II - Il golpe e i media

9 - Gli intellettuali o l'etica del disimpegno

 

L'appello dei giornalisti di el Nacional resta pressoché isolato anche negli ambienti intellettuali del paese. Luis Britto-Garcia ne aveva anticipato il perché in una intervista molto interessante - a cura di Mirta Israel, apparsa su Propuesta , settimanale del Partito comunista argentino, 14 dicembre 2000 -, in cui faceva, non solo nel mondo dell'informazione privata ma, più in generale, anche negli ambienti anche una lucida analisi del fenomeno Chavez. (Appendice 14)

"Purtroppo - spiegava - durante 40 anni di populismo si sono formati dei meccanismi di corruzione degli intellettuali attraverso organismi culturali di sostegno. Certo, uno dei migliori usi che si può fare del pubblico danaro è aiutare la cultura. Ma in molti casi il sostegno veniva dato solo perché non creassero niente, perché tacessero. E questo ebbe un effetto corruttore.

Molti intellettuali venezuelani optarono per un'etica del disimpegno , per una creazione alambiccata, che non ha niente a che vedere col paese, o semplicemente per cercare di vendere al sistema il prestigio che si erano guadagnati in passato. Questo ha fatto sì che in questo fronte Chavez conti, in realtà, su poche adesioni convinte.

Una delle poche è stata la mia, e da un punto di vista di assoluta indipendenza, senza far parte delle strutture e senza aver alcun incarico. Però gran parte degli intellettuali hanno nostalgia delle prebende, degli incarichi e dei sussidi che gli davano i precedenti governi, oppure in maniera netta se ne sono andati con i mezzi di comunicazione per combattere Chavez. In più la gran parte di essi, che in 40 anni non si sono mai occupati della realtà del paese, ora, infuriati, vanno denunciando ogni problema che c'è, come se quel problema fosse nato dopo che Chavez ha preso il potere. Prima avevano peccato di omissione e ora di eccesso.

In ogni caso è un altro dei problemi che deve risolvere e spero che esso abbia una risoluzione positiva: non certo perché gli intellettuali si schierino come partigiani di Chavez, ma semmai perché si voltino a guardare davvero il paese, a osservarlo da un punto di vista della profondità critica e della massima autocritica verso loro stessi. Se ora hanno qualcosa da criticare, perché non criticano anche il loro silenzio decennale? Dovrebbe cominciare da qui l'analisi critica invece che partire dall'esame della situazione esterna''.

Vai all'ottavo capitoloAVai all'inizioAVai al nono capitolo

 

Dossier FNSI a cura di Pino Rea | Impaginazione e grafica Filippo Cioni