornalisti più popolari come protesta per la mancanza di una rappresentazione politica equilibrata in Consiglio di Amministrazione, e perl’eccesso di influenza politica nella gestione della programmazione RAI.

Mentre i mezzi stampati in Italia hanno assicurato tradizionalmente più grande pluralismo e l'equilibrio politico che non il settore di radiodiffusione, la maggior parte dei italiani riceve le loro notizie per mezzo della televisione. L'alto costo della pubblicità suigiornali, relativamente al costo della pubblicità della TV, sta avendo un effetto dannoso sui mezzi di informazione stampati in Italia. Tuttavia, l'Assemblea desidera registrare la relativa approvazione delle misure di governo per aiutare i giornali di piccole e di medie dimensioni, ed altre misure atte ad amplificare la lettura del giornale stampato.

L'Assemblea è estremamente preoccupata poiché, l'immagine negativa che l'Italia sta mostrando internazionalmente a causa del conflitto di interesse del sig. Berlusconi, potrebbe impedire gli sforzi del Consiglio di Europa nella promozione dei mezzi indipendenti ed imparziali nelle nuove democrazie. Considera che l'Italia, come uno dei contributori più forti al funzionamento dell'organizzazione, ha una responsabilità particolare rispetto questo tema.

L'Assemblea precisa che molti organismi internazionali, quale il rappresentante dell’ OSCE sulla libertà dei media e, più recentemente, il Parlamento Europeo, hanno espresso preoccupazioni simili alle proprie (del consiglio d’Europa stesso). Accoglie favorevolmente le misure per salvaguardare il pluralismo dei media proposto nella risoluzione del Parlamento Europeo del del 22 aprile 2004 "sui rischi di violazione, nell'UE e particolarmente in Italia, della libertà di espressione e delle informazioni (l'articolo 11(2) della lettera dei diritti fondamentali)", vale a dire che la protezione della diversità di mezzi dovrebbe trasformarsi in una priorità di legge nel contesto della UE.

11. L'Assemblea quindi invita il Parlamento italiano a:

approvare urgentemente una legge che risolva il conflitto di interesse fra la proprietà e controllo delle aziende e la carica di ufficio pubblico e che comprenda le pene per i casi dove c’è un conflitto di interesse con la carica di ufficio pubblico a livello elevato;

accertarsi che la legislazione ed altre misure regolamentari mettanotermine alla pratica di vecchia data di interferenza politica nei media, considerando in particolare ladichiarazione del comitato dei Ministri “sulla libertà del dibattito politico nei media”, adottata

il 12 febbraio 2004;

emendi la legge di Gasparri in conformità con i principii precisati nella raccomandazione del comitato dei Ministri n. R (99) 1 per le misure atte a promuovere il pluralismo di mezzi di comunicazione, ed in particolare:

a. evitare l'emersione delle posizioni dominanti nei mercati relativi all'interno del SIC;

b. prendere le misure specifiche perporre fine al corrente duopolio RAI-Mediaset;

c. prenderespecifiche misure per accertarsi che la digitalizzazione garantisca il pluralismo nei contenuti.

L'Assemblea invita inoltre il governo italiano a :

- adottare misure per portare il funzionamento di RAI in conformità con la raccomandazione (2004) dell'Assemblea su broadcasting di servizio pubblico, con la dichiarazione del quarto congresso ministeriale europeo sullapolitica e mass-media di Praga e con le raccomandazioni no. R(96) 10 sulla garanzia dell'indipendenza del servizio radiotelevisivo di servizio pubblico e Rec(2003)9 'sulle misure per promuovere il contributo democratico e sociale di trasmissione digitale”

- dia un esempio internazionale positivo proponendo e sostenendo le iniziative in seno al Consiglio di Europa e Unione Europea che promuove il maggiore pluralismo dei media a livello europeo.

L'Assemblea chiede alla Commissione di Venezia di fornire un'opinione sulla compatibilità della legge Gasparri e il Progetto Frattini con gli standards del Consiglio di Europa nel campo della libertà di espressione e del pluralismo dei media, particolarmente alla luce della legge quadro della corte europea dei diritti dell'uomo.

a cura dello staff tecnico democrazialegalita.it

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Oppure visualizza il contenuto del dossier:

Emilio Rossi: la bandiera della privatizzazione è una resa all’auditel

L’ anomalia italiana e il digitale terrestre
di Marco Mele (Il Sole 24 ore)

La legge Gasparri

Il servizio pubblico nei principali paesi europei

La direttiva europea:
“Televisioni senza frontiere”

Nei collegamenti sulla destra di questa pagina troviamo una serie di documenti sulla situazione italiana, a partire dal discorso del presidente Ciampi del 13 dicembre (“qualunque sia l’assetto della televisione pubblica italiana, essa deve conservare, rafforzare, migliorare sempre di più la sua attività di servizio pubblico”), alla lettera di Enzo Biagi sulla privatizzazione della Rai, dagli articoli di Romano Prodi e Giovanni Sartori sul futuro della Rai alle posizioni “eccentriche” di Franco Debenedetti (“Servizio pubblico? Un’idea da preistoria”), fino alla risoluzione del Consiglio d’Europa (1387/2004) su “Monopolio dei media e possibile abuso di potere in Italia”

(Pino Rea.)

INTERVENTI SULLA RAI

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Intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi

Enzo Biagi: lettera sulla privatizzazione

Introduzione di Roberto Natale al Confronto sulla privatizzazione Rai sede Fnsi, 21 dicembre 2004

Prodi: la Rai va divisa in due. Allo Stato il servizio pubblico

Rai, che fare? Una proposta per Prodi di Giovanni Sartori

Una Rai liberata di Giovanni Sartori

Tv, servizio pubblico? Un’idea da preistoria Di Franco Debenedetti

I falsi (e veri) limiti della legge Gasparri di Franco Debenedetti

Risoluzione del Consiglio d’Europa 1387 (2004): Monopolio dei media e possibile abuso di potere in Italia

In casa molta tv poco dialogo