Appendice 27

Il giornalista premiato col "Re di Spagna" ammette che era stato manipolato il video che incriminava Chavez per i morti del golpe di aprile

di Pascual Serrano
Rebelión



Il giornalista che girò le immagini usate per far credere al mondo che il presidente venezuelano Hugo Chavez aveva ordinato di sparare contro una marcia dell'opposizione l'11 aprile 2002, riconosce che esse erano state manipolate.

Il video, dal titolo "Il massacro nel centro di Caracas", era stato insignito del "Premio internazionale di giornalismo Rey de Espana": un'iniziativa che sapeva di complicità delle autorità spagnole col colpo di stato e di squalificazione del presidente venezuelano.

Nel video comparivano dei civili che sparavano con armi corte dal Puente Llaguno contro un obbiettivo sconosciuto. La versione diffusa a livello internazionale, anche sulla base della voce che spiegava la scena, sosteneva che i civili facevano parte di gruppi di appoggio a Chavez che avevano sparato contro i manifestanti dell' opposizione provocando un eccidio.

Ora, nelle dichiarazioni rese al processo contro i presunti autori degli spari, l' autore delle immagini, il giornalista Luis Alfonso Fernandez, ha ammesso che si trattava di uno scambio di colpi fra civili e Polizia metropolitana di Caracas, agli ordini del sindaco dell' opposizione Alfredo Pena. In quel punto non stava passando nessun corteo dell' opposizione e la voce che spiegava trattarsi di una sparatoria contro i manifestanti era stata aggiunta successivamente nella redazione di Venevision.

Si è inoltre appreso che Globovision possedeva un altro video con cui si poteva confermare che la sparatoria si era verificata fra chavisti e polizia metropolitana di Caracas, ma che esso era stato tenuto nascosto.

Questi fatti avevano provocato l' arresto di Nicolas Rivero e Henry Atencio, accusati di aver sparato contro manifestanti disarmati. Ora i loro avvocati ritengono dimostrato che il video accusatorio di Venevision era stato manipolato per incolpare i civili di un presunto massacro e, in secondo luogo, il presidente venezuelano.

Si dà il caso che, contrariamente a quanto affermato dall' opposizione, la maggior parte dei morti di quelle sere di aprile erano militanti chavisti. Come aveva rilevato la giornalista comunitaria Blanca Eekhout, "i difensori della rivoluzione bolivariana e del presidente Hugo Chavez si beccarono sia i morti che gli arresti".

La versione che il giornalista premiato ha ora ammesso era sempre circolata come una voce insistente fra le classi popolari e i testimoni di quei fatti, ma poi la campagna mediatica e internazionale contro il presidente venezuelano la aveva messa a tacere.

Qualsiasi persona comunque poteva verificare dal Punte Llaguno che, sparando ad angolo retto, non si poteva sparare contro eventuali pedoni o manifestanti della strada, che era situata a un livello inferiore, ma verso l' edificio situato di fronte, la sede municipala della polizia metropolitana.

http://www.pascualserrano.net

http://www.rebelion.org/venezuela/030730video.htm

vedi anche http://www.venezuelanalysis.com/news.php?newsno=1027

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Dossier FNSI a cura di Pino Rea | Impaginazione e grafica Filippo Cioni