AA
di Maximilien Arvelaiz e Temir Porras-Ponceleon da CARACAS
da il manifesto
28 marzo 2002
http://www.italian.it/isf/home443.htm
La gara nella quale si sono lanciati i media venezuelani per discreditare il governo del presidente Hugo Chavez ha preso di recente una piega particolarmente grottesca. Mercoledì 27 febbraio la rivista on-line Venezuela Analitica pubblicava un'intervista a Ignacio Ramonet, nel corso della quale il direttore di LE MONDE DIPLOMATIQUE criticava duramente il comportamento di Chavez. Rispondendo alle domande del "giornalista messicano" Emilio Payares Guzman, Ramonet affermava che Chavez "agiva molto male", prima di asserire che "privo di un corpus intellettuale rispettabile" il suo progetto sprofondava "nel populismo". Un vero scoop. In effetti, non era stato Ramonet fino a quel momento uno dei più ferventi sostenitori del presidente venezuelano, al punto di affermare, davanti a mille persone riunite alla Sorbona nell'autunno del 2001, che il suo era un "governo di avanguardia"?
Nel contesto di agitazione politica vissuto attualmente dal Venezuela, questa "rottura" costituiva un duro colpo per Hugo Chavez. I media d'opposizione si sono dunque premurati di sfruttarla. Già all'indomani, l'ex guerrigliero Teodoro Petkoff, divenuto uno dei propagatori più zelanti del pensiero liberista e cantore dell'antichavismo militante, ha preso la palla al balzo. Nelle colonne del quotidiano TAL CUAL, da lui diretto, Petkoff si faceva beffe, con un humour tinto di machismo, della "fine di questa storia d'amore".
Tuttavia, era la domenica successiva, giorno di grande tiratura per i quotidiani venezuelani, che doveva essere assestato il colpo di grazia. EL NACIONAL, il principale giornale del paese, pubblicava a sua volta l'intervista e annunciava fragorosamente in prima pagina la "rottura". A mò di rivincita, il commento che precedeva l'intervista evocava ironicamente il tempo in cui il presidente Chavez invitava i giornalisti venezuelani a ispirarsi alla "obiettivita'" di LE MONDE DIPLOMATIQUE. Agli occhi dell'opposizione, questa rottura provvidenziale dimostrava una volta di piu' l'isolamento del presidente sulla scena internazionale.
Ma il lunedì 4 marzo la direzione del NACIONAL e quella di VENEZUELA ANALITICA ricevevano due lettere che avrebbero messo fine alle loro illusioni. Nella prima, Ignacio Ramonet smentiva categoricamente le opinioni che gli erano state attribuite, negava di avere mai incontrato Emiliano Payares Guzman e riaffermava il suo sostegno al presidente Chavez. Assente da Parigi per diversi giorni, Ramonet aveva scoperto con meraviglia che la sua casella postale elettronica traboccava di messaggi di insulti.... Solo successivamente il fondatore di Attac era stato informato da alcuni amici venezuelani del tenore delle sue supposte dichiarazioni.
Era tuttavia la seconda lettera, quella di Emiliano Payares Guzman, che doveva rivelarsi la più interessante. Guzman ammetteva che l'intervista era falsa, e spiegava candidamente che aveva voluto mettere alla prova "il rigore" dei media del paese caraibico. Lui si era limitato a inviare via e-mail l'intervista con Ramonet che affermava di aver ricevuto grazie alla mediazione dello scrittore Carlos Fuentes. Con sua grande meraviglia, il colloquio era stato accettato dalla redazione di VENEZUELA ANALITICA, che non si era nemmeno preoccupata di chiedergli ulteriori precisazioni, se non altro sulle modalità della sua realizzazione (luogo, data, ecc.). Col pretesto che l'informazione era già apparsa su un altro mezzo di informazione, la redazione di EL NACIONAL, da parte sua, aveva ritenuto che una indagine più approfondita non era necessaria. Certo, aveva tentato di raggiungere Ignacio Ramonet, ma solo poche ore prima di pubblicazione dell'articolo, già in stampa.
Quale sarebbe stato l'atteggiamento del NACIONAL nel caso in cui un intellettuale famoso si fosse pronunciato in favore della rivoluzione bolivariana di Chavez? Privo di validi argomenti, il giornale cosiddetto di riferimento del Venezuela suggeriva perfino che Ignacio Ramonet, con l'intento di denunciare le derive mediatiche, avrebbe potuto essere l'ispiratore della bufala. Di questi tempi, nei quartieri eleganti di Caracas, i ricchi continuano le loro manifestazioni per denunciare la pretesa dittatura del presidente Chavez. E quella dei grandi media?