V - La legge di regolamentazione radio-tv:
legge-bavaglio?

2 - Per una società più impegnata

"In cerca di una società più impegnata con se stessa".

È il quadro politico-sociale in cui Morelis Gonzalo Vega - docente di linguaggio e comunicazione all' Università del Zulia (Caracas), in un omonimo articolo del 4 agosto 2003 (Appendice 23), inserisce la Ley de responsabilidad social.

"Il diritto all'informazione - sostiene - ha smesso di essere un bene individuale per diventare un bene sociale, trasformando il suo carattere di diritto umano individuale in quello di diritto politico-democratico che si esercita democraticamente, collettivamente...".

Al fondo la domanda chiave: quale democrazia?

"Ma di quale democrazia parla questa proposta? Della democrazia partecipativa prevista dalla Costituzione, in cui la vita umana in tutti i suoi aspetti si basa nei valori etici della convivenza, nell'esercizio pieno ed effettivo dei diritti umani e sul pluralismo politico".

"Per realizzare velocemente una democrazia di questa natura e la messa in pratica del diritto alla libera espressione e alla libera informazione - continua Gonzalo Vega - è necessaria l'esistenza di una rete articolata di radio e di televisioni pubbliche di carattere non governativo, di Radio e Tv comunitarie e alternative, di Radio e Tv private e commerciali e di Radio e Tv statali. Questa legge cerca di contribuire a questa missione, con l'idea che lo Stato, insieme alla società, "si assuma la propria responsabilità con l'educazione alla ricezione dei messaggi mediatici".

 ( www.analitica.com/va/sociedad/libertad/2538268.asp )

 

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Dossier FNSI a cura di Pino Rea | Impaginazione e grafica Filippo Cioni