III - Un nuovo tentativo di golpe
3 - Porto Alegre "processa" i media privati
Mentre in Venezuela continua il "paro civico" , in un'atmosfera di "isteria creata dai media privati", a Porto Alegre, in Brasile, al meeting del Forum Sociale, il 27 gennaio 2003 il tema della stampa è al centro di una udienza pubblica in cui vengono sentiti vari testimoni.
La ricostruzione che ne fa Attac è secca: "Dopo il ristabilimento della democrazia, gli stessi media privati hanno continuato a cospirare, attraverso la manipolazione subliminale, l'incitamento all'odio sociale e razziale, la propaganda bellicista, l'appello incessante a ignorare le istituzioni democratiche e a rovesciare di nuovo il governo costituzionale".
"Il dirigente contadino Braulio Alvarez ha descritto in dettaglio come i media assimilino di contadini a terroristi e invasori per giustificare la repressione dei beneficiari della nuova Legge sulla terra. Una rappresentante india ha denunciato, da parte sua, la permanente denigrazione dei suoi concittadini di radici indie, trattati da radio e televisioni private come "animali" pagati con "mandarini e banane" dal presidente Chavez.
La giovane direttrice di Catia Tve - una delle tv comunitarie più importante del Venezuela - , Blanca Eekhout ha ricordato la denuncia da parte dei settori afroamericani del Venezuela delle continue campagne razziste realizzate dai media privati. A nome dell' Associazione nazionale dei media comunitari, liberi e alternativi (ANMCLA), Gabriela Fuentes ha spiegato come le indicazioni fornite dai media privati su "quelli che vanno in giro con le minitelecamere" si siano tradotte in frequenti aggressioni contro i giornalisti delle comunità popolari. Come esempio di non-professionalità, Ignacio Ramonet, direttore di Monde Diplomatique , ha raccontato il caso di una falsa intervista in cui egli criticava duramente il presidente Chavez, pubblicata dal giornale di opposizione El Nacional" ( Appendice 19).