21 Maggio 2004 - Aggiornamento

LA STAMPA COMMERCIALE CONTINUA A FOMENTARE LA VIOLENZA GOLPISTA

Intervista a Jorge Martin responsabile internazionale della campagna ''Giù le mani dal Venezuela''

Il processo bolivariano ha fatto molti passi avanti in questi ultimi mesi ma la stampa commerciale, controllata al 90% da editori che fanno riferimento alla ''opposizione golpista'', ''continua a fomentare la violenza contro il governo Chavez, democraticamente eletto''.
Questa in sintesi la situazione degli ultimi mesi in Venezuela come emerge da una conversazione con Jorge Martin, responsabile internazionale della campagna ''Giù le mani dal Venezuela'', che in questi giorni era in Italia per una serie di incontri a sostegno della campagna ''a difesa della rivoluzione bolivariana e contro le interferenze dell' amministrazione Bush in Venezuela''. Martin accenna alle difficolta' di orientamento sindacale dei giornalisti indipendenti e invita i sindacati dei giornalisti europei, e in particolare la Fnsi , a prendere contatti con la nuova confederazione sindacale del paese, la UNT.

- Il processo bolivariano ha fatto molti passi avanti - esordisce Jorge Martin - Innanzitutto è stato ripreso il controllo sulla PDVSA (l' azienda petrolifera pubblica) grazie all' azione dei lavoratori, che sono riusciti a bloccare definitivamente le manovre filogolpiste del management. Poi il governo ha portato avanti una serie di importanti piani sociali.

La riforma agraria è stata accelerata, tanto che sono stati distribuiti due milioni di ettari di terra a cooperative di contadini. Sono andati avanti i piani sul fronte della sanità. Sono impegnati nel paese anche 3.500 medici cubani, che stanno lavorando nei quartieri più poveri di Caracas e di altre grandi città del paese per assicurare l' assistenza sanitaria di base anche ai settori più poveri della popolazione e sono stati aperti complessivamente 600 nuovi poliambulatori. Da segnalare che l' opposizione ha attaccato il piano sanitario con motivazioni paradossali. Per esempio sostenendo che ''la presenza dei medici cubani nel paese'', che fra l' altro ''non risultano iscritti all' Ordine dei medici'', indicava che si stava andando ''verso una dittatura castro-comunista''.

Sul fronte scolastico, sta avendo un buon successo la missione Robinson per l' alfabetizzazione degli adulti, che finora ha interessato 1,2 milioni di venezuelani. Parallelamente vanno avanti i progetti che riguardano sia la scuola media che l' Università. Si cerca di recuperare agli studi superiori chi ha dovuto rinunciare o abbandonare per mancanza di soldi e di realizzare nuovi ''posti'' in nuove strutture universitarie. Stanno nascendo le cosiddette Università bolivariane in varie città, utilizzando edifici dell' esercito o della PDVSA, con l' obbiettivo di creare 200.000 nuovi posti universitari. Sono le stesse comunità locali che si organizzano sulla base delle rispettive esigenze e pianificano gli interventi.

Complessivamente l' azione del governo Chavez sul fronte dell' istruzione ha interessato circa 3 milioni di venzuelani su una popolazione complessiva di 25 milioni di abitanti. Incontrando anche forti resistenze, non solo politiche da parte dell' opposizione, ma anche dall' interno, da parte delle alte burocrazie ministeriali, che cercano di sabotare l' azione riformatrice.

D - E l' opposizione?

R - La sua azione continua su vari livelli, anche quelli più sporchi. Di tutti i morti - una decina - registrati negli scontri del febbraio scorso, solo uno è stato ucciso con proiettili della Guardia Nazionale (ed è in corso una inchiesta giudiziaria sul reparto da cui sono partiti i colpi), mentre gli altri sono stati colpiti da armi usate evidentemente da bande dell' opposizione. Alcuni dirigenti dell' opposizione sono stati infatti arrestati per possesso di armi da guerra, come Carlos Mello, trovato con dei fucili nel bagagliaio dell' auto. Unità dei corpi di polizia dei municipi controllati dalle opposizioni - come quella di Caracas - continuano ad andare nei quartieri poveri per provocare incidenti. Ci sono stati colpi d' arma da fuoco contro una sede di UNT (il nuovo sindacato bolivariano, ndr) o della radio comunitaria ''Ali' primera''.

D - Il quadro dell' informazione?

R - Sul piano dell' informazione continua l' esplosione dei media comunitari. Alle radio si sono aggiunti negli ultimi mesi molti giornali di barrios, con circolazione di decine di migliaia di copie, che stanno cominciando a creare serie preoccupazioni, anche sul piano economico - meno diffusione, meno pubblicita' - alla stampa commerciale.

Quest' ultima ha continuato nella linea di questi ultimi anni, assecondando la strategia dell' opposizione. Ha cercato di fomentare il conflitto usando deliberatamente bugie e lanciando appelli continui alla violenza contro il governo democratico. Vari giornali e televisioni, ad esempio, hanno parlato di desaparecidos, ma non è vero, non c' eè nessuno scomparso, è una pura invenzione. Per esempio alla fine di aprile El Nacional ha raccontato che Jessie Chacon (ministro della Comunicazione e dell' informazione) aveva comprato un quadro dal valore di 14.000 dollari, che era corrotto, che rubava: Chacon ha sfidato il giornale a presentare le prove e il quotidiano alla fine ha dovuto riconoscere che prove non ce n' erano.

Ora forse c' è qualche cambiamento, perché l' opposizione ha capito che la strategia della tensione non ha funzionato e ora, con l' aiuto della stampa, sta cercando di sperimentare una nuova tattica: quella di far intravedere presunte complicita' del governo nella rete del terrorismo. Hanno parlato di un presunto campo di addestramento in cui sarebbero passati terroristi di Al Qaida, nell' Isla Margherita, o di un appoggio del governo ai guerriglieri colombiani delle Farc. Ma sono invenzioni, non c' è uno straccio di prova.

D - Ma la stampa continua a denunciare le maniere forti di Chavez.

R - Il 90 per cento dei media privati è sotto il controllo delle forze di opposizione - e questo influisce pesantemente. Ci sono solo due o tre testate - come Ultimas Noticias o Diario Vea, un nuovo giornale - che riescono a fare giornalismo indipendente.Ma nonostante questo, e nonostante la propaganda dell' opposizione, negli ultimi cinque anni solo due testate sono state chiuse. Sul piano dell' emittenza è sorto un secondo canale pubblico, Vive Tv, di cui è presidente l' ex responsabile di Catia Tv, una delle maggiori tv comunitarie del paese. L' opposizione strilla, denuncia la presunta repressione dei mezzi d' informazione e della libertà di stampa. Ma non c' è niente di vero.Negli ultini cinque anni ci sono stati solo due episodi di chiusura di testate - Canale 8 e Catia Tv -, ma sono state chiuse dai golpisti, non da Chavez. Anzi, nel movimento popolare crescono le critiche per la politica del governo - ritenuta troppo arrendevole - nei confronti della propaganda golpista, che continua a fomentare la violenza.

D - E sul piano sindacale?

R - Il sindacato dei giornalisti risente ovviamente di questa situazione di monopolio pressoche' totale dell' informazione commerciale da parte dell' opposizione golpista. Ora si sta rafforzando un nuovo sindacato, a livello nazionale, UNT, che può diventare un interlucutore importante per i giornalisti indipendenti. Almeno ci auguriamo che sia così e invitiamo anzi i sindacati dei giornalisti qui in Europa, e in particolare voi della Fnsi, a prendere contatti con l' UNT e a riconsiderare i vostri rapporti con la CTV , schierato col movimento golpista.

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Dossier FNSI a cura di Pino Rea | Impaginazione e grafica Filippo Cioni