III - Un nuovo tentativo di golpe
"Il buon umore di Chavez è notevole, dato che il Venezuela è sull'orlo della guerra civile". È così che Walden Bello (Appendice 15) descrive la situazione del dopogolpe. "In questo - aggiunge - egli ricorda il suo eroe, Simon Bolivar, il grande venezuelano che guidò la liberazione dell'America latina all'inizio del XIX secolo, il quale si dice abbia conservato l'entusiasmo anche nel mezzo di una difficilissima crisi politica e personale"
Bello continua: "Si dice che tra gli "anti-chavisti" - di cui fanno parte l'élite, la classe media, la gerarchia della Chiesa cattolica, i media e parte dell'esercito - stia covando un secondo colpo di stato . Caracas è piena di voci, le date si rincorrono. Gilberto Jimenez, un giovane sostenitore di Chavez, le liquida come il prodotto della classe media che «spaventa se stessa». «È come quando si parla dei 'circoli bolivarianì che si starebbero armando» osserva, riferendosi alle istituzioni di base che il popolo di Chavez ha istituito nei barrios o quartieri popolari. «Non c'è niente di vero, ma se lo scrivono l'un l'altro in messaggi e-mail, e subito la classe media parla di armarsi essa stessa».
Il blocco antichavista, secondo Bello, è ispirato direttamente da ambienti Usa. "Il dilemma degli oltranzisti che governano a Washington è che, benché non ci sia un modo facile e "pulito" di liberarsi di un presidente eletto democraticamente, essi non possono permettersi di avere un altro Fidel Castro nella regione, specialmente un Fidel che regna in un paese che è il secondo maggiore fornitore di petrolio agli Stati uniti".
Ma la politica di Chavez provoca forti accelerazioni e contraccolpi fra le varie forze sociali del paese e il conflitto rimane aspro. (Un quadro generale della situazione è contenuta in due analisi che si riportano in Appendice 16 e Appendice 17 . Il fronte dell'opposizione si rimette in movimento e il 2 dicembre comincia nel paese il quarto sciopero generale in meno di un anno.