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di Attac-Venezuela
30 Gennaio 2003
http://www.attac.info/poa2003/index.php?NAVI=1016-112263-14fr
Nel quadro del Forum sociale mondiale il 27 gennaio si è svolta a Porto Alegre (Brasile), per iniziativa del Media Watch Golbal, si è svolta unaudienza pubblica sui media privati venezuelani
Una giuria di esperti internazionali della comunicazione composta da Tariq Ali, Gianni Minà, Naomi Klein, Steve Randall e Daniel Herz, presieduta dal Premio Nobel per la pace Adolfo Perez Esquivel e da Walden Bello, membro del Comitato internazionale del Forum sociale Mondiale, ha ascoltato e interrogato sei testimoni. Dopo una introduzione storica dei professori Earle Herrera e Luis Britto Garcia, i testimoni, col supporto di filmati televisivi, hanno descritto come i media privati venezuelani hanno creato le condizioni del colpo di Stato dell' 11 aprile 2002 contro il presidente costituzionale Hugo Chavez, come ne hanno fabbricato il pretesto televisivo, come hanno promosso il governo golpista, arrivando fino ad occupare alcune delle sue poltrone, come hanno denunciato e linciato le persone considerate simpatizzanti del presidente, come hanno imposto il black-out nel momento in cui la popolazione si è ribellata. Andres Izarra, ex direttore dell' informazione del canale RCTV, ha raccontato le sue dimissioni nel pieno del golpe di fronte alla decisione della sua emittente di censurare ogni espressione o immagine "chavista".
Gli altri testimoni hanno spiegato come, dopo il ristabilimento della democrazia, gli stessi media privati abbiano continuato a cospirare, attraverso la manipolazione subliminale, l' incitamento all' odio sociale e razziale, la propaganda bellicista, l' appello incessante a ignorare le istituzioni democratiche e a rovesciare di nuovo il governo costituzionale. I dirigenti contadini Braulio Alvarez ha descritto in dettaglio come i media assimilino di contadini a terroristi e invasori per giustificare la repressione dei beneficiari della nuova Legge sulla terra. Una rappresentante india ha denunciato, da parte sua, la permanente denigrazione dei suoi concittadini di radici indie, trattati da radio e televisioni private come "animali" pagati con "mandarini e banane" dal presidente Chavez.
La giovane direttrice di Catia Tve - una delle tv comunitarie più importante del Venezuela - , Blanca Eekhout ha ricordato la denuncia da parte dei settori afroamericani del Venezuela delle continue campagne razziste realizzate dai media privati. A nome dell' Associazione nazionale dei media comunitari, liberi e alternativi (ANMCLA), Gabriela Fuentes ha spiegato come le indicazioni fornite dai media privati su "quelli che vanno in giro con le minitelecamere" si siano tradotte in frequenti aggressioni contro i giornalisti delle comunità popolari. Come esempio di non-professionalità, Ignacio Ramonet, direttore di Monde Diplomatique, ha raccontato il caso di una falsa intervista in cui egli criticava duramente il presidente Chavez, pubblicata dal giornale di opposizione El Nacional. Per Gabriel Prioli, docente universitario e specialista in televisione pubblica ed educativa per il governo federale del Brasile, il comportamento dei media privati in Venezuela è un motivo di vergogna per tutti i giornalisti, non solamente in America Latina ma in tutto il mondo. Gianni Minà ha criticato la pressione mediatica che viene esercitata sul Venezuela a livello internazionale.
Al termine della sessione ciascuno dei giurati ha formulato le sue osservazioni e le sue raccomandazioni.
Tariq Ali ha detto che il monopolio mediatico in Venezuela era politicamente corrotto e che bisognava cancellarlo. Le Ong di difesa dei diritti umani, secondo Naomi Klein, si concentrano troppo sulle restrizioni imposte dallo Stato mentre dovrebbero occuparsi di più della crescente concentrazione dei media nelle mani dei gruppi transnazionali. Steve Rendall, della potente organizzazione nord-americana Fair (Fairness and Accuracy in Reporting) si è opposto alla chiusura dei network, ma si è augurato che vengano prese delle misure contro quei media che appoggiano i colpi di Stato e la violenza, come farebbe qualsiasi paese. Non deve essere tollerato alcun attacco contro la stampa, ha dichiarato, e questo significaascoltare anche le denunce dei media comunitari.
Con gli altri giurati, Rendall ha raccomandato che l' inchiesta vada avanti in aprile a Caracas e alcuni hanno già espresso la loro intenzione di incontrare proprietari e direttori dei media commerciali per comprendere meglio come si siano potuti verificare tali fatti. Quanto a Daniel Herz, del onsiglio nazionale della comunicazione sociale e della Federazione dei giornalisti brasiliani, egli ha affermato che in Venezuela i media commerciali hanno preso in ostaggio la sovranità popolare. Herz ha poi sottolineato la necessità di un controllo pubblico sui media e di un parallelo rafforzamento del settore dei media comunitari.
ATTAC - Venezuela